El Bebè, El Raton, il topo: chi è Ovidio Guzman, il figlio di El Chapo arrestato in Messico

di Guido Olimpio

Il pi piccolo dei figli del signore del cartello di Sinaloa, ora in carcere, si occupava da un decennio del traffico di Fentanyl verso gli Stati Uniti. stato l’Fbi a volerne la cattura. Preso gi nel 2019, fu liberato per le minacce dei clan

I soprannomi, a volte, raccontano. E dunque c’ una ragione se Ovidio Guzman, figlio de El Chapo, sia stato ribattezzato El Beb, oltre che El Raton, il topo. Ovidio, con i suoi 33 anni, il pi “piccolo” dei quattro fratelli/fratellastri che controllano una parte del cartello di Sinaloa. Pi importanti Ivan Arcivaldo, Joaquin e Jesus Alfredo alla guida del clan impegnato in una lotta sanguinosa su tanti fronti.

Chi conosce quel mondo sostiene che Ovidio, arrestato il 5 gennaio, sia partito tardi nella carriera di bandito. E’ stato seguito con amore dalla nonna Maria pi che dalla mamma Griselda, ha frequentato una buona scuola cattolica ma ha poi interrotto gli studi per “lavorare”. Non a tempo pieno.

Testimonianze raccolte dai media sostengono che per un certo periodo abbia preferito il divertimento usando le enormi risorse a disposizione. Lo segnalavano nei quartieri pi belli di Culiacan, in Sinaloa, notavano le sue vetture di lusso ma anche le soste, come uno qualsiasi, da Starbucks a sorseggiare un beverone nel cartoccio. Piccole e grandi cose di uno che aveva un cognome e doveva conquistarsi un nome. E, sempre secondo gli esperti, sono stati i suoi fratelli a coinvolgerlo in modo pi ampio negli affari. Scelta obbligata. Ogni grande famiglia crea gruppo, conta su parenti vicini e lontani, perch i vincoli possono dissensi ed evitare tradimenti. Anche se le vicende messicane sono piene di giravolte e faide, specie quando l’organizzazione cresce o deve affrontare fasi difficili.

Non solo. I ras del crimine sono prolifici, hanno spose ed amanti a ripetizione, figli e figlie, noti e ignoti. A volte il legame di sangue si annacqua, lascia spazio alla vendetta. Cos Ovidio si dedicato ai traffici, alla gestione di alcune filiere. Prima con i prodotti classici – marijuana, coca – quindi al micidiale fentanyl, la droga sintetica molto richiesta e redditizia per chi la produce. Secondo gli investigatori americani, che avevano messo una taglia di 5 milioni sulla sua testa, El Beb attivo da oltre un decennio: tesi sostenuta con documenti ufficiali e possibili riscontri emersi da indagini che documentano spedizioni da Colombia e Argentina, creazione di laboratori, contatti transnazionali.

Con il passare del tempo il “giovane” Guzman, pur rimanendo un passo indietro rispetto agli altri, si fatto largo. O comunque diventato uno dei simboli del male, una scheda Most Wanted, un volto da dare ad una minaccia tentacolare.

La cattura del padre, il re dei narcos, ha aumentato la responsabilit degli eredi. Consapevoli della sfida quanto degli avversari. Nessuno perdona, non ci sono limiti. Ovidio lo sa bene in quanto suo fratello Edgar stato assassinato nel 2008 in un agguato in un’area commerciale. In Messico non mancano le pallottole e neppure i sicari, ogni cosa si pu comprare e vendere. Vale per i funzionari corrotti, vale ancora di pi per i pistoleri. La vita dei giovani padrini diversa da quella dei genitori, sono cresciuti tra le comodit, con debolezze e tentazioni. L’uso dei social, l’ostentazione, le foto. Pochi si sono sporcati gli abiti firmati, non hanno passato settimane nascosti in casupole nella Sierra, non hanno provato l’adrenalina di una fuga attraverso il tunnel della fogna in mutande e canottiera. Infatti due figli de El Chapo sono stati rapiti e poi liberati dagli avversari in un bel ristorante sulla costa del Pacifico.

Ovidio lo avevano beccato, nell’ottobre del 2019, in una villa di Culiacan. Le immagini lo avevano mostrato con una camicia chiara e un cappellino da baseball. Sballottato, sorpreso che volessero portarlo in galera. E infatti non finito in cella: le guardie lo hanno lasciato andare dopo aver ceduto alle minacce dei banditi. Una prova di forza, nota come il “Culiacanazo”, che in narcos hanno cercato di ripetere, invano, due giorni fa mettendo a ferro e fuoco la citt. Una trentina i morti negli scontri dove sono state usate mitragliatrici, aerei, elicotteri. Solo che questa volta la Legge ha resistito e Ovidio ora detenuto nel penitenziario dell’Altiplano in attesa che decidono sulla sua sorte.

Washington lo vuole, per punirlo delle sue colpe e magari convincerlo a collaborare. Il padre, nonostante lo abbiamo “sepolto” nella prigione di Florence, ha tenuto per ora la bocca chiusa. Non detto che Ovidio il giovane abbia la stessa tempra. Intanto il Messico frena. Un giudice ha bloccato l’estradizione lampo e ha imposto una detenzione provvisoria di due mesi. Un arco di tempo durante il quale il clan user ogni mezzo per impedire che El Beb venga consegnato all’America, il cliente insaziabile dei veleni venduti dal clan ma anche un nemico implacabile.

7 gennaio 2023 (modifica il 7 gennaio 2023 | 12:16)

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