Di Battista: «Di Maio? Trasformista, arrivista e disposto a tutto»

di Redazione PoliticaL’ex deputato, che Conte vorrebbe riportare nel Movimento 5 Stelle, sulla scelta di Letta di candidare il ministro degli Esteri alle Politiche 2022: «Il Luigi che conoscevo io detestava il Pd come null’altro e oggi corre coi dem, una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro» Alessandro Di Battista torna ad attaccare l’ex amico e compagno di Movimento: «Luigi Di Maio non ha un voto. Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi», scrive l’ex deputato 5 Stelle che lasciò il M5S in disaccordo sul sostegno al governo Draghi. Secondo quanto riporta l’Adnkronos, Di Battista si sarebbe sentito al telefono ieri pomeriggio con il leader M5S Giuseppe Conte, una chiamata «franca e cordiale». Sul tavolo, l’eventuale candidatura di uno dei volti più amati del Movimento della prima ora, che avrebbe chiesto all’ex premier delle garanzie politiche per tornare in campo. Oggi che quindi non è più tanto remota la possibilità di un suo «ritorno a casa» e dopo la totale disponibilità già annunciata da Conte — «Alessandro Di Battista è una persona seria, assolutamente leale. Ci confronteremo con lui e vedremo se condividerà questo nuovo percorso con queste regole statutarie e questa carta dei principi e dei valori» — «Dibba» scrive un lungo post su Facebook per commentare la decisione del Pd di Enrico Letta di candidare Di Maio nel listone «Democratici e progressisti» in cui troveranno posto tutti gli alleati della coalizione a guida Pd-Azione che altrimenti non riuscirebbero a strappare un seggio con il proporzionale: «Perché il Pd dovrebbe concedergli il “diritto di tribuna” — sostiene Di Battista —, un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il Movimento 5 Stelle tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti. Ma, salvo rare e preziose eccezioni, oggi i giornalisti a Di Maio non chiedono nulla. Lo trattano come Mazzarino nonostante abbia dilapidato un consenso colossale costruito con il sudore della fronte anche (e soprattutto) di persone che non hanno chiesto mai nulla in cambio». L’antico sodalizioL’ex deputato— al momento impegnato a scrivere reportage dalla Russia — si chiede perché il leader di Azione Carlo Calenda abbia fatto cadere il veto sul ministro degli Esteri: «Calenda che fino a poche ore fa fingeva attacchi di orticaria al solo sentir pronunciare il nome di Di Maio sta zitto e buono. Ha ottenuto poltrone su poltrone e gli basta così. La politica ridotta ad un ufficio di collocamento». Le parole più dure però sono per l’ex capo politico dei 5 Stelle: «Il Di Maio che ricordo io — ai tempi dell’onestà intellettuale o della fraudolenta recitazione — detestava il Pd come null’altro. Oggi, a quanto pare, il suo nome comparirà sotto il simbolo del Pd. Beh, se così fosse vi sarebbe una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro. Questa è la politica politicante, ciò che più impedisce il cambiamento, ciò che è più distante dalle esigenze dei cittadini, dai loro drammi. Ciò che più allontana gli italiani dalle urne. Ciò che più indebolisce quel che resta della democrazia». Insieme per il futuro e Impegno civicoIl post arriva dopo gli insulti ai fuoriusciti del fondatore e garante M5S Beppe Grillo, che lunedì li aveva «schedati» tutti nell’album delle figurine zombie. Anche Di Battista, come Grillo, prevede «l’estinzione» per la nuova avventura politica di Di Maio: «In tutto ciò qua si “rischia” un rapido decesso anche per “Impegno Civico (per le natiche di Di Maio)”. Dopo “Insieme per la Colla Vinilica” (Insieme per il futuro, ndr) un nuovo, fondamentale, strumento per la democrazia, potrebbe scomparire a breve. Complimenti vivissimi a quei 65 fenomeni che gli sono andati dietro nella speranza di un posizionamento. Un po’ come Aldo in “Tre uomini e un gamba” adesso non possono né scendere né salire, né scendere né salire. Ma forse anche per loro c’è un “sentiero”. Tornino dignitosamente alle loro vite evitando di postare foto di Di Maio come fosse uno statista. Uno Statista pensa allo Stato, Di Maio pensa a se stesso». 3 agosto 2022 (modifica il 3 agosto 2022 | 13:22) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-03 09:04:00, L’ex deputato, che Conte vorrebbe riportare nel Movimento 5 Stelle, sulla scelta di Letta di candidare il ministro degli Esteri alle Politiche 2022: «Il Luigi che conoscevo io detestava il Pd come null’altro e oggi corre coi dem, una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro», Redazione Politica

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