Denatalità, quali soluzioni? Serve un contesto culturale amichevole

Si stima che la popolazione italiana nel 2100 crollerà a quota 30,5 milioni, più che dimezzata nel giro di un secolo. E se questo si verificasse l’Italia potrebbe scivolare al venticinquesimo posto delle economie mondiali. E allora quello della denatalità è un trend che va invertito perché rischia di cambiare per sempre la storia dell’Italia.

Sono alcuni dei dati contenuti nel libro “Italia, l’ultima chiamata” (edizioni Chirico), scritto da quattro autori con professionalità e competenze diverse, che quindi hanno affrontato la questione sotto diversi punti di vista: Debora Donnini, giornalista di Radio Vaticana, Mario Di Carmine, dirigente industriale, Angelo Trecca, pedagogista, Maria Scicchitano, psicologa.

Per gli autori, si legge su Ansa, lo stile di vita che abbiamo avuto negli ultimi 70 anni non sarà più sostenibile in una società in cui vivranno 4 o 5 anziani per ogni bambino in età da scuola elementare. Il libro offre una puntuale analisi ma anche possibili elementi da cui ripartire per invertire il trend.

“Se è vero che il confronto internazionale sottolinea impietosamente la nostra criticità – sottolinea nella prefazione il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo – è anche vero che ci offre il confortante esempio di alcuni Paesi che, dopo aver toccato il fondo, sono riusciti a risalire la china”.

Dopo la pandemia infatti il numero medio di figli a famiglia è cresciuto a due cifre in diversi Paesi, dalla Romania al Portogallo, dall’Ungheria alla Polonia, per fare alcuni esempi. Gli strumenti per virare da questa situazione sono di ordine economico e fiscale, come un assegno unico ‘rafforzato’, fino a 300 euro, o un’Irpef a favore della natalità. Ma non solo: quello che occorre in Italia è anche un cambio culturale.

Per Blangiardo, che più volte ha messo in guardia le istituzioni dalla necessità di trovare soluzioni tempestive, occorre, con il contributo di tutti, “favorire un contesto culturale e normativo amichevole”.

Per gli autori occorre infine “riportare in auge la maternità”, oggi ancora penalizzata, per esempio, nel mondo del lavoro.

Nel libro si cita al proposito anche Papa Francesco secondo il quale, come disse all’udienza generale del 7 gennaio 2015, “una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale”.

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