Dirigenti scolastici, dopo 9 anni devono cambiare scuola: il Ministero vuole applicare subito la rotazione. Ma presidi e sindacati dicono no

Uno dei temi caldi che riguardano la scuola è quello della rotazione dei dirigenti scolastici. Una necessità, secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che andrebbe incontro alle richieste dell’Anac, nell’ottica di un piano anti-corruzione nella scuola.

Tutto è iniziato, per così dire, dall’USR Lazio, con il direttore Rocco Pinneri, che ha riportato la posizione della Corte dei Conti, ricordando ai vari Uffici scolastici regionali di applicare un’indicazione del codice anticorruzione (approvata nel 2001, poi confermata nel 2012) che inserisce anche i presidi tra le categorie soggette a rotazione. Il motivo è riconducibile proprio perché gestiscono appaltiaffidamenti e acquisto di beni, potrebbero essere allettati da proposte indicenti.

Fino ad oggi, il tetto di permanenza nella stessa sede non è uguale per tutte le Regioni: se nel Lazio il mandato triennale viene rinnovato una volta, quindi fino a 6 anni, in Emilia Romagna e Marche, ad esempio, si arriva a 9 anni. In Puglia addirittura a 12.

Il piano del Ministero

Il Ministero ha presentato nelle scorse settimane il piano di rotazione dei Ds alle organizzazioni sindacali. Viale Trastevere prevede una permanenza massima di 9 anni nella stessa sede, ammettendo deroghe solo in casi particolari, come ad esempio il prossimo pensionamento del dirigente, la particolare configurazione del territorio se foriera di significativi spostamenti oppure particolari progetti, ricordando che i 3 mandati, nella dirigenza pubblica, sarebbero un’eccezione rispetto agli altri comparti.

Se così si procederà, bisognerà però considerare bene il quadro: in un precedente articolo abbiamo spiegato che sul mancato rinnovo degli incarichi ad alcuni dirigenti scolastici che avrebbero sforato il limite temporale prescritto dai rispettivi USR, si sono registrati alcuni contenziosi, sia stragiudiziali, con interventi congiunti di natura sindacale, che giudiziari.

I presidi dicono no: già le norme anti-corruzione vengono applicate

Applicare il limite massimo di permanenza già dal prossimo anno scolastico non è per noi ipotizzabile, sia perché si tratta di una disciplina che interviene adesso a livello nazionale per la prima volta sia perché essa si inserisce nel delicato passaggio alle fasce nazionali di complessità delle scuole” ha commentato l’ANP, dichiarandosi contraria dunque alla manovra prevista dal Ministero.

L’Associazione nazionale presidi ha messo in evidenza che, “così come l’esigenza di completamento di progetti internazionali di particolare complessità consente il rinvio del pensionamento nonostante i raggiunti limiti di età, si deve analogamente concludere che il completamento dei progetti del PNRR deve consentire una deroga al limite dei tre mandati nella medesima scuola. Inoltre, la normativa anticorruzione non prevede la rotazione automatica e indiscriminata per i dirigenti delle strutture a basso rischio corruttivo, quali sono le scuole per ammissione della stessa ANAC. È quindi fondamentale iniziare il conteggio dei tre mandati solo a partire dal prossimo anno e senza alcun effetto retroattivo“.

Anche l’Andis non si dice favorevole al piano del Ministero, sottolineando come le istituzioni scolastiche sono, a parere dell’ANAC stessa, amministrazioni a ridotto grado di esposizione al rischio corruttivo e come la rotazione periodica della dirigenza non sia tra le misure preventive individuate per contrastare il rischio corruttivo nelle scuole.

Inoltre, l’associazione guidata da Paola Bortoletto, ricorda che i presidi già utilizzano le misure suggerite da ANAC per non incorrere in situazioni corruttive e ritiene che la rotazione debba essere programmata in maniera tale da non pregiudicare il corretto svolgimento delle funzioni dei Dirigenti Scolastici, il cui ruolo è mirato alla realizzazione di una scuola democratica e inclusiva.

Per questo motivo, i presidi Andis auspicano che l’Amministrazione voglia sospendere l’applicazione della misura dal prossimo anno e voglia destinare alla questione un ulteriore approfondimento.

Sindacati perplessi: spostare la decorrenza

Anche le sigle sindacali di categoria si sono espresse sul piano di rotazione dei DS. La CISL Scuola si è detta contraria alla norma e ha chiesto “un’interlocuzione con l’Anac, proponendo comunque una decorrenza spostata nel tempo, visto che i dirigenti si devono già confrontare con molteplici incombenza (dimensionamento, fasce nazionali e progetti Pnrr)“.

Pensare ai dirigenti scolastici come esecutori, come burocrati significa non averne compreso la responsabilità professionale e il ruolo dinamico all’interno della comunità educante. Spostare il dirigente scolastico – sottolinea la UIL Scuola Rua – crea un danno alla continuità didattica e amministrativa e all’interesse pubblico. La previsione generalizzata della rotazione degli incarichi appare esorbitante e dannosa, soprattutto in determinati territori particolarmente esposti a rischi sociali o a dispersione scolastica”.

 “Ci sembra quantomeno strano che, all’avvio di procedure complesse come quelle connesse all’attuazione del PNRR, possa essere ripresa in considerazione la necessità di trasferire i dirigenti scolastici ad altre sedi”, dice il sindacato Snals.

“Oggi più che mai invece c’è l’esigenza di garantire continuità amministrativa e gestionale per non disperdere il patrimonio di conoscenza del contesto che ogni dirigente scolastico ha maturato svolgendo le proprie funzioni in territori caratterizzati da elevati indici di complessità. La continuità vale ancora di più nel momento in cui l’Unione Europea ci chiede di raggiungere risultati sul fronte della dispersione e dei livelli di apprendimento già entro il prossimo anno scolastico. Senza parlare del fatto che l’Anac più volte ha escluso le scuole dalle amministrazioni ad elevato rischio corruttivo”, conclude.

Una cosa è aumentare l’aliquota della mobilità volontaria per esigenze familiari legate anche alla prossima riduzione di mille presidenze e in considerazione delle assunzioni dell’ultimo concorso avvenuto a livello nazionale, un’altra è rimuovere i responsabili diretti della progettazione della spesa dei fondi comunitari mentre è in corso la nuova progettazione“, dice l’UDIR.

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