De Benedetti: Bene Schlein, lavrei votata ma mia moglie era per Bonaccini

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di Cesare Zapperi

L’Ingegnere presenta il suo libro: La segretaria dovr muoversi nella jungla del Pd. Meloni un camaleonte. Elkann un genio con Stellantis, pessimo come editore

Questo Paese non si cura con il continuismo. Serve radicalit. E proprio Radicalit il titolo del pamphlet edito da Solferino che Carlo De Benedetti ha scritto per spiegare quale il Il cambiamento che serve all’Italia. Con quello spirito, incalzato da Ferruccio de Bortoli, ospite della Fondazione Corriere della sera l’Ingegnere regala un’ora di commenti e analisi senza peli sulla lingua, con franchezza spietata e giudizi talvolta sprezzanti, passando da Schlein a Meloni, da Draghi a Berlusconi, da Agnelli a Marchionne.

Si parte dalla stretta attualit, con l’elezione alla guida del Pd di Elly Schlein. La conosco bene e da anni. Io l’avrei votata ma non sono andato ai seggi perch mia moglie avrebbe votato Bonaccini e cos non sarebbe servito a nulla. De Benedetti, gi tessera numero 1 del Pd di cui poi si disamorato, ha una opinione molto positiva sulla neosegretaria. La stimo, penso sia una persona per bene e intelligente, con passione e un notevole grado di indipendenza. Una poi che a 22 anni va a sostenere la campagna elettorale di Obama mi pare anche molto generosa. Il giudizio, precisa l’imprenditore, vale per qui ed ora. Magari tra sei mesi ne dir malissimo. Perch non so se riuscir a muoversi nella jungla del Pd.

Dall’apposizione al governo il passaggio obbligato. Il tono si fa duro, quasi sarcastico. Giorgia Meloni un camaleonte — dice tranchant — prima fa la donna e la madre che va da Vox in Spagna e parla male di tutti. Poi va in Europa e si presenta come una scolaretta. De Benedetti non riconosce alla premier particolari qualit. Questo il governo di Descalzi (l’amministratore delegato di Eni, ndr). Ogni tanto le passa uno slogan, il fantomatico piano Matteo per esempio (non esiste, carta straccia) e lei lo ripete ad alta voce, non rendendosi conto di quel che dice. In platea lo ascoltano personaggi illustri del mondo dell’economia e della finanza, da Giovanni Bazoli a Francesco Giavazzi. Ci sono anche, tra gli altri, il fratello Franco Debenedetti, Carlo Scognamiglio, Giuliano Pisapia e Gad Lerner. Sull’economia Meloni non ha derogato dalla linea del governo precedente — chiarisce l’imprenditore — perch non ci sono margini di manovra. Forse le sono stati utili anche i consigli di Draghi e di Giorgetti, l’unico che capisce di finanza pubblica. Sull’ex presidente della Bce poche parole: stato la salvezza del Paese, mai l’Italia stata rappresentata meglio nel mondo. Per finire con la politica, ecco servito un giudizio tranchant su Silvio Berlusconi: Quando sono di buon umore mi fa tenerezza, altrimenti provo pena.

La chiacchierata con de Bortoli volge su temi economici, il campo di gioco dell’Ingegnere: Il miglior imprenditore italiano? Alberto Bombassei (Brembo), ha creato un’azienda leader nel mondo per tecnologia. Leonardo Del Vecchio (Luxottica), invece, stato un vero oggetto di culto. Il discorso cade su casa Agnelli, con cui da sempre c’ un rapporto agrodolce. L’operazione Stellantis stata magistrale. Chapeau a John Elkann (che quando invece lo incontro a colazione mi sembra una persona semplice, da bar). riuscito a vendere un chiodo come la Fiat alla Peugeot, quindi allo Stato francese. le parole diventano severe quando parla dell’impero editoriale (oggi gruppo Gedi) che i figli di de Benedetti hanno venduto agli Agnelli. Come editore pessimo. Non ha capito cosa aveva in mano. Repubblica non la ricomprerei neanche morto. un giornale ormai rovinato, stato distrutto. E anche l’ipotesi di vendere i quotidiani locali non ha senso. Scatta il sospetto malizioso: Forse Elkann ha comprato perch temeva lo facesse Montezemolo….

C’ tempo ancora per un paio di stoccate in ambito economico per dire che Confindustria non serve a nulla. negli ultimi anni diventato un trampolino per il presidente che passa a guidare aziende di Stato…. E si chiude sulla guerra: Ha spostato gli equilibri fissati da Yalta, avr rilevanti conseguenze geopolitiche. Finir quando le uniche due superpotenze esistenti, America e Cina, lo vorranno. Per ora nel loro interesse lasciare che Putin (un pupazzo) si logori. L’Europa non conta nulla, l’Italia ancora meno. Chi pensa che dovremmo prendere qualche iniziativa non sa quel che dice (e l’espressione pi ruspante strappa l’applauso convinto della platea).

8 marzo 2023 (modifica il 8 marzo 2023 | 20:11)

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