di Caterina Belloni
Laureato in informatica a Varese, Luca Longo, oltre a insegnare in classe, ricercatore al Politecnico di Dublino: La tecnologia non si pu e non si deve fermare, ma bisogna utilizzarla al meglio, in modo etico. Non c’ ragione di spaventarsi
In Irlanda la personalit dell’anno per l’intelligenza artificiale un professore italiano. Si chiama Luca Longo, ha 42 anni e da 15 insegna alla Technological University di Dublino. Laureato in informatica a Varese, ha vinto una borsa di studio al Trinity College e non ha pi fatto ritorno. Ora ricercatore e, oltre ad insegnare in classe, si occupa di indagare sull’intelligenza artificiale, tema attuale e spesso controverso. Proprio per questo suo interesse gli stato assegnato il premio come AI Person of the year, ovvero personalit dell’anno per l’intelligenza artificiale. Un riconoscimento che lo ha visto prevalere su 500 candidati, conferito da AI Ireland, una organizzazione no-profit che punta a far conoscere i temi dell’intelligenza artificiale. Il riconoscimento ha reso felice Luca Longo anche se non il primo, visto che aveva gi ottenuto due premi nazionali nel 2016 e nel 2021 come docente, quando era stato nominato National Teaching Hero. Il docente italiano considera questo risultato importante soprattutto perch punta un faro sul lavoro di ricerca che svolge nel suo laboratorio del Politecnico di Dublino. Anzitutto lavoriamo per spiegare l’intelligenza artificiale, ovvero far comprendere come funziona davvero questo strumento, svelando i meccanismi della scatola nera che sta dietro ogni programma – spiega al Corriere – . Vogliamo aprire queste scatole nere, descrivere il funzionamento dell’intelligenza artificiale e far capire perch si ottengono certe risposte. Non a caso Luca Longo ha fondato e organizzato a Lisbona qualche mese fa la prima Conferenza mondiale sul tema Explainable Artificial Intelligence, ovvero spiegare l’intelligenza artificiale. Il secondo ambito in cui lavora nel suo laboratorio pi complesso.
Usiamo i metodi di ragionamento automatico e apprendimento automatico, due branche dell’AI, per creare dei modelli computazionali per modellare il costrutto di carico di lavoro cognitivo – spiega -. Usando i dati dell’elettroencefalogramma di persone che interagiscono con le tecnologie attuali, cerchiamo di capire la loro carica cognitiva. L’analisi di questa carica cognitiva ci permette di creare tecnologie interattive meglio allineate al funzionamento del cervello di una persona, in modo che gli errori umani siano ridotti al minimo e la produttivit migliorata. Penso a un pilota d’aereo, a un chirurgo, al guidatore di un bus, che nel loro lavoro svolgono attivit critiche. Monitorando il carico di lavoro cognitivo in tempo reale si potrebbe capire, ad esempio, se il pilota stanco e proporre il pilota automatico, o se il chirurgo sovraccaricato e dargli il segnale di fare una pausa. In gergo tecnico, l’area di ricerca Brain-Computer Interfaces (BCI) con applicazione nell’area della neuro-ergonomia. Quanto alle polemiche sui rischi connessi all’intelligenza artificiale, il professor Longo risponde senza esitazione: Il problema non nella tecnologia che stata creata, ma nell’uso che se ne fa – conclude – . La tecnologia non si pu e non si deve fermare, ma bisogna utilizzarla al meglio, in modo etico. Non c’ ragione di spaventarsi. Penso al ragionamento automatico, che una delle branche dell’intelligenza artificiale. Una macchina non in grado di prendere decisioni razionali in situazioni di incertezza come un uomo e chi lavora seriamente in questo settore sa che non accadr.
27 novembre 2023 (modifica il 27 novembre 2023 | 11:53)
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