Drago: Tanti docenti di sostegno sono dediti al lavoro, ma occorre puntare alla continuità didattica. Gli studenti non sono oggetti

In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, emerge una tematica fondamentale nel settore educativo: l’efficacia e le problematiche dell’insegnamento di sostegno.

Su Facebook interviene Tiziana Drago, responsabile nazionale dipartimento Scuola dell’UDC.

Una delle maggiori problematiche è l’elevato costo dei cicli formativi per gli insegnanti di sostegno, che si aggira intorno ai 3700 euro. Nonostante tale investimento, si riscontra una carenza di specialisti rispetto alla domanda. Questo squilibrio mette in luce la necessità di una revisione strutturale del percorso formativo per gli insegnanti specializzati.

L’attuale sistema vede l’insegnante di sostegno non solo come un supporto per gli studenti con disabilità ma anche come un insegnante di classe a tutti gli effetti. Tuttavia, questo ruolo doppio spesso porta a una mancanza di continuità didattica, cruciale per gli alunni con bisogni speciali. La mobilità professionale degli insegnanti di sostegno tra vari ruoli crea un “balletto” che mette al centro l’alunno disabile, senza garantire la stabilità necessaria.

Nonostante le sfide, è fondamentale riconoscere l’esistenza di insegnanti di sostegno appassionati e dedicati. La loro presenza è vitale nel panorama educativo. L’inclusione di una formazione specifica per l’insegnamento agli studenti con disabilità nei percorsi universitari potrebbe essere una soluzione per migliorare la preparazione generale dei docenti.

Un altro aspetto critico è il ruolo degli assistenti igienici personali e degli ASACOM (assistenti alla comunicazione). La loro integrazione tardiva nell’anno scolastico e la mancanza di stabilizzazione lavorativa rappresentano problemi significativi. Inoltre, la proposta di affidare queste responsabilità al personale ATA, con soli 40 ore di formazione, sembra insufficiente e potenzialmente dannosa.

Come spiega Drago, è evidente la necessità di rivedere l’intero sistema economico-assistenziale, che richiede un coordinamento migliore per ottimizzare le risorse. In questo contesto, il ruolo degli Enti del Terzo Settore, pur essendo fondamentale, non è sufficiente a colmare il divario esistente.

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