di Felice Cavallaro In base agli exit poll il candidato del centrodestra Roberto Lagalla dovrebbe avere abbondantemente superato il margine minimo del 40 per cento riuscendo in tal caso a diventare sindaco di Palermo PALERMO – La forbice che gli exit poll indicano nella notte non suggerisce cautela perché il candidato del centrodestra Roberto Lagalla dovrebbe avere abbondantemente superato il margine minimo del 40 per cento e diventare così sindaco di Palermo. I pronostici, tutti da verificare all’apertura dello scrutinio reale che comincerà solo oggi alle ore 14, proiettano l’ex rettore di Palermo, da poco dimissionario come assessore del governatore Nello Musumeci, verso una «forchetta» che va dal 43 al 47 per cento dei voti. Ben superiore a quella del suo avversario di centrosinistra, il presidente nazionale degli architetti, Franco Miceli, oscillante fra il 23 e il 31 per cento. Una mortificazione, una débâcle per il centrosinistra, se così fosse. Dopo una domenica bestiale , cominciata con decine di seggi chiusi per mancanza di presidenti e proseguita con code di un’ora perché a volte mancavano perfino le schede vidimate, la fiducia degli exit poll va sempre contenuta, nonostante i fan di Lagalla già festeggino. Bisognerà tenere conto anche della bassa affluenza alle urne, determinata forse dagli impicci mattutini e dalla concomitante sfida serale allo stadio cittadino tra il Palermo e Padova, con la squadra di casa che è riuscito a conquistare la Serie B. Se Lagalla, per quanto favorito, dovesse arrestarsi sotto il 40 per cento, la competizione eliminerebbe comunque dalla scena gli altri quattro candidati proseguendo verso un ballottaggio fra il leader del centro destra e l’architetto settantenne in cui molti vedono la continuità dell’era Orlando. Ma finisce l’era del sindaco uscente Leoluca Orlando. Il protagonista che, oltre a rifiuti per strada, trincee da cantieri per opere tenere e 1.200 bare ammassate senza sepoltura, lascia anche il disastro di una macchina amministrativa evidentemente inadeguata e aggredita perfino da un attacco hacker al Comune con rischi per i cittadini, dal furto d’identità alle frodi finanziarie. E su questo hanno picchiato duro anche gli altri candidati azzoppati dagli exit poll, Rita Barbera, Francesca Donato, Fabrizio Ferrandelli e Ciro Lo Monte. Polemiche e scontri che si aggiungono ai veleni delle ultime settimane sulla possibile influenza del voto mafioso. La campagna elettorale è cominciata con gli attacchi a Dell’Utri e Totò Cuffaro impegnati entrambi in un insidioso endorsement per Lagalla ed è culminata nell’arresto di due candidati di Forza Italia e di Fratelli d’Italia per contatti diretti con boss usciti dal carcere. Bisognerà cercare di capire adesso se l’astensionismo nei quartieri a rischio è determinato anche da un disorientamento legato agli sviluppi di cronaca. O quanto ha pesato una crescente disaffezione alla popolarità dello stesso Orlando che in questi ultimi tempi, come dice uno studioso della città e dei suoi sindaci, Lino Buscemi, è forse riuscito a ribaltare un vecchio motto andreottiano: «Il potere logora chi ce l’ha». Comincia da qui (forse) la nuova era Lagalla, il radiologo al quale hanno fatto i raggi X antimafia, preoccupato dai veleni che potrebbero proseguire e che sono scattati il 23 maggio quando ha dovuto disertare la manifestazione per Falcone. 13 giugno 2022 (modifica il 13 giugno 2022 | 05:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-12 22:25:00, In base agli exit poll il candidato del centrodestra Roberto Lagalla dovrebbe avere abbondantemente superato il margine minimo del 40 per cento riuscendo in tal caso a diventare sindaco di Palermo, Felice Cavallaro