Diritti e lavoro: salario minimo o corrida? Tra societal* e social** la sfida del terzo millennio

di Stefano Montefiori

La sinistra – tutte le sinistre, dall’Europa agli Stati Uniti – hanno schiacciato in un angolo i temi economici per investire su quelli civili/individuali. Una tendenza globale, finita al cuore del dibattito francese.Ma se non la sinistra a occuparsi di stipendiminimi, potere d’acquisto e rincaro delle bollette chi lo far?

Vogliamo pensare a come aumentare il salario minimo per milioni di lavoratori? No, dedichiamoci piuttosto all’abolizione della corrida nelle tre regioni dove autorizzata. Quando il 24 novembre scorso il partito della France Insoumise ha scelto gli argomenti da mettere all’ordine del giorno nel dibattito parlamentare, si trovata di fronte a un bivio anche simbolico: da una parte c’erano questioni relative al lavoro, un tempo cavallo di battaglia della sinistra, dall’altra temi legati a valori e stili di vita. Era il giorno della nicchia parlamentare, cio la giornata in cui dalle 9 a mezzanotte un gruppo specifico dell’Assemblea nazionale ha il diritto di presentare le sue proposte di legge.

* IL TERMINE FRANCESE ‘SOCIETAL’ GUARDA ALLA VITA DEGLI INDIVIDUI, DALL’ABORTO ALL’EUTANASIA, IN QUANTO PARTE DI UNA SOCIET ORGANIZZATA

All’ultimo momento il partito di Jean- Luc Mlenchon, che pure prima dell’estate aveva fatto della tutela dei lavoratori il cuore della sua campagna elettorale, ha cambiato l’ordine del giorno, temendo di non avere tempo sufficiente per esaminare tutte le sue quattro proposte. Dovendo sceglierne solo due, ha accantonato la prevista discussione sul salario minimo a 1600 euro al mese netti (oggi sono 1300) e sull’istituzione di una commissione di inchiesta su Uber, per parlare del no alla corrida e dell’introduzione del diritto all’aborto nella Costituzione. Tutti argomenti importanti, specie quest’ultimo, ma la strada scelta dalla sinistra radicale sembrata confermare una tendenza di fondo: la politica affronta malvolentieri i problemi sociali ed economici—collettivi —, preferendo quelli etici, legati a valori individuali. Succede in tutto il mondo, ma in Francia la distinzione si cristallizzata in due termini contrapposti: social contro socital. Il termine social legato alla vita economica, con il suo carico di difficolt e pesantezze: frattura sociale, conflitto sociale, il sistema di sicurezza sociale — che per definizione in perdita. Questioni poco sexy, e poco risolvibili. Socital indica invece, secondo il dizionario Larousse, i diversi aspetti della vita sociale degli individui, in quanto parte di una societ organizzata.

** IL TERMINE FRANCESE ‘SOCIAL’ LEGATO INVECE ALLA VITA ECONOMICA: FRATTURA SOCIALE, CONFLITTO SOCIALE, SISTEMA DI SICUREZZA SOCIALE

Anche qui non mancano questioni profonde e primarie come l’eutanasia o l’interruzione di gravidanza, ma ci si pu dedicare anche a temi meno epocali come il menu vegetariano nelle mense scolastiche, o seri ma tutto sommato non centrali come la corrida o la disciplina dei monopattini nelle grandi citt. Social evoca fabbriche, operai, lotta di classe, XX secolo. Socital pi moderno, significa per esempio chiedersi se giocare a golf sia rispettoso dell’ambiente. Semplificando molto, social sono i negozi chiusi la domenica in virt delle tutele dei diritti dei lavoratori; socital riflettere su che cosa sia corretto comprare, nei negozi ormai sempre aperti, anche la domenica.

QUEL DIETROFRONT DI FRANOIS HOLLANDE: L’ULTIMO PRESIDENTE SOCIALISTA, IN CAMPAGNA ELETTORALE PUNT SULLA GUERRA ALLA FINANZA. MA ALL’ELISEO PREFERI’ FARE LA LEGGE SUI MATRIMONI GAY

Un caso di scuola in Francia stata la presidenza di Franois Hollande, l’ultimo capo di Stato socialista. Conquist il potere anche grazie al celebre discorso del Bourget in cui proclam il mio nemico il mondo della finanza e annunci una tassa del 75% per i redditi superiori al milione di euro. Molto social. Una volta arrivato all’Eliseo, Hollande fu raggiunto dalla realt: niente guerra alla finanza, niente tassa del 75%, ma la legge sul mariage pour tous, le nozze aperte agli omosessuali, il suo lascito pi importante. Socital vuol dire anche diritti civili fondamentali e sacrosanti, certo, una categoria che comprende battaglie decisive. Il guaio non dedicarsi al socital, ma occuparsi solo di quello, dimenticando il social.

