di Andrea Marinelli
Secondo fonti ucraine, i responsabili del massacro avvenuto alla periferia di Kiev sarebbero il tenente colonnello russo Omurekov Azatbek Asanbekovich e la sua unità 51460. Un report di Human Rights Watch conferma «apparenti» crimini di guerra
I corpi abbandonati lungo la strada, davanti alle case, la fossa comune lunga 13 metri scavata nel giardino della chiesa di Bucha e ripresa dalle immagini satellitari di Maxar Technologies. Questo scavo conterebbe centinaia di civili: per gli ucraini molti sono stati freddati, qualcuno è stato ucciso mentre era in bicicletta, altri sono stati assassinati con le mani legate dietro la schiena, altri ancora spazzati via dalla battaglia. Secondo gli attivisti che hanno setacciato dati e immagini disponibili, i responsabili del massacro di Bucha sarebbero il tenente colonnello russo Omurekov Azatbek Asanbekovich e la sua unità 51460, la 64esima brigata di artiglieria motorizzata arrivata in Ucraina dal villaggio di Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Chabarovsk, oltre la Cina e la Corea del Nord. L’unità 51460 era di stanza a Bucha, sostengono i volontari del progetto InformNapalm, che hanno pubblicato su Telegram i dati del comandante, ripresi – e poi censurati – anche su Reddit. Nelle immagini pubblicate online (e nella foto sopra), alcuni soldati del battaglione sventolano anche una bandiera della repubblica di Sacha — o Jacuzia — che si trova nella Siberia orientale.
«Siamo riusciti a trovare anche l’indirizzo di casa del boia russo», hanno scritto gli attivisti di InformNapalm, mostrandone l’email – dalla quale si potrebbe dedurre che Omurbekov ha 40 anni – e il numero di telefono e dichiarandosi pronti a rendere pubblici tutti i nomi di «questi assassini e stupratori». Le informazioni sono state rilanciate anche dagli attivisti di Anonymous e sembrerebbero provenire dalla lista (parziale) dei 120 mila soldati dispiegati in Ucraina pubblicata il 1° marzo dalla Pravda di Kiev, da cui emergeva che a nordovest della capitale erano impiegati i soldati del distretto militare orientale. Nell’area, notano inoltre gli osservatori, erano stazionati anche carristi della Guardia (36esima armata del distretto dell’Estremo Oriente russo) ed elementi del 331esimo Reggimento parà della 98esima divisione aerotrasportata.
«Questa non è un’operazione militare speciale», ha affermato da Bucha Wladimir Klitschko, ex pugile e fratello del sindaco di Kiev Vitali. «Questo è genocidio». Un report di Human Rights Watch conferma «apparenti» crimini di guerra nelle aree controllate dai russi, nelle regioni di Chernihiv, Kharkiv e Kiev: stupri, esecuzioni sommarie e di massa, violenze e minacce ai civili, episodi documentati fra il 27 febbraio e il 14 marzo. Proprio a Bucha,un testimone ha riferito di un’esecuzione avvenuta la mattina del 4 marzo: cinque uomini vennero fatti inginocchiare ai margini della strada, con la maglietta a coprire il volto, e uno di loro fu colpito con un colpo di pistola alla testa. «Questi casi evidenziano una violenza e una crudeltà deliberata nei confronti dei civili ucraini», spiega il direttore di Hrw per l’Europa e l’Asia Centrale, Hugh Williams.
Se in passato era difficile — soprattutto a caldo — ricostruire le responsabilità e la dinamica di un crimine di guerra, in questo conflitto la «nebbia» che di norma avvolge i combattimenti si è diradata: tutto è pubblico, visibile attraverso le immagini satellitari, i social network, i dati open source e le ricognizioni dell’intelligence. Queste informazioni, tuttavia, possono ingannare e vanno prese con cautela, verificate: il ruolo di Omurbekov e dei suoi uomini arrivati dall’estremo Oriente per combattere in Ucraina va confermato, ma è sorprendente come siano bastate poche ore per rintracciare l’unità russa che operava a Bucha prima della ritirata del 30 marzo.
4 aprile 2022 (modifica il 4 aprile 2022 | 14:18)
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, 2022-04-04 12:08:00, Secondo fonti ucraine, i responsabili del massacro avvenuto alla periferia di Kiev sarebbero il tenente colonnello russo Omurekov Azatbek Asanbekovich e la sua unità 51460. Un report di Human Rights Watch conferma «apparenti» crimini di guerra, Andrea Marinelli