Come direbbe un indimenticabile Nino Manfredi, è tornata ricca e spietata come il conte di Montecristo. Partita con la valigia di cartone del suo risicato 4% del 2018, Giorgia Meloni fa fare anticamera ai più blasonati ex compagni di strada del centrodestra. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dovranno andare da lei con il cappello in mano se vorranno portare a casa qualche seggio nella quota maggioritaria. La riforma in senso proporzionale della legge elettorale ora la spaventa meno, perché Lega e Forza Italia non possono permettersela. Buona regola però è lasciare una via di fuga a chi hai messo nell’angolo, e lei forse non l’ha ancora imparata. È un suo punto debole ma anche la sua forza, perché la anima una convinzione profonda: non diventerà mai premier per concessione ma solo se i numeri lo renderanno inevitabile. E quindi è pronta a molto, meno che a farsi addomesticare. Ma forse anche lei, alla fine, po’ di arte della mediazione dovrà metterla nel bagaglio. 15 giugno 2022 | 07:48 (©) RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-15 15:35:00, Dalle Comunali sono arrivati diversi responsi (e altri ne arriveranno dai ballottaggi del 26 giugno). Punti forti e deboli dei partiti di fronte all’anno elettorale. Il primato di FdI ridisegnerà i rapporti nel centrodestra? E il Pd troverà soci solidi per costruire il campo alternativo? Incognite e possibili scenari dopo le elezioni nelle città, Roberto Gressi