Draghi a Biden: «La Ue vuole la pace»

di Giuseppe SarcinaIl capo del governo italiano e il presidente americano usano quasi le stesse parole: Putin pensava di dividerci, ha fallito. Il leader della Casa Bianca: Europa forte cosa buona per tutti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La premessa è comune. Joe Biden e Mario Draghi usano praticamente le stesse parole: «Putin pensava di poterci dividere, ma ha fallito». Accordo, anche, sulla necessità di continuare a sostenere la resistenza ucraina, inviando armi e finanziamenti per l’economia. Ma c’è una differenza strategica. Il presidente del Consiglio, per evitare equivoci, la colloca all’interno del contesto politico, quello di un’alleanza solida: «I legami tra i nostri Paesi, tra gli Stati Uniti e l’Unione europea sono molto solidi. La guerra in Ucraina li ha resi ancora più forti. Siamo uniti nel condannare l’aggressione da parte della Russia, nel sostenere l’Ucraina, come ci chiede il presidente Zelensky, nell’imporre sanzioni alla Russia». Poi, però, aggiunge: «In Italia e nell’Unione europea ora la gente vuole vedere la fine di questa violenza, di questi massacri, di questa macelleria. Italia e Ue vogliono che si faccia tutto il possibile per riportare la pace nel nostro continente. Dobbiamo assicurare al più presto un cessate il fuoco, ottenere negoziati credibili». Poi nel faccia a faccia, Draghi ha detto: «La pace sarà quello che vorranno gli ucraini, non quello che vorranno altri». Il leader della Casa Bianca ha glissato, preferendo restare sul generico: «Lei è un buon amico e un grande alleato. Apprezzo davvero il suo sforzo di tenere insieme sin dall’inizio la Nato e l’Unione europea. Un’Europa più forte è anche nell’interesse degli Usa. È una cosa buona per tutti». L’Amministrazione Biden in questa fase non considera credibile alcuna prospettiva di un negoziato «serio» con il Cremlino. È la linea, peraltro, sancita anche dal comunicato finale del G7 virtuale di domenica scorsa, dove non si fa alcun riferimento a una possibile trattativa. Draghi, però, ha voluto segnalare che gli «italiani e gli europei» proveranno a riallacciare il dialogo con Mosca, «anche se sarà difficile». È un fatto di grande importanza che il presidente del Consiglio lo abbia detto, parlando in inglese, nell’unico passaggio pubblico dell’incontro di ieri: i sette minuti nei quali è stato concesso a giornalisti e telecamere di entrare nello Studio Ovale, prima che iniziasse il summit. Draghi, dunque, sì è presentato a Washington non solo come il capo del governo italiano, ma come un leader europeo. Ha citato quattro volte «l’Unione europea e l’Europa» e due volte «l’Italia» o il «nostro Paese». Chiaramente non è casuale e non è solo una questione di formazione culturale o un vezzo da ex presidente della Banca centrale europea. Draghi è venuto alla Casa Bianca per discutere di questioni che possono essere affrontate solo su scala sovranazionale. Così il presidente del Consiglio ha spiegato a Biden quale sarà l’ulteriore contributo dell’Italia all’Ucraina, ma la fornitura di armi, gli impegni per l’assistenza umanitaria vanno inseriti nello sforzo collettivo dell’Unione europea. Ci sono Paesi disponibili a consegnare più mezzi militari direttamente all’Ucraina, altri per i quali potrebbe essere più facile inviare missioni per rafforzare il fianco Est della Nato. Pur con un breve cenno, Biden ha di fatto riconosciuto a Draghi il ruolo di garante («lei è un grande alleato») di una coalizione politica solcata da divisioni sul punto cruciale dell’appoggio militare a Zelensky, fino «alla vittoria dell’Ucraina». Anche gli altri temi in discussione hanno una dimensione continentale, se non mondiale. Il presidente americano avrebbe chiesto a Draghi se è possibile accelerare i tempi per affrancare l’Italia dalla dipendenza dall’energia russa. Biden si è impegnato ad aumentare il flusso di gas liquido verso l’Italia e verso l’Europa. Già nei giorni scorsi aveva dichiarato che avrebbe fatto il possibile per convincere l’industria petrolifera americana (interamente privata) a dirottare ordinativi destinati a Giappone e Corea del Sud. Ma tutto ciò non basterà per sostituire nel breve periodo le forniture dei russi. Al momento il gas liquido americano copre circa l’1% del fabbisogno italiano. Il governo di Roma ha già iniziato a coinvolgere le aziende italiane a stringere rapporti più stretti con le corporation Usa. Servono contratti sul lungo periodo e, probabilmente, anche la partecipazione a investimenti comuni per aumentare la produzione. Non a caso in questi giorni a Washington c’è anche l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi. Inoltre Draghi ha sottolineato come «ci sia bisogno di un tetto al prezzo del gas a livello europeo». Un po’ più semplice sembra il percorso sulle sanzioni. All’incontro era presente anche la Segretaria al Tesoro, Janet Yellen. Draghi e Yellen si conoscono, e si stimano, dai tempi in cui guidavano rispettivamente Bce e Federal Reserve. I’Italia è tra i Paesi europei che soffre i maggiori contraccolpi. Draghi, però, ha garantito che non sarà lui a rompere il fronte comune. 11 maggio 2022 (modifica il 11 maggio 2022 | 08:59) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-11 07:00:00, Il capo del governo italiano e il presidente americano usano quasi le stesse parole: Putin pensava di dividerci, ha fallito. Il leader della Casa Bianca: Europa forte cosa buona per tutti, Giuseppe Sarcina

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