Docente esperto, ricercatore e delegato: oltre 5mila euro in più nello stipendio. Ecco la rivoluzione scolastica in Trentino

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La questione controversa riguardante la riforma delle carriera dei docenti nel mondo scolastico è al centro dell’agenda dell’assessore alla Formazione del Trentino Alto Adige, Mirko Bisesti, che cerca di accelerare i tempi su tale riforma.

Il Trentino ambisce a essere un punto di riferimento a livello nazionale e un esempio per il sistema scolastico italiano. Guardando al resto del mondo, Bisesti ha presentato il disegno di legge in una seduta straordinaria della giunta.

La proposta prevede la valorizzazione dei docenti che adottano metodologie mirate al successo formativo degli studenti, che coordinano attività di orientamento, inclusione e contrasto alla dispersione scolastica, e promuove la formazione continua e il consolidamento delle competenze professionali. Sono disponibili oltre dieci milioni di euro per circa 1.800 docenti, pari al 40% del totale degli insegnanti in servizio nel Trentino. Le cifre si riferiscono alla riforma quando andrà a regime, entro cinque o sei anni, come precisato dall’assessore.

La riforma prevede tre gradi di carriera accessibili attraverso un concorso per titoli e per prove scritte e orali. Sarà introdotto un sistema di valutazione obbligatorio degli insegnanti, basato su un “portfolio di competenze didattiche” per ciascun docente. Il sistema sarà suscettibile di cambiamenti nel tempo, come dichiarato dall’assessore.

I tre gradi di carriera prevedono il “docente esperto”, che avrà compiti di coordinamento della didattica e di personalizzazione dei percorsi formativi; il “docente ricercatore”, che si occuperà di sviluppare progetti specifici per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; e infine il “docente delegato all’organizzazione”, che collaborerà con il dirigente scolastico e sarà scelto da quest’ultimo.

La riforma comporterà un aumento salariale di 4.000 euro lordi annui per i docenti esperti e 5.200 euro per i ricercatori. Tuttavia, ci sono ancora molti aspetti da definire dal punto di vista contrattuale e amministrativo. Il Ministero ha già dato un primo via libera con la richiesta di coerenza e rispetto della missione del Pnrr. Un altro aspetto da considerare riguarda la mobilità degli insegnanti, che potrebbero dover rinunciare alla carriera o alla scuola scelta se il tetto del 30% di docenti esperti è già stato raggiunto.

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