Calenda-Renzi, la divergenza nel dialogo con il governo Meloni

Il Terzo Polo si sta dividendo tra una filiera che sostiene la premier Giorgia Meloni e una solidale con Silvio BerlusconiIl cosiddetto Terzo polo si sta dividendo tra una filiera che sostiene la premier Giorgia Meloni e un’altra solidale con Silvio Berlusconi. Per ora, la contraddizione non produce effetti destabilizzanti. Ma potrebbe nel futuro prossimo diventare elemento di tensione, se non motivo di rottura: per l’opposizione «responsabile», più che per la maggioranza del governo di destra.Mercoledì Matteo Renzi, dopo avere speso complimenti, ricambiato, per il fondatore di FI, ha scagliato il sasso contro Palazzo Chigi. «Berlusconi lo puoi amare, lo puoi odiare, ma sai chi è. Anche per questo trovo ingenerosi i fischi che la piazza di Meloni gli ha riservato»: riferimento ai mormorii contro il Cavaliere alla manifestazione romana di domenica scorsa per i dieci anni di Fratelli d’Italia, partito della premier. «Senza FI», ha aggiunto Renzi, «Meloni va a casa. E chi fischia Berlusconi dovrebbe ricordarsi che gli deve tutto». È una sintonia che va oltre simpatia e stima reciproche. Si salda anche sulla giustizia con la comune ammirazione per il Guardasigilli, Carlo Nordio, deciso a contrastare la magistratura «politicizzata». L’aspetto singolare di questa convergenza, non tanto di caratteri quanto di interessi, è che diverge in modo vistoso da quella simmetrica e opposta tra il leader di Azione e Meloni. A fine novembre, Calenda è riemerso da un colloquio a Palazzo Chigi con parole a dir poco positive per la leader della destra, definita tra l’altro «molto preparata». Ma soprattutto, nell’occasione ha sostenuto che Berlusconi, «invece di sabotare Meloni» doveva «contribuire a fare la manovra». I suoi giudizi sono stati considerati inusuali, per una forza d’opposizione: tanto che ha dovuto smentire di essere «una stampella» del governo; e assicurare che né gli era stato chiesto, né avrebbe accettato un ruolo simile. Ma il tema, a circa un mese di distanza, è diventato un altro: e cioè dove possa portare lo strabismo politico di un Terzo polo che mostra di avere e gridare idee con la doppia voce di Calenda e Renzi; e in parallelo si divide tra l’«opposizione responsabile» a Meloni e a Berlusconi: due alleati tra i quali non corre buon sangue.A essere benevoli si può pensare a un astuto gioco delle parti per dividere i partiti dell’esecutivo e trarne tutti i possibili vantaggi. Una punta di malizia, invece, induce a sospettare una competizione strisciante nel Terzo polo, alla quale è stata messa la sordina fino alle elezioni del 25 settembre; con Calenda leader, portavoce e stratega, e Renzi defilato, anche perché a corto di voti da far pesare. Ma adesso si è già aperta una fase nuova, che lascia intuire motivi di contrasto e protagonismi latenti: una dinamica destinata ad accelerarsi dopo il voto regionale di febbraio. 21 dicembre 2022 (modifica il 21 dicembre 2022 | 22:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-21 22:06:00, Il Terzo Polo si sta dividendo tra una filiera che sostiene la premier Giorgia Meloni e una solidale con Silvio Berlusconi, Massimo Franco

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