E necessario che il ministro Valditara e la scuola dialoghino tra loro

Non ho motivo per difendere il ministro Valditara, che non ho votato.

Ma mi dispiace sempre quando si esagera e si amplificano dichiarazioni effettivamente poco accorte.

Mi dispiace soprattutto che solo adesso ci si accorga di episodi di deriva nelle scuole, cosa che tento faticosamente di tematizzare da anni. Ma tutti penso lo sappiamo.

Se si leggono alcuni miei recenti commenti: diamo dieci in condotta ai ragazzi che cancellano le svastiche.

Facciamo progetti nelle classi.

Sono solo esempi.

Eppure, a forza di non vedere, si arriva al punto che si vuole vedere troppo.

Che un’uscita infelice – a me, particolarmente, non piacciono le ultime parole – di un Ministro si trasforma in un casus belli.

Se si fosse cominciato prima a dare dieci in condotta alle ragazze e ai ragazzi che si distinguevano per coraggio civico, chissà.

Se si fossero segnalati tutti gli episodi analoghi nelle scuole, magari. Se si evitasse ora di accanirsi per una lettera e si cercassero soluzioni, ma, soprattutto, si analizzassero le cause del disagio, ancora meglio.

Nulla nasce all’improvviso, senza motivo, per un capriccio.

Al ministro Valditara riconosco alcuni meriti, come quello di sostenere il tema dell’autorevolezza dei docenti, il diritto alla tutela da parte dell’Avvocatura dello Stato, l’importanza dell’orientamento.

Darei a questo Ministro almeno il tempo di svolgere il suo lavoro.

Io non ho preconcetti politici. Cerchiamo di collaborare nella scuola, nella società, altrimenti sarà veramente dura in questo Paese.

Diciamo che nessuna delle due lettere mi pare particolarmente felice. Occorre molta sensibilità nell’affrontare certi temi. Fermezza sui principi democratici, assolutamente.

Ma attenzione sempre alle parole che si usano. Da ogni parte.

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