De Luca: darò vita alla costituente dell’area riformista aggregando il M5S

politica Mezzogiorno, 1 giugno 2022 – 09:27 Il governatore alla presentazione del suo libro: «Dovremo costruire un grande partito» di Angelo Agrippa Vincenzo De Luca è alla ricerca di un centrosinistra di gravità permanente, in grado di riempire il vuoto lasciato dalla crisi delle tradizionali forze politiche. Lui si ispira all’ area riformista, per la quale invoca una costituente, di cui gli farebbe piacere guidare il processo. «Io segretario del Pd? I leader ci sono già, facciamoli lavorare. A me piacerebbe di più dare vita a una costituente per unificare le forze riformiste, sono appassionato di questa prospettiva — ha detto nel corso della presentazione del suo libro La democrazia al bivio —. Penso al Partito democratico americano, dove c’è Ocasio-Cortez che sicuramente è più radicale di me, ma una grande forza riformista deve avere un centro che governa il partito e lo Stato. Sarebbe una grande e bella sfida costruire una grande forza riformista con un percorso unitario, nella quale possano convivere una parte radicale e una più realistica. Tra 10 mesi abbiamo le elezioni politiche e saranno una scadenza decisiva». La comunicazionePer De Luca c’è anche una seria questione che riguarda la capacità di comunicare del Pd: «Il Partito democratico parla una lingua antica, il linguaggio è simile all’aramaico. Vorrei consigliare ai nostri dirigenti di fare una battuta ogni tanto, una bestemmia, invece pipipi. Cresce una parte della società disponibile ad avere meno libertà per più sicurezza. Questo tema la sinistra in Italia non l’ha capito e rischia di essere un punto di blocco nella capacità di avere consenso. Il Pd da due anni regge bene, ma non ha capacità espansiva, rimane inchiodato al 20, 22%». Mentre ai 5 Stelle fermi al bivio non spetta che aggregarsi al nuovo processo costituente: «Non sono contento della loro crisi, ma credo che non ci sia spazio per due forze riformiste — ha sentenziato —. Dovremmo costruire un grande partito, sulla definizione di un programma. Giuseppe Conte è impegnato in un recupero identitario. Aveva l’immagine di un uomo equilibrato, di Stato, moderato, ma così rischia di perdere ancora di più». I referendumPoi, il presidente della Campania si è espresso a favore dei referendum sulla giustizia, facendo dire alla Lega che, evidentemente, gli ha fatto bene incontrare Matteo Salvini la scorsa settimana: «Purtroppo i referendum non penso siano risolutivi, perché sono abrogativi, ma la riforma andava fatta anni prima. Anche sull’abuso in atti d’ufficio continuiamo a balbettare. Ci vuole una svolta radicale». Sollecitato sulla protesta dell’area acerrana contro la quarta linea del termovalorizzatore ha replicato: «I sindaci che non vogliono la quarta linea, che non ho proposto io ma A2A, preferiscono i rifiuti in strada. La quarta linea serve per effettuare le manutenzioni sulle altre». Tuttavia c’è stato tempo per gioire della sentenza del Consiglio di Stato sulla dad: «Ci fu un ricorso al Tar ed una condanna nei miei confronti. Il Consiglio di Stato ha stabilito che con le mie ordinanze, invece, non è stato compromesso il diritto allo studio, ma si è attuata una modalità alternativa a salvaguardia della salute». E proprio per la scuola la Regione ha stanziato altri 100 milioni in quattro anni, prorogando il programma Scuola viva per le attività pomeridiane: «Ogni scuola — ha precisato l’assessore Lucia Fortini — avrà a disposizione 50.000 euro l’anno, saranno 500 le scuole coinvolte, con i laboratori di teatro, di musica, di sport ma anche di latino e matematica, per 300.000 studenti impegnati, 12.000 laboratori, 480.000 ore e circa 13.000 tra enti e associazioni partner». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 1 giugno 2022 | 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-01 07:28:00, Il governatore alla presentazione del suo libro: «Dovremo costruire un grande partito»,

Pietro Guerra

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