di Claudio BozzaLe parole del premier dopo il via libera al decreto Ucraina. «Per Putin non mature le condizioni per un cessate il fuoco» «Non ci sentivamo con Putin da prima della guerra e ho chiarito il perché della chiamata: voglio parlare di pace . Ho chiesto se e quando fosse previsto il cessate il fuoco, anche breve, ma le condizioni non sono mature». Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Stampa estera a Roma. «Però è stato aperto il corridoio di Mariupol», ha aggiunto Draghi spiegando che «indubbiamente lo spazio per un ruolo cinese nella mediazione esiste ed è molto significativo, e verrà toccato sicuramente nel vertice tra Ue e Cina». Ritenuto «fondamentale» anche il ruolo della Turchia nella mediazione. Ma sopratutto: «L’Italia è stata richiesta come garante da Russia e Ucraina per sorvegliare sull’attuazione delle eventuali clausole» di un ipotetico negoziato di pace. Nonostante la chiusura da Mosca, da Palazzo Chigi c’è spazio anche per un lieve ottimismo: «Le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate», ma sono «cauto perché c’è ancora molto scetticismo». E poi: «Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce. Le sanzioni? Funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende, altrimenti non si arriva alla pace», ha aggiunto Draghi. Il presidente russo, durante la lunga telefonata con Palazzo Chigi, ha detto che «i contratti esistenti» per le forniture di gas «rimangono in vigore». Più nel dettaglio: «Le parole di Putin sono state: i contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e ha rimarcato che è una concessione solo per loro, continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione su come si faccia a conciliare le due posizioni, dollari e pagare in rubli, è stata lunga e ho ascoltato dicendo che poi i tecnici si sarebbero messi in contatto. Quello che ho capito è che la conversione è un fatto interno alla Federazione Russa. Ora ci sono analisi in corso per capire che significa. Mi sembra non sia semplice cambiare valuta di pagamento senza violare i contratti». Poi una osservazione rilevante sul fronte bellico-economico: «Germania e Italia stanno finanziando, insieme a tutti i paesi importatori di gas, di grano, la guerra russa. Non c’è dubbio. Per questo nel Consiglio europeo abbiamo spinto per un “price cap” sul gas. Non c’è nessun motivo perché il gas sia così caro per gli europei. Ma non è semplice. La Russia non può venderlo a nessun altro: c’è lo spazio per fissare un tetto. Poi se la risposta russa è niente gas? Stiamo discutendo. Serve evitare i timori di una risposta russa. Per ridurre i finanziamenti alla Russia dobbiamo abbassare prezzo del gas». Rilevanti anche le parole sulle spese militari dopo che il leader M5S Giuseppe Conte era arrivato a minacciare una crisi di governo: «Non c’è disaccordo nella maggioranza», ha precisato Draghi confermando che l’aumento dei fondi per la Difesa verrà diluito, in modo da raggiungere il 2% del Pil italiano «nel 2028» e non nel 2024 come invece prevederebbe l’accordo tra i Paesi Nato. Conte aveva chiesto che l’aumento della spesa militare fosse ulteriormente spalmata fino al 2030. Poi una precisazione: «Sul Def non è previsto che ci sia nessuna indicazione specifica di spese militari o di altre spese. Il Def è un documento complessivo». Il capo del governo italiano ha parlato anche della costruzione di un esercito europeo con 5 mila soldati: «Parliamo di difesa europea non solo per gli eventi attuali. La costruzione di una difesa comune è il passo più importante per una politica comune europea. Tutti noi saremmo alleati per sempre, per un continente come l’Europa sarebbe un grande obiettivo. Bisogna andare su questa strada, l’Italia è sempre stata convinta». 31 marzo 2022 (modifica il 31 marzo 2022 | 14:12) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-31 11:45:00, Le parole del premier dopo il via libera al decreto Ucraina. «Per Putin non mature le condizioni per un cessate il fuoco», Claudio Bozza