Il dibattito sull’educazione affettiva e sessuale ha invaso l’emiciclo di Montecitorio il 5 ottobre, scaldando gli animi dei parlamentari.
Durante la discussione sulle mozioni riguardanti le iniziative per il settore scolastico e il diritto allo studio, la proposta del Movimento 5 Stelle (M5s) di introdurre tale educazione nelle scuole ha trovato l’opposizione ferma della Lega e di Fratelli d’Italia (FdI).
La Presidente di turno, Anna Ascani (PD), ha stigmatizzato le parole del leghista Rossano Sasso, giudicandole “offensive”. La sottosegretaria Paola Frassinetti ha espresso parere favorevole su alcuni impegni, se riformulati, contenuti anche nelle diverse mozioni delle forze di opposizione, ma ha respinto l’impegno ‘controverso’ presentato dal M5s.
La deputata Anna Laura Orrico (M5S) ha spiegato l’impegno, richiedendo l’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, e l’ingresso strutturale dello psicologo a scuola, per combattere il disagio minorile. Tale richiesta non ha ottenuto l’approvazione dell’esecutivo, scatenando la reazione di Sasso che ha messo in luce il punto 13 della mozione, che prevede l’educazione sessuale fin dal primo ciclo della scuola, definendola come “propaganda gender”.
Sasso ha ribadito la posizione della Lega, condannando l’idea di introdurre tale educazione senza il consenso dei genitori, e ha invitato il M5s a promuovere queste iniziative nelle loro sedi di partito piuttosto che nelle scuole. Le parole di Sasso hanno ricevuto gli applausi dei deputati leghisti, ma hanno scatenato le proteste del M5s, Pd, e di Verdi e Sinistra.
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