Dimissioni Draghi, governatori di FdI contro l’appello dei sindaci: «È una forzatura»

I presidenti di ’Abruzzo, Marche e Sicilia Marsilio, Acquaroli e Musumeci: da noi nessun appello per sostenere il premier «Non sottoscriveremo nessun appello affinché Mario Draghi resti a Palazzo Chigi». Il rifiuto a esprimere sostegno al premier – che il 14 luglio è salito al Colle per rassegnare le dimissioni – è scritto nero su bianco su una nota firmata da tre governatori di Fratelli d’Italia: il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. Hanno deciso di non unirsi all’iniziativa lanciata dai sindaci delle maggiori città italiane, a cui si sono aggiunti alcuni governatori: chiedono al premier di continuare a presiedere il governo nato nel febbraio 2021. Ma Marsilio, Acquaroli e Musumeci — che appartengono all’unico partito di opposizione — non ci stanno. «Non condividiamo questa iniziativa sia nel merito che nel metodo», scrivono. A questa critica si aggiunge una certa preoccupazione per le modalità adottate da chi ha sottoscritto il messaggio rivolto a Draghi: «Un presidente di Regione o un sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare – spiegano – e non possono permettersi di utilizzare le Istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere». Un’opinione in linea con quanto espresso da Giorgia Meloni, contraria a un Draghi-bis e convinta che sia necessario andare alle urne. La leader di FdI si chiede se «sia corretto che questi sindaci e governatori usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito». 17 luglio 2022 (modifica il 17 luglio 2022 | 16:52) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-17 14:52:00, I presidenti di ’Abruzzo, Marche e Sicilia Marsilio, Acquaroli e Musumeci: da noi nessun appello per sostenere il premier, Ivano Lettere

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