Decreto aiuti: nuovo taglio al cuneo fiscale, fondi alle imprese che esportano in Russia

crisi e guerra

di Alessia Conzonato20 apr 2022

Commissione europea

Le sanzioni imposte alla Russia stanno avendo pesanti ripercussioni anche sulle imprese italiane, specialmente nell’industria. Basti pensare a quante hanno ridotto il loro giro d’affari interrompendo tutti i rapporti commerciali con Mosca. L’Unione europea, infatti, è pronta a dare il via libera a nuovi aiuti economici, e al pacchetto di misure preparato dal ministero degli Esteri su come distribuirli, alle aziende italiane in difficoltà a causa del conflitto in Ucraina. Sono circa 13 mila quelle che lavorano sui territori di guerra e devono far fronte a importanti perdite e cali di fatturato.

Fondi a soccorso delle imprese italiane

La Farnesina ha previsto sia finanziamenti a tasso agevolato e garanzie statali che contributi a fondo perduto, che arriveranno fino al 40% per un massimo di 400 mila euro. Questi fondi saranno destinati alle imprese che negli ultimi tre anni il 20% del loro fatturato aziendale totale è derivato da operazioni di esportazione diretta verso Russia, Bielorussia e Ucraina e permetteranno loro di non chiudere l’attività e valutare nuovi mercati su cui orientarsi. Entrambe le misure poggiano sulle risorse stanziate con la legge di Bilancio e sulla riattivazione della linea patrimonializzazione (per comprendere appunto anche le imprese italiane ch esportano nei paesi coinvolti dalla guerra) del Fondo 394/81, fondo gestito da Simest per conto del ministero dello Sviluppo economico dedicato ai finanziamenti a tasso agevolato finalizzati a facilitare lo sviluppo internazionale delle imprese italiane, in particolare le pmi.

Settori dell’industria italiana indeboliti dalla guerra

Dopo il disco verde della Commissione europea, il governo potrebbe varare un decreto apposito oppure inserire le misure nel decreto atteso per la settimana volto a contrastare l’emergenza economica, permettere alle imprese di far fronte ai rincari sia nell’ambito dell’energia che delle materie prime e favorire la ricerca di fonti alternative. Gli aiuti sono attesi, soprattutto, nei settori meccanico, della moda e agroalimentare. Secondo i dati di Confartigianato, l’Italia è al quarto posto tra i Paesi europei per valore di esportazioni sul mercato russo e ucraino: nel 2021 ha registrato vendite per 9,8 miliardi di euro. Nel settore della moda il Paese è in testa con esportazioni pari a 1,4 miliardi di euro.

Ipotesi taglio cuneo fiscale

Tornando al decreto per i nuovi aiuti, è attesa la ripartizione dei 6 miliardi di euro a disposizione e che è stata in parte già delineata dal Documento di economia e finanzia (Def) 2022. Senza ricorrere a modifiche nel bilancio, le risorse disponibili saranno destinate a cinque grandi obiettivi: rafforzare i fondi per le garanzie sul credito, coprire l’aumento dei prezzi sulle materie prime utilizzate nelle opere pubbliche, sopperire al caro energia, prestare soccorso ai profughi ucraini e, infine, destinare ulteriori sostegni ai settori indeboliti dalla pandemia. Ma un’ipotesi sul tavolo è di inserire nuovi strumenti, come un nuovo taglio del cuneo fiscale, una sorta di fase due dell’operazione avviata con la manovra (una riduzione dei contributi di 0,8 punti a vantaggio dei lavoratori fino a retribuzioni di circa 35 mila euro annui, esclusi colf e badanti). Anche le proporzioni della misura dovrebbero essere le stesse: l’ipotesi è che il finanziamento sia di circa un miliardo di euro.

Confronto politico sul decreto

L’obiettivo del governo è quello di sostenere i lavoratori e aumentare il loro potere d’acquisto, che – con l’inflazione che continua a correre e tutte le difficoltà legate al conflitto in Ucraina e agli strascichi della pandemia – si è notevolmente ridotto. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha sollecitato il governo su un taglio del costo del lavoro più significativo, ma secondo gli esperti questo richiederebbe un intervento da 16-18 miliardi di euro. Si tratta, inoltre, ancora di un’opzione che non è prevista dal Def e non è detto che entri nel decreto. Considerando anche la partita politica che si sta svolgendo su questo piano: la Lega chiede maggiori risorse contro il caro bollette e in aiuto alle imprese che affrontano la crisi energetica, mentre Pd e M5S pensano all’introduzione di un salario minimo e alla detassazione degli incrementi retributivi dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

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, 2022-04-20 06:39:00, Atteso l’ok di Bruxelles per stanziare risorse economiche in aiuto alle imprese italiane di cui almeno il 20% del fatturato deriva dalle esportazioni con Russia, Bielorussia e Ucraina, Alessia Conzonato

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