GILLES CLAVREUL: LA LINEA STRATEGICA SU LAVORO E CAPITALE PERMETTEVA DI DISTINGUERE FRA DESTRA E SINISTRA.OGGI SUCCEDE SEMPRE MENO

Come ci si pone su lavoro e capitale quello che permetteva di distinguere tra sinistra e destra pi o meno in tutte le democrazie occidentali. Oggi accade sempre meno, ed un fenomeno che riguarda tutti i partiti, anche quelli di sinistra che pochi mesi fa nella campagna elettorale francese promettevano di tornare ai fondamentali occupandosi delle condizioni di vita dei lavoratori, dice l’alto funzionario Gilles Clavreul, assieme al compianto Laurent Bouvet fondatore nel 2016 del movimento Printemps Rpublicain.

Quel barbecue simbolo del patriarcato

una tendenza planetaria alla quale i francesi sono forse pi sensibili, perch individuata gi negli Anni Sessanta da Cornelius Castoriadis e Claude Lefort nella rivista Socialisme ou barbarie o da Guy Debord dell’Internationale situationniste. Tutti e tre avevano previsto che la societ avrebbe conosciuto un’inversione: quel che Marx chiamava le sovrastrutture politiche e soprattutto culturali sarebbero diventate la vera struttura, al posto dell’economia e delle condizioni materiali. Il punto di arrivo estremo, o se vogliamo la caricatura di questa impostazione, rappresentato dalla deputata Sandrine Rousseau che trova il tempo per denunciare il barbecue come simbolo del patriarcato, dice Clavreul.

Il virilismo e il consumo di carne rossa

Sandrine Rousseau, deputata ecologista di Parigi e componente della Nupes (la Nuova unione popolare ecologica e sociale guidata da Mlenchon), una delle personalit emergenti della politica francese. Interpreta l’impegno ambientalista come indissolubile da quello femminista: secondo lei viviamo nell’androcene , l’era del capitalismo sfrenato, del riscaldamento climatico e del patriarcato, mali intrecciati.Ma alla fine, pi che combattere il capitalismo o quantomeno provare a proporre un’alternativa, Rousseau occupa un enorme spazio mediatico denunciando il maschilismo dei colleghi di partito, oppure individuando nel consumo della carne rossa un segno di deprecabile virilismo. Chi sembra avere imboccato il percorso contrario Marine Le Pen, che si occupa poco o nulla di questioni socital ma molto di quelle social. Gi ai tempi del mariage pour tous la leader del Rassemblement national si distinse per lo scarso appoggio offerto agli oppositori delle nozze gay.

Niente difesa della famiglia all’antica

Chi si aspettava che l’estrema destra lepenista facesse propria la causa dei cattolici tradizionalisti indignati per il matrimonio degli omosessuali rimasto deluso: niente difesa a spada tratta della famiglia all’antica, nessuna profezia di fine della civilt, semmai un generico rispetto verso le scelte individuali dei singoli. Marine Le Pen si staccata dall’estrema destra identitaria e tradizionalista, per dedicarsi piuttosto alle classi popolari abbandonate dalla sinistra, specie nel Nord della Francia. Forse questa una delle ragioni del suo successo e della sua avanzata continua. Marine Le Pen tra le poche personalit politiche che danno la priorit ai temi social passati di moda: il potere d’acquisto e il rincaro delle bollette, prima ancora dell’immigrazione. E anche riguardo agli stranieri, se il rivale Eric Zemmour fa della lotta all’immigrazione un tema culturale, identitario, socital perch legato a una certa idea della Francia tradizionale, alto borghese e etnicamente omogenea, Marine Le Pen pone la questione in modo pi concreto (e social), in termini di sicurezza e salvaguardia dei posti di lavoro per i cittadini francesi.

