De Luca e la débâcle del Pd: «Basta depressione, chi è stanco stia a casa. Il Sud scomparso da orizzonte Pd»

le elezioni Mezzogiorno, 28 settembre 2022 – 14:34 Il governatore campano: «Ora serve un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale» di Redazione online Un appello a reagire subito alla sconfitta elettorale, pena il rischio di essere relegati a una dimensione regionalistica. È l’invito che viene dal governatore campano Vincenzo De Luca in una nota in cui analizza il dopo voto. «Avverto fra la nostra gente un clima di depressione, di “fine della storia”. Credo sia indispensabile uscire subito da questo stato d’animo. Il colpo è stato duro. Ma occorre reagire con forza. Chi si è stancato, stia a casa. Per chi vuole combattere è necessario guardare in faccia la realtà, con l’umiltà, il rigore, lo spirito autocritico necessariamente spietato, che ci è richiesto ora». Reagisce così, De Luca, alla sconfitta subita dai suoi fedelissimi e più in generale dal Pd, laddove il M5S si è affermato come primo partito. Prima c’è la parte dell’autocritica: «Prima che un problema di uomini e di programmi», afferma, «c’è un problema di relazioni umane. Nei nostri confronti è cresciuto un sentimento di insofferenza, di estraneità. Veniamo percepiti come un misto di presunzione, di supponenza e di inconcludenza. Il nostro linguaggio ha dimenticato le parole della gente normale. Parliamo una lingua morta. Spesso, non ci ascoltano neanche. Offriamo, il più delle volte, un personale politico senza nessun legame con i territori, cresciuto nelle stanze ammuffite delle correnti, o nei salotti pieni di luce e privi di aria. Non si vede gente che provenga dalla fatica e che conosca l’odore della terra bagnata, o il rumore di una fabbrica o l’angoscia di una vita di povertà, di una bottega che chiude, di un lavoro che non arriva mai». Poi la spinta a reagire: «Occorre scuotersi subito. Non è finita la storia. E’ finita la vicenda di una forza politica, che non si è data una identità programmatica chiara e percepibile, e un modo di essere, di lavorare e di selezionare i suoi gruppi dirigenti sulla base del merito e della militanza. Dopo le elezioni, abbiamo davanti un problema politico enorme: è in gioco, ormai, il carattere di forza nazionale del Pd. Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni. E in queste condizioni, si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all’ininfluenza. Ho apprezzato la grande dignità personale e politica espressa da Letta. Bene un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale. Occorrono chiarimenti di fondo. In questi anni, mi è capitato di segnalare innumerevoli volte le criticità, i vuoti programmatici, le degenerazioni della vita interna. Non ricordo, francamente, dirigenti che abbiano avuto il coraggio di parlare per tempo e con chiarezza. Ricordo solo gente politicamente corretta, e ben nascosta e mimetizzata. Si dovrà parlare anche di tutto questo, in una stagione politica, che ci obbliga a un linguaggio di verità. Per il resto, occorre avere fede e senso della storia. Con rispetto, attendiamo all’opera i vincitori delle elezioni. “Nihil dictu facilius”: nulla è più facile che parlare. Governare e decidere, è un’altra cosa. E in ogni caso, auguri all’Italia». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 28 settembre 2022 | 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-28 14:01:00, Il governatore campano: «Ora serve un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale»,

Pietro Guerra

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