“Ogni mattina insegniamo ai nostri studenti che cos’è il rispetto, ma in questo momento sono le istituzioni che ci mancano di rispetto facendoci svolgere la nostra professione senza pagarci”.
Sono le parole di Fabrizio Lucia, un insegnante di elettronica e sistemi automatici in un istituto superiore della provincia di Torino, che ha rilasciato a Il Fatto Quotidiano.
Dopo aver superato il concorso straordinario per i precari, è arrivato il contratto a tempo determinato. Tuttavia, spiega l’uomo, in anno di prova, da novembre non arriva lo stipendio: “per me si è aperto un limbo”, raccontando che proprio l’ultimo cedolino ha ricevuto “trentadue centesimi nella busta paga di marzo“.
Inizialmente l’uomo chiedeva “spiegazioni e le uniche risposte che mi davano era di aspettare qualche settimana”.
In seguito, “mi dicevano di non fare una tragedia perché in Italia ci sono più di 600 casi come il mio”.
Nemmeno con l’aiuto dei sindacati è riuscito a comprendere la situazione, che coinvolge in effetti tante altre persone.
“Ma in pochi ci stiamo esponendo perché siamo ancora nell’anno di prova e pertanto abbiamo paura di ripercussioni” spiega il docente.
“È inaccettabile non percepire uno stipendio per tutti questi mesi – conclude l’insegnante– anche perché nonostante questa situazione ci siamo sempre presentati in classe, non abbiamo mai smesso di svolgere la nostra professione, anzi la nostra missione”.
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