FUKUYAMA: LA STORIA SEMBRA ESSERE FINITA NON PERCH LA REALT SIA ORMAI PRIVA DI SOPRASSALTI E TRAGEDIE,MA PERCH UN UNICO MODELLO SOCIO-ECONOMICO SI IMPOSTO NELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI. E PREVALE IL MARKETING POLITICO IN STILE WALMART

Il problema di un’impostazione esclusivamente socital della politica che rischia di precludere una visione d’insieme, collettiva. Il pericolo sta nell’occuparsi di mille cause, magari anche giuste, ma prive di un respiro unitario che unisca i cittadini invece di dividerli. quel che denuncia in America l’intellettuale di sinistra Mark Lilla, preoccupato per le derive del particolarismo culturale e per la politica ridotta a tutela di categorie e diritti specifici. Anni fa Laurent Bouvet invit Mark Lilla a Parigi per una conferenza dopo la vittoria di Trump ricorda Clavreul e lui mise a confronto i siti di Trump e Hillary Clinton: il primo conteneva un unico messaggio chiaro,Maga (Make America great again), che si pu amare o detestare ma ha il pregio di rappresentare una visione collettiva per il Paese; il secondo era un elenco delle misure a tutela della singole categorie, “faremo questo per la comunit Lgbt”, “quest’altro per i neri”, “questo per gli ispanici” e cos via, una specie di marketing politico in stile WalMart.

Onfray: tutti i mali vengono da Maastricht

Secondo Michel Onfray, discusso filosofo protagonista di una recente conversazione catastrofista con Michel Houellebecq sulla sua rivista Front Populaire, in Europa tutti i mali vengono da Maastricht. Una volta che anche la sinistra ha abbracciato il modello economico liberale, cosa che Mitterrand in Francia ha fatto nel 1983 appena due anni dopo avere vinto le elezioni grazie all’alleanza con i comunisti, ogni speranza di cambiare la societ nel profondo abbandonata. Dieci anni dopo, Maastricht ha sancito in tutta Europa la fine della possibilit stessa delle lotte sociali. In questo Francis Fukuyama, autore mille volte dileggiato della teoria della fine della storia, sembra averci preso: la storia sembra essere finita non perch la realt sia ormai priva di soprassalti e tragedie,ma perch un unico modello socio-economico si imposto nelle democrazie occidentali. Non resterebbero quindi, a sinistra e a destra, che le piste ciclabili e temi tutto sommato periferici come i rave party, che la nuova maggioranza italiana si affrettata a disciplinare nei primissimi giorni di governo, o l’uniforme per gli studenti universitari, proposta certo non fondamentale avanzata dai Rpublicains che stanno eleggendo il loro nuovo leader.

Addio lotta di classe

Per scongiurare la fine delle grandi ambizioni politiche e dell’universalismo Clavreul ha fondato il Printemps rpublicain, che trova nella difesa della laicit francese un valore attorno al quale possa riunirsi tutta la societ, in polemica con la sinistra radicale che alla lotta di classe preferisce talvolta i temi socital o la tutela delle singole comunit etnico-religiose, con i francesi neri e arabi chiamati a svolgere il ruolo di un nuovo proletariato di sostituzione, l’unico che possa garantire voti. Una proposta politica che si voglia vincente chiamata a confrontarsi con pi attenzione sui due versanti, il socital certo ma anche il caro vecchio social, specie in tempi di inflazione, penuria energetica e difficolt a pagare le bollette.

Un modello possibile, soprattutto per la sinistra, potrebbe tornare a essere quello scandinavo dice Clavreul. vero, in Svezia ha vinto la coalizione di destra ed estrema destra, ma in Danimarca la sinistra regge perch torna a occuparsi di questioni classiche come il lavoro, la sicurezza e l’immigrazione, da intendersi qui come una questione sociale, legata alle condizioni materiali di vita. La scommessa danese occuparsi certo di diritti civili, parit uomo-donna, tutela Lgbt e lotta al razzismo, ma trascurando temi socital da sinistra ZTL, come la chiamiamo in Italia, o da destra dei valori, per dedicarsi a preoccupazioni sentite da tutti, come la sicurezza o l’inflazione. Secondo Mark Lilla, il futuro della politica andare oltre quei militanti che non sanno parlare pi di nulla se non delle loro differenze.

21 dicembre 2022 (modifica il 21 dicembre 2022 | 11:20)

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, 2022-12-21 17:47:00, La sinistra – tutte le sinistre, dall’Europa agli Stati Uniti – hanno schiacciato in un angolo i temi economici per investire su quelli civili/individuali. Una tendenza globale, finita al cuore del dibattito francese.Ma se non è la sinistra a occuparsi di stipendiminimi, potere d’acquisto e rincaro delle bollette chi lo farà?, Stefano Montefiori

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