finanza e scienza
di Massimo Sideri09 feb 2023
Per le imprese tecnologiche esistono premi Nobel che si contano e premi Nobel che si pesano. Quello vinto nel 2010 da Andr Geim e Konstantin Novoslov per la dimostrazione dell’esistenza del super-materiale a due dimensioni, il grafene, sottile come la pi piccola parte della materia (lo spessore di un atomo pari alla terza parte di un miliardesimo di metro), si pesa e incomincia gi a valere. Nel caso della societ BeDimensional, co-fondata da Vittorio Pellegrini, il fisico ex Bell Labs voluto da Roberto Cingolani all’Iit di Genova, parliamo di 40 milioni di euro. questa la valutazione che la societ ha dopo il round di investimento di serie B nel cosiddetto deep tech chiuso in queste ore che ha permesso l’ingresso nel capitale di Cdp Venture Capital guidata da Enrico Resmini, di Nova Capital, holding di partecipazioni in imprese innovative (Paolo Merloni), e di Eni attraverso EniNext, il fondo con base a Boston che investe nelle tecnologie del futuro.
Con un particolare importante: se per la fusione nucleare EniNext ha puntato sugli Stati Uniti (Commonwealth Fusion Systems) e per l’informatica quantistica sulla Francia con Pasqal (ad Alain Aspect, uno dei fondatori della societ, proprio nel 2022 stato consegnato il Nobel per la Fisica per l’entanglement), nel caso del grafene il fondo di Boston tornato a Genova per puntare sul made in Italy. Qualcosa vorr dire.
Qui sotto puoi ascoltare il secondo episodio di Geni Invisibili, il podcast di Massimo Sideri dedicato al grafene e all’invenzione italiana della matita. Ospite Vittorio Pellegrini, qui la serie completa)
In effetti il grafene, che rappresenta in realt tutta una famiglia di materiali a due dimensioni, non solo ha una resistenza fuori dal comune ma anche un ottimo conduttore di elettricit. Con l’aumento di capitale da 10 milioni, che segue l’ingresso nel 2019 del partner industriale Pellan Italia di Achille Costamagna & C., i tre co-founder (oltre a Pellegrini, Francesco Bonaccorso e Andrea Gamucci) si diluiranno sotto il 30%. Vittorio Pellegrini stato anche alla guida della Flagship europea sul grafene che ha stanziato un miliardo per dare vita a questa industria nata grazie a due ricercatori di origini russe ma cittadini britannici.
Vittorio Pellegrini, in altri Paesi normale vedere scienziati che fondano aziende tecnologiche. Da noi inusuale, a maggior ragione quando, come nel suo caso, lo scienziato guida anche la societ e fa i manager.Si sente un panda?
Nel caso di BeDimensional la scienza fa parte del suo Dna: ho iniziato ad occuparmi del grafene fin dalla sua scoperta grazie a Geim e Novoslov nel 2004. Le radici della nostra societ attecchiscono quando nel 2013 mi chiamarono per dirmi: “Creiamo il Real Madrid del grafene qui a Genova, il campione europeo”. Fu cos che con Gamucci e Bonaccorso partirono i Graphene Labs con cui abbiamo inventato e brevettato il metodo di produzione dei cristalli bidimensionali. BeDimensional , lo spin off dei Labs, rimasta in incubazione all’Iit fino al 2019, ha fatto il salto durante la pandemia quando, grazie al primo investimento dei Costamagna, siamo passati dal laboratorio alla fabbrica. stato un game changer: abbiamo dimostrato che dai 12 grammi all’anno che potevamo produrre nel laboratorio il processo era industrializzabile fino a 200 kg all’anno e con un piccolo impianto. Il sistema ora scalabile. Per questo abbiamo bisogno di crescere. Ma allo stesso tempo, se da una parte ci stiamo proiettando sul mercato, dall’altra dobbiamo continuare ad alimentare l’innovazione con la ricerca di base e il trasferimento tecnologico verso nuove applicazioni e nuovi prodotti. Questa la differenza tra BeDimensional e le altre realt: possiamo produrre non solo grafene ma anche gli altri materiali bidimensionali e con un livello qualitativo che ci permette di usare il termine grafene nell’accezione scientifica. Per la nostra attivit di ricerca abbiamo anche ricevuto un ulteriore milione e mezzo dall’Europa a fondo perduto.
Quali sono i prodotti che state gi sperimentando e su cui puntate?
Abbiamo accordi e diverse partnership strategiche: con Varta stiamo validando la tecnologia delle batterie a ioni di litio con il grafene e siamo in una fase di prototipazione industriale. Abbiamo gi una ventina di prodotti sviluppati su 3-4 applicativi diversi. Per esempio abbiamo realizzato un polimero termoplastico in forma di pellet che pu essere usato con le stampanti 3D. Questi polimeri sono attraenti per sostituire parti in metallo, per esempio, in un’automobile o nelle ali degli aerei. Grazie al grafene questo superpolimero ha una resistenza all’impatto straordinaria. Un altro esempio un filamento di pochi micron che si ibrida con il tessuto e che regola e produce il calore. Stiamo lavorando con i maggiori brand italiani del fashion. Le applicazioni sono infinite. I fili di grafene restano un ottimo conduttore e sono molto efficienti. Ma l’intera famiglia di materiali bidimensionali che possiamo produrre pu adattarsi anche ad altre esigenze. Per esempio con il nitruro di boro (azoto e boro) abbiamo delle vernici con caratteristiche isolanti che si possono semplicemente spruzzare su un cavo elettrico e che possono prendere il posto delle guaine.
Quali sono i competitor?
La nostra metodologia ci permette di produrre diversi cristalli bidimensionali, non solo il grafene, e gi questo esclude la maggior parte di tutto il mondo industriale. Nel Regno Unito esiste una realt che ha tecniche simili. Poi c’ una societ in Cina e due negli Usa che possono dire di avere un processo di produzione di fogli con spessore atomico, come nel nostro caso.
L’Europa continuer a puntare su questi materiali che potrebbero aprire un’era del grafene dopo quella del silicio (copyright dello stesso Geim)?
I dieci anni della Flagship europea scadono il prossimo 30 settembre ma l’Europa ha gi messo a budget altri 100 milioni.
E pensare che tutto cominciato con la grafite di una matita e dello scotch. cos che Geim e Novoslov hanno vinto il Nobel. Il pi economico della storia, ma uno dei pi promettenti.
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