Il cinema a scuola sta conquistando lentamente il proprio spazio, dalla 107 in poi, ma spesso molte iniziative che giungono nelle mail delle segreterie vengono lette dai docenti come un “di più”. E’ necessario un cambio di rotta in questa direzione: il cinema a scuola non è un “di più”. Analizzare un film è come imparare ogni volta una lingua nuova ma è anche un veicolo per portare i ragazzi verso l’educazione civica e la cura del pianeta. Ne è un esempio il pluripremiato film “Il Bacio Azzurro” promosso e premiato da ONU e UNESCO e nato proprio per avviare un’attività didattica volta ad educare all’ambiente e all’acqua attraverso il cinema. E’ un messaggio di pace, di libertà e di unione fra i popoli: attraverso la via dell’acqua si ritrova la vita.
L’appello per le scuole è chiaro e forte: si può fare educazione all’ambiente attraverso il cinema. In quanto responsabile nazionale di ENO, rete globale di scuole e Comunità per lo sviluppo sostenibile, sostengo fortemente questo approccio. La nostra rete è attiva in oltre 100 paesi: lottiamo contro il cambiamento climatico piantando alberi nelle scuole. Negli ultimi 20 anni siamo arrivati a piantare oltre 30 milioni di alberi nelle scuole e nei Comuni, con le nostre campagne globali. Ed è per questo che intendiamo guidare le nostre scuole a far vedere ai ragazzi “Il Bacio Azzurro”. Come noto, la docu-fiction è tratta da una poesia di Federico Garcia Lorca, “La pioggia” ed è adatta a qualsiasi tipo di pubblico, dalle primarie agli istituti superiori. Il messaggio è chiaro: sprecare l’acqua, inquinarla e possederne il diritto è fonte di lotte, diseguaglianze e morte.
Il film ha registrato un rating-apprendimento scolastico del 98,69% (rilevazioni età compresa tra 6 – 19 anni su un campione di 10000 studenti) ed arriva nelle scuole accompagnato da schede didattiche per i docenti. Lo si può “smontare” – secondo lo schema di Marc Vernet – a seconda delle percezioni dei ragazzi, un po’ come si fa con i lego, alla ricerca della storia e delle sottostorie, della diegesi, dei contesti, su diversi piani di lettura e parallelismi individuabili. E’un racconto nel racconto, attraverso le voci di chi vive spiritualmente l’acqua: la scrittrice britannica LynneMc Taggart, lo sciamano australiano Bob Randall; lo studioso giapponese Masaru Emoto, famoso e discusso dalla Scienza ufficiale per i suoi studi sul Coscienza e la memoria dell’acqua; l’africana Sobonfu E. Somè, portavoce del Ghana; il lappone Angaagaq per il cerchio della vita; l’hawaiano Maka’ala Yates. E infine anche le riflessioni di Vittorio Sgarbi sull’acqua.
Da un punto di vista narrativo e della poetica, “Il Bacio Azzurro” è stato definito come l’esempio unico più che raro di una “Cinematografia stilnovista”, intendendo con ciò un modo di fare cinema senza tecnicismi narratologici, per parlare in modo semplice e diretto, sullo stile di Antoine de Saint-Exupéry nel Piccolo Principe, per arrivare al Sentire. Le schede didattiche del film citano, in ordine “il poeta dei nostri giorni che più si è avvicinato a questo modo di parlare al nostro io: il cantautore De André, e con lui, Cohen, Marley, Dylan; scrittori come Catullo, Virgilio e gli arcadici. E, nel recente, Prevert, Leopardi, Lorca, Neruda, Pessoa, Pascoli, Ungaretti, Pavese, Wordsworth, Coleridge, Montale, Erry De Luca. Registi come Tarkovskij ed Herzog, movimenti come la New Age e ovviamente il Dolce Stil Novo e l’Amor cortese di Cavalcanti, Guinizzelli ed altri. Ogni realtà è realizzazione di una potenzialità, dicevano le teorie aristotelico-tomistiche. Sarebbe un ottimo allenamento mentale stimolare i ragazzi a cercare i motivi e i protagonisti che nel corso dei secoli hanno portato l’uomo al bisogno ancestrale di ritrovare il suo senso archetipico come parte della Natura, e che portò a profonde riflessioni filosofi come Talete, Platone, Hegel, Bonhoeffer, Kierkegaard, Sartre, Papini, Miguel de Unamuno, ecc.; e fra il ‘700 e ‘800 all’insorgere di quel filone diffuso che fu il Grand Tour. Natura vuol dire Nascere. Vuol, dire secondo Heidegger Luce. E l’Acqua è la madre, ovvero la causa prima di tutte le cose. Mater, infatti trova la sua radice anche con Materia. Una sorta quindi, di rivelazione”.
Tutto questo può stare in un film? Si, ed è per questo che il cinema deve entrare nelle scuole. Anche per aiutarci a salvare il pianeta.
, , Pubblicato da Anna Maria De Luca
Il cinema a scuola sta conquistando lentamente il proprio spazio, dalla 107 in poi, ma spesso molte iniziative che giungono nelle mail delle segreterie vengono lette dai docenti come un “di più”. E’ necessario un cambio di rotta in questa direzione: il cinema a scuola non è un “di più”. Analizzare un film è come […]
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