Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate.
Il Parlamento ha approvato un disegno di legge, a prima firma Roccella, mirato a contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. Il 22 novembre, un protocollo d’intesa è stato siglato tra i Ministri delle Pari opportunità e della Famiglia, della Cultura, e dell’Istruzione e del Merito per promuovere nelle scuole iniziative contro la violenza sulle donne.
Il progetto “Educare alle relazioni” non si concentra sull’educazione sessuale o sulla cultura gender, ma mira a creare gruppi di discussione volontari, fuori dal curriculum scolastico, condotti da docenti formati dall’Indire. Questi gruppi intendono combattere mentalità e atteggiamenti discriminatori, sopraffattori e violenti verso le donne, incoraggiando i giovani a riflettere su un tema cruciale per la civiltà della nostra società. Viene inoltre previsto il coinvolgimento delle associazioni rappresentative dei genitori.
Nel progetto, gli studenti non sono semplici destinatari di lezioni, ma protagonisti attivi, impegnati in un percorso educativo che insegna il rispetto verso ogni persona. Inizialmente, era prevista la presenza di garanti per sostenere l’iniziativa, con l’obiettivo di unire culture diverse per un fine socialmente importante.
Tuttavia, a seguito di polemiche e nel contesto di una scuola che necessita di serenità piuttosto che di conflitti, il Ministro Valditara ha deciso di non attivare l’incarico dei garanti del progetto, ringraziando comunque suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman per la loro disponibilità. Il progetto “Educare alle relazioni” proseguirà senza garanti, mantenendo il dialogo con le associazioni rappresentative di genitori, docenti e studenti.
La presenza dei garanti aveva semplicemente lo scopo di sostenere questa iniziativa. La loro diversità culturale era proprio un messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete, di buon senso, non estremiste, nè tanto meno ideologiche. Era un tentativo di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante.
Questa scelta ha suscitato tuttavia anche polemiche.
Il progetto ‘Educare alle relazioni’ andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”.
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