Divorzi e separazioni più veloci: ecco cosa cambia dal 1 marzo con la riforma Cartabia

Diritti

di Massimiliano Jattoni Dall’Asn26 feb 2023

Divorzi e separazioni più veloci: cosa cambia dal 1° marzo con la riforma Cartabia

Il “divorzio all’italiana” cambia le sue regole. Dal 28 febbraio, infatti, partir la riforma del processo civile, con l’obiettivo di ridurre i tempi delle cause e la mole degli arretrati (riforma inserita tra quelle previste dal Pnrr). Cos, per snellire gli iter della giustizia civile una delle novit pi importante riguarda proprio la fine dei matrimoni, con la possibilit di proporre in un solo atto e davanti allo stesso giudice sia la richiesta di separazione sia il divorzio. Dal primo marzo, dunque, addio ai due riti distinti, come stabilito dalla riforma del diritto di famiglia dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che il governo Meloni ha deciso di anticipare.

Riduzione dei tempi a 90 giorni

La riforma prevede un tempo di attesa massimo di 90 giorni per fissare la prima udienza, questo per accorciare i tempi procedurali a circa 8 mesi (secondo l’Istat un divorzio contenzioso dura circa un anno e mezzo, mentre secondo i dati del ministero della Giustizia, un divorzio senza accordo pu superare i 680 giorni). La velocizzazione comporta per la presentazione di qualche documento in pi, soprattutto in caso di figli, per i quali viene previsto un piano genitoriale. Ma se il primo step l’accorpamento in un’unica domanda di separazione e divorzio, l’obiettivo finale l’istituzione di un giudice specializzato. Entro ottobre 2024, infatti, deve vedere la luce il nuovo tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, destinato ad occuparsi, nelle sue diverse articolazioni sezionali, di tutte le materie ora divise fra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare. In soldoni, la trasformazione dell’attuale assetto poggia su due pilastri: da una parte, il nuovo procedimento, con le regole del nuovo tribunale della famiglia, improntate alla razionalizzazione e alla migliore efficienza; dall’altra, l’ordinamento con il tribunale unico per garantire unitariet di giurisdizione.

Come funziona

La domanda per divorzio/separazione dovr essere presentata con ricorso. Il ricorrente deve dimostrare immediatamente al giudice i mezzi di prova, gli elementi di diritto e i documenti utili al ricorso, oltre la propria condizione patrimoniale attraverso il deposito dell’elenco dei beni mobili registrati di propriet, le quote societarie, gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari e la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni. In caso di omissioni il coniuge che non attesta la propria reale condizione economica potr essere condannato dal giudice al pagamento delle spese legali nonch ai danni patiti dalla controparte, spiega l’avvocato Alessandro Caporelli Siriati, esperto in materia di diritto della famiglia. Come detto, venendo meno la struttura bifasica del procedimento (comparizione davanti al presidente del tribunale per il tentativo di conciliazione e poi in caso negativo davanti al giudice istruttore), con il nuovo rito il presidente fissa la data dell’udienza di comparizione direttamente davanti al Collegio o al giudice delegato. La conciliazione verr tentata alla prima udienza del giudice, insieme alla precisazione delle conclusioni.

Maggiore attenzione ai figli minori e agli abusi in famiglia

Se la coppia ha figli minori negli atti introduttivi gli avvocati dei coniugi dovranno inserire anche il cosiddetto “piano genitoriale”. Si tratta — precisa l’avvocato Caporelli Siriati — di un resoconto dettagliato delle attivit che impegnano il minore: dalla scuola alle attivit extrascolastiche fino alla gestione delle vacanze. Questo per permettere al giudice di avere tutti gli elementi utili per decidere su affidamento, collocamento e diritto di visita. I minori saranno sempre essere ascoltati dal giudice, anche se di et inferiore ai 12 anni (non necessariamente in tribunale e alla presenza di psicologi) per prendere eventuali provvedimenti temporanei e urgenti per tutelarli. Ma non necessariamente in tribunale. Tra le novit anche la possibilit per il giudice di sanzionare il genitore che accetta il piano genitoriale, ma non lo rispetta nei tempi e nelle modalit. Si va dall’ammonizione alla sanzione amministrativa per un importo massimo di 5 mila euro. In caso di maltrattamenti e abusi in famiglia, infine, prevista una “corsia preferenziale” per accelerare ulteriormente i tempi.

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