Docente tutor, Valditara entusiasta ma cè chi dice no: Compiti già svolti da tutti i docenti

Una figura nuova e importante sia per combattere la dispersione scolastica sia per valorizzare i talenti nelle nostre scuole. Sono i due assiomi principali che hanno spinto Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, ad introdurre il docente tutor quest’anno. Tuttavia, molte scuole hanno bocciato le nomine e in diversi casi si respira aria di perplessità.

Su 2.734 istituzioni scolastiche interessate, ben 2.728 (il 99,8% del totale) hanno inoltrato la richiesta di partecipazione ai moduli formativi per queste nuove posizioni, che comprendono 52.176 tutor e 4.252 docenti orientatori.

L’entusiasmo di Valditara e l’apprezzamento degli italiani

E proprio da questo anno scolastico c’è stato il debutto delle nuove figure: “Abbiamo formato quasi 60 mila docenti. Con i tutor si va verso una formazione individualizzata. Significa costruire i talenti dei giovani e andare incontro ai ritardi degli studenti“, ha detto Valditara.

Per le lezioni di potenziamento – spiega il Ministro – non si dovrà più pagare un docente privato ma gli insegnanti della scuola saranno a disposizione per questo“.

L’entusiasmo del Ministro è stato recentemente confermato dal sondaggio realizzato dall’istituto Quorum/YouTrend per Sky TG24. Da questa indagine è emerso che il 66% degli intervistati sostiene questa iniziativa, evidenziando un desiderio diffuso di avere una guida nell’orientamento scolastico. Ma, come spesso accade, anche su questo punto le opinioni divergono in base alla geografia e all’orientamento politico. Mentre il Nord sembra meno entusiasta, con un supporto del 59%, il Centro e il Mezzogiorno mostrano un maggior consenso, rispettivamente 71% e 70%. Inoltre, tra gli elettori di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, l’idea di un docente tutor trova un forte appoggio, con percentuali dell’80% e 77%.

Alcune scuole dicono no: il collegio dei docenti decide

Ma non sembra che tutti condividano lo stesso entusiasmo. Proprio nei giorni scorsi abbiamo dato notizia di ben due casi di istituti che hanno bocciato le nomine dei tutor e degli orientatori.

Il primo all’Isi di Barga, in provincia di Lucca, dove il collegio docenti ha respinto la nomina dei tutor e dell’orientatore: “Con questo voto il collegio dei docenti ha riaffermato l’importanza dell’unità del corpo docente esprimendo viva disapprovazione verso l’ennesimo tentativo di ledere la dignità e centralità della professione docente“, fanno sapere i docenti.

Tutti i docenti del consiglio di classe sono educatori, formatori ed orientatori – dicono dalla Rsu – e già assolvono a quei doveri e a quelle attività che il decreto ministeriale 63/2023 pretenderebbe assegnare in via esclusiva o in ogni caso prevalente ai cosiddetti tutor e che in sostanza si declinano nelle strategie di personalizzazione ed individualizzazione che tutti i docenti attuano quotidianamente nei rispettivi percorsi disciplinari. Con l’introduzione dei tutor la libertà di insegnamento, ivi compresa quella di valutazione, viene inevitabilmente compromessa poichè i docenti curricolari sarebbero costretti a cederla a figure esterne al consiglio di classe e che in molti casi non conoscono minimamente gli studenti, il loro vissuto sia scolastico che sociale, i loro punti di forza e di debolezza, i loro stili di apprendimento”.

Anche il Collegio dei docenti dell’ISI Chini-Michelangelo di Lido di Camaiore ha espresso una critica sostanziale. E per questo hanno detto no alla nomine degli insegnanti tutor e orientatori.

La nota ministeriale n. 958 del 5 aprile aveva precedentemente chiarito che, al termine dell’attività di formazione, il Dirigente scolastico procederà, nel rispetto delle prerogative degli organi collegiali, alla nomina dei docenti tutor e orientatore. Tuttavia, i membri del collegio ritengono che questi ruoli siano già inerenti alla funzione docente e non rappresentino un intervento necessario per affrontare la dispersione scolastica.

L’attenzione, dicono i docenti, è rivolta principalmente al futuro degli studenti, con l’obiettivo di fornire una preparazione culturale approfondita, vista come l’unico reale strumento per navigare in un mondo sempre più complesso caratterizzato da crisi e mutamenti continui. Il collegio sottolinea l’importanza di mantenere l’alta qualità dell’insegnamento, affinché gli studenti acquisiscano le competenze necessarie relative alle diverse discipline.

