Letta e il cantiere di «Democratici e progressisti», senza i 5 Stelle (su cui la scelta è «definitiva e irreversibile»). Calenda e Bonino presentano lunedì i punti del programma. E Brunetta lancia il «rassemblement repubblicano» ROMA — Mancano due mesi al voto. I tempi sono strettissimi, mai una campagna elettorale così breve. E ci sono diversi nodi da sciogliere. Il centrosinistra deve definire i confini della sua coalizione. A destra devono risolvere la questione della leadership. Fervono gli incontri, in tutte le coalizioni. Lunedì Carlo Calenda a capo di Azione e Emma Bonino di +Europa incontrano i giornalisti per mettere nero su bianco i punti del loro programma. Martedì tocca al Pd: il segretario Enrico Letta ha convocato la direzione per discutere a tutto campo, sul tavolo alleanze e programmi. E mercoledì è la volta del centrodestra. A Montecitorio si vedranno Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, ma anche Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Ci sarà anche Silvio Berlusconi e il suo sarà un rientro in Parlamento dai tempi delle consultazioni per il governo Draghi. Bisogna sbrigarsi per la campagna elettorale. Il segretario Letta tira in ballo lo storico segretario del Pci per cominciare la sua: «Ad agosto saremo in tutte le città semideserte, nelle periferie, per parlare con chi in vacanza non è potuto andare. Come recitava l’ultima frase di Berlinguer, sarà una campagna casa per casa, strada per strada ». Letta ha parlato nella trasmissione di Rai 3 «Mezz’ora in +», dicendo che sogna una grande lista di centrosinistra: «Ho già sentito il mio amico Speranza, i cattolici di Demos,i socialisti», dice dopo aver messo la croce «definitiva e irreversibile »sul M5s. «Ci chiameremo democratici e progressisti» dice il segretario Pd. E spiega: «Voglio soltanto candidati pieni di energie con gli “occhi di tigre” come li ho io. Non candidati senza motivazione». Immediato il plauso del segretario del Psi Enzo Maraio : «Letta ha indicato la strada giusta. La coalizione che stiamo mettendo in campo sarà un cantiere aperto, dove coinvolgeremo i nostri giovani e tutte le migliori energie». La campagna elettorale entra nel vivo e da lunedì, poi, cominceranno a scendere in campo anche i sondaggisti per indagare come la pensano gli italiani sui partiti dopo il tracollo del governo Draghi. Renato Brunetta, però, non ci crede ai sondaggi. Il ministro che ha appena lasciato Forza Italia è scettico sulle interviste d’agosto. «Sono tutti al mare. Questi sondaggi non sono attendibili. A settembre cambierà tutto», dice parlando anche lui nel programma «Mezz’ora in +». Brunetta ha un sogno e cita Don Sturzo: «Un grande rassemblement repubblicano che parte dall’agenda Draghi e mette insieme tutte le anime che si riconoscono nell’europeismo, nell’atlantismo. Mi riferisco a tutti quelli che ci stanno, ai «liberi e forti» come fece Don Sturzo: Calenda, Renzi, Toti, Più Europa, Bonino, Letta, il mio amico Speranza, tutta la sinistra, anche Di Maio, che è stato un ministro degli Esteri bravissimo». La caduta del Governo Draghi è ancora una ferita aperta. Letta ci torna su e non ha dubbi: «È stato un «suicidio collettivo». È convinto: «Mercoledì sera all’ambasciata russa hanno brindato a vodka e caviale». Di ritorno da Mosca ci pensa Alessandro Di Battista, già M5s, ad attaccarlo: «Un tempo il Pd si occupava di banche. Oggi a corto di idee si aggrappa al “banchiere». Una stilettata al segretario del Pd anche dal leghista Roberto Calderoli: