Delusione «Big Show»: l’intrattenimento di Canale 5 fatica a rinnovarsi

di Aldo Grasso

La curva del programma non è promettente: dal 13,7% della prima puntata siamo passati al 9,5% dell’ultima, sotto la soglia del 10%. Vincono i classici titoli forti

Si fa presto a dire… Big Show. Poi bisognerebbe anche essere in grado di mantenere la promessa. L’intrattenimento è semplicità, non è banalità, e mettere su uno spettacolo nuovo che ricorda il varietà richiede grande impegno, per questo si preferiscono spesso le formule collaudate. Big show è approdato su Canale 5 con un cambio di conduzione (da Andrea Pucci, che lo virava al comico, a Enrico Papi, che lo piega al sentimentale), ma gli ascolti sembrano tradire l’operazione che si concluderà il 5 maggio, il prossimo giovedì. Un giorno della settimana decisamente ostico per Canale 5, tradizionalmente presidiato dalla fiction Rai (ora da Don Matteo): la media di Papi al comando è piuttosto deludente, 1.805.000 spettatori medi, con una share dell’11,4% (per le prime quattro puntate). Siamo decisamente sotto media, e non troppo lontano dal 1.667.000 spettatori che il programma raggiungeva nella sua prima edizione pensata per Italia 1 (7,6%). Insomma, poco per la ammiraglia, anche al giovedì.

La curva non è poi promettente: dal 13,7% della prima puntata siamo passati al 9,5% dell’ultima, sotto la soglia del 10%. È evidente che, fra novità e reboot l’intrattenimento di Canale 5 fatichi a rinnovarsi, e vince coi suoi classici titoli forti (in queste settimane il consueto Amici, che vola sopra al 25% di share). È probabile che si sia stato fatto un errore di valutazione nel pensare che il programma fosse adatto a un pubblico più «largo» (soprattutto all’idea che Papi sia adatto a condurlo). Big show funziona bene tra gli spettatori giovani (18,6% di share fra 15 e 24 anni) e fra i bambini (sopra al 15%), ma perde consensi nel pubblico adulto, e in quello con livelli di istruzione medio-alti. Sul piano territoriale, lo show funziona meglio al Sud (18,8% in Puglia), ma cala pesantemente al Nord (in Lombardia 7,2%). (a.g.)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel

30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 23:55)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-04-30 21:56:00,

di Aldo Grasso

La curva del programma non è promettente: dal 13,7% della prima puntata siamo passati al 9,5% dell’ultima, sotto la soglia del 10%. Vincono i classici titoli forti

Si fa presto a dire… Big Show. Poi bisognerebbe anche essere in grado di mantenere la promessa. L’intrattenimento è semplicità, non è banalità, e mettere su uno spettacolo nuovo che ricorda il varietà richiede grande impegno, per questo si preferiscono spesso le formule collaudate. Big show è approdato su Canale 5 con un cambio di conduzione (da Andrea Pucci, che lo virava al comico, a Enrico Papi, che lo piega al sentimentale), ma gli ascolti sembrano tradire l’operazione che si concluderà il 5 maggio, il prossimo giovedì. Un giorno della settimana decisamente ostico per Canale 5, tradizionalmente presidiato dalla fiction Rai (ora da Don Matteo): la media di Papi al comando è piuttosto deludente, 1.805.000 spettatori medi, con una share dell’11,4% (per le prime quattro puntate). Siamo decisamente sotto media, e non troppo lontano dal 1.667.000 spettatori che il programma raggiungeva nella sua prima edizione pensata per Italia 1 (7,6%). Insomma, poco per la ammiraglia, anche al giovedì.

La curva non è poi promettente: dal 13,7% della prima puntata siamo passati al 9,5% dell’ultima, sotto la soglia del 10%. È evidente che, fra novità e reboot l’intrattenimento di Canale 5 fatichi a rinnovarsi, e vince coi suoi classici titoli forti (in queste settimane il consueto Amici, che vola sopra al 25% di share). È probabile che si sia stato fatto un errore di valutazione nel pensare che il programma fosse adatto a un pubblico più «largo» (soprattutto all’idea che Papi sia adatto a condurlo). Big show funziona bene tra gli spettatori giovani (18,6% di share fra 15 e 24 anni) e fra i bambini (sopra al 15%), ma perde consensi nel pubblico adulto, e in quello con livelli di istruzione medio-alti. Sul piano territoriale, lo show funziona meglio al Sud (18,8% in Puglia), ma cala pesantemente al Nord (in Lombardia 7,2%). (a.g.)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel

30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 23:55)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version