Già nel corso del reclutamento degli insegnanti da formare, nonostante l’ampia partecipazione, sono stati diversi gli istituti che hanno mostrato scetticismo verso l’introduzione di questa nuova figura. Ad esempio, al liceo Berti di Torino solo 3 docenti su 113 hanno richiesto di entrare nel programma di formazione.

Nella scuola torinese in questione c’è stata una mozione del collegio docenti dove hanno votato  in 114, solo un astenuto e un contrario, per chiedere che “le modalità con cui attuare la necessaria riforma dell’orientamento siano ridiscusse“.

Nella mozione si parla di “numerose perplessità sull’effettiva efficacia della riforma“. In particolare, “sono tre i punti che contestiamo, ossia l’inefficacia dell’intervento sugli studenti, la formazione non adeguata per gli insegnanti e il compenso“.

Sulla centralità del collegio docenti anche i sindacati si sono spesso battuti. La Flc Cgil, ad esempio, ha commentato la recente nota relativa alla piattaforma “Unica” per la fruizione dei servizi messi a disposizione di studentesse, studenti e famiglie, la quale riporta importanti precisazioni sul docente tutor e orientatore, rimettendo l’intera materia all’autonoma decisione delle scuole.

Queste novità, sottolinea il sindacato, vanno nella direzione sostenuta dalla FLC CGIL che, fin dall’affacciarsi della proposta ministeriale, ha espresso valutazioni di contrarietà e azioni di contrasto, puntando su due questioni: la salvaguardia delle prerogative del Collegio dei docenti e della contrattazione.

Su questi due obiettivi abbiamo avuto un chiaro successo e lo rivendichiamo come tale. Le ultime indicazioni ministeriali precisano infatti, che il Collegio individua i criteri e il numero dei tutor
e che la contrattazione agisce in autonomia per la definizione dei relativi compensi“, conclude il sindacato.

Bisogna però essere oggettivi e concludere, almeno, questo primo anno scolastico di riforma per tirare qualche numero, seppur provvisorio.

Recentemente abbiamo riportato la testimonianza di Tommaso Pucci, un docente-tutor neo-assunto, che getta luce su alcune sfide operative.

L’ambiguità del carico di lavoro, con un rapporto studenti-docente non definito chiaramente, e la mancanza di chiarezza sulle ore effettive necessarie per svolgere il ruolo, sono preoccupazioni condivise. Nonostante queste sfide, l’entusiasmo per il potenziale di questi nuovi ruoli è palpabile. Il docente tutor, in particolare, è visto come un consulente cruciale per gli studenti e le loro famiglie, aiutandoli a navigare il percorso educativo e a compiere scelte informate attraverso l’E-portfolio, uno strumento digitale che documenta il percorso scolastico degli studenti.

Il ruolo del docente tutor

Il docente tutor è un insegnante che ha il compito di supportare gli studenti nella loro crescita personale e formativa, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi e sviluppando le loro competenze. In particolare, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, il docente tutor ha due attività principali:

  • Aiutare ogni studente a creare un E-port-folio personale;
  • Costituirsi consigliere delle famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali dello studente, anche alla luce dei dati territoriali e nazionali e delle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento di cui al punto 10 delle citate Linee guida, avvalendosi del supporto della figura dell’orientatore, raffina e integra i dati della piattaforma con quelli specifici raccolti nei differenti contesti territoriali ed economici e li mette a disposizione delle famiglie, degli studenti e del tutor.

Cosa farà il docente orientatore?

Il docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio deve essere fatto rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.

I requisiti per diventare docente tutor e orientatore indicati dal Ministero sono:

  • essere in servizio con contratto a tempo indeterminato con almeno cinque anni di anzianità maturata con contratto a tempo indeterminato o determinato;
  • aver svolto compiti che rientrano nelle funzioni del tutor scolastico e del docente orientatore (tra cui funzione strumentale per l’orientamento, per il contrasto alla dispersione scolastica, nell’ambito del PCTO);
  • e avere manifestato la disponibilità ad assumere la funzione di tutor e di docente orientatore per almeno un triennio scolastico.

Attenzione: il Ministero consiglia di attenersi a tali requisiti che non sono obbligatori: i criteri per selezionare i docenti tutor e orientatore sono stabiliti dal collegio docenti che possono riproporre in parte o completamente i criteri suggeriti dal Ministero oppure possono anche discostarsene del tutto. 

Retribuzione

  • docente orientatore: valore minimo pari a 1.500 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 2.000 euro lordo Stato
  • docente tutor: valore minimo pari a 2.850 euro lordo Stato e un valore massimo pari a 4.750 euro lordo Stato.

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