Economia fra scatti e frenate

l’editoriale Mezzogiorno, 7 settembre 2022 – 09:04 Il contrasto dei dati di Silvio Suppa Da qualche tempo emerge un certo compiacimento per la velocità e l’efficienza dell’economia pugliese, al punto che qualcuno ha affidato alla nostra regione un possibile ruolo di locomotiva del Sud. In verità, queste cifre lusinghiere sono basate su dati statistici, passibili di cambiamento se i calcoli si fanno con metodi diversi. Il dossier Istat 2021, con i dati di povertà relativa raddoppiati rispetto al 2020 e riportati dal Corriere del Mezzogiorno di ieri, ne è fotografico testimone. E manca ancora un discorso approfondito sul turismo. Ma ammettiamo senza riserve l’accelerazione produttiva della Puglia, fenomeno di certo rilevante. Questa tendenza, tuttavia, osservata dal lato politico-sociale, urta contro situazioni di tutta evidenza, come gli alti indici di disoccupazione e sotto-occupazione, la fuga di molti giovani neolaureati e la crisi che diagonalmente tocca tutti i ceti, con il pesante paesaggio di diseguaglianza e di sofferenza, soprattutto nei lavori meno salubri e in molti comparti agricoli. Questi ultimi, al momento registrano quote di prodotto al ribasso, e non solo per le bizzarrie climatiche. Ecco due fenomeni paralleli, l’uno contrario rispetto all’altro. Al momento vi è il rischio sempre più evidente di una sorta di strabismo fra economia e politica, ovvero fra l’espansione di industrie più giovani e terziario rampante, e la crisi di ceti ieri più solidi, anche borghesi. Si alimenterebbe, così, una divergenza fra l’economia dei numeri e l’economia reale, quella dell’ineguaglianza, della fatica di vivere di fasce sociali quasi prive di rappresentanza, e sempre tentate dal voto di protesta o dal populismo dell’antipolitica, ostacolo a ogni riforma. Non a caso oggi Michele Emiliano si sforza di ricucire con i 5 Stelle, e forse con altre sue frange, ha sempre pensato alla iper-politica, alle alchimie delle maggioranze sicure prima del voto, e ha dimenticato lo sviluppo della Regione, ovvero, ha fatto tanta politica e poca economia. Ormai il voto di settembre è imminente, e diventa necessario che, con qualunque esito elettorale, all’insediamento del nuovo governo la Puglia presenti il conto di una regione a due velocità, in cui ricchezza e nuova povertà quasi si toccano, al punto da rendere urgente una linea di intervento, per tutto il Mezzogiorno. Bisogna impedire lo strabismo civile, o la forbice di un costante arretramento meridionale, proprio mentre sale l’impressione che qualche regione del Sud possa mettere le ali e raggiungere il Nord. La vita nazionale ha bisogno di democrazia, e non di gare di velocità o, tantomeno, di visioni diverse secondo la lente dell’osservatore. Lo strabismo fra politica e economia è un errore grave, talvolta persino mortale. 7 settembre 2022 | 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-07 07:05:00, Il contrasto dei dati,

Pietro Guerra

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