Dopo oltre dieci mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia originaria, il nuovo sistema di abilitazione per i docenti sta per arrivare al traguardo. Durante la puntata di Question Time, andata in onda mercoledì 7 giugno, sui canali social di Orizzonte Scuola, il sindacalista della Cisl Scuola, Attilio Varengo, ha risposto alle domande degli utenti in merito all’argomento.
“Siamo quasi di fronte all’ennesimo segreto di Fatima. Già detto più di una volta, questo DPCM doveva vedere la luce praticamente quasi un anno fa. Anzi, un anno fa ancora non ce n’è traccia“, spiega Varengo.
“Sul Sole 24 Ore, di lunedì scorso, è stato pubblicata un’anticipazione secondo il quale il Dpcm è ormai pronto e dovrebbe essere emanato o pubblicato davvero a brevissimo. Quindi crediamo che il mese di giugno sia davvero il mese entro il quale questo Dpcm possa essere pubblicato”, aggiunge il sindacalista.
“Questo Dpcm è particolarmente atteso perché viene a disciplinare la modalità di acquisizione dei 30 e dei 60 CFU ed è quel provvedimento che consentirà ai neolaureati di poter partecipare ai futuri concorsi previ abilitazione previo conseguimento dei 60 CFU”, conclude Varengo.
Come segnala Il Sole 24 Ore, la nuova abilitazione, delineata dal decreto legge 36/2022, prevede il possesso della laurea più 60 crediti formativi universitari (Cfu), di cui almeno dieci di area pedagogica, e un tirocinio di almeno 20 Cfu. Inoltre, per ottenere una cattedra si dovrà superare un concorso, con eccezioni per i cosiddetti “precari storici”. Queste modifiche dovrebbero coinvolgere inizialmente circa 100mila docenti
I primi a essere abilitati con le nuove regole saranno i partecipanti al concorso riservato previsto dal decreto legge, tra cui i precari storici, o i docenti già in possesso di 24 crediti formativi universitari secondo la vecchia normativa. Una volta superato il concorso, dovranno ottenere ulteriori crediti e superare la prova di abilitazione per passare di ruolo.
In aggiunta, una selezione “aperta” (laurea più 60 cfu) sarà prevista per altri aspiranti docenti. Si tratta di circa 35.000 professori che, insieme ai 35.000 della selezione riservata, potrebbero permettere di raggiungere l’obiettivo di 70.000 assunzioni in due anni.
Le università avranno un ruolo fondamentale in questo processo, dato che dovranno erogare i Cfu. Per facilitare il loro lavoro, si sta pensando a una modifica normativa che consenta di svolgere metà dei 60 crediti in modalità online. Questo potrebbe aprire nuove opportunità per gli studenti e semplificare il processo di acquisizione dei crediti. La norma sembrava destinata in un primo momento al decreto Pa, attualmente all’esame della Camera, ma l’accelerazione ai lavori impressa la settimana scorsa in commissione ha scombinato i piani. Da qui il “piano B” di ospitarla in un prossimo provvedimento tutto da scrivere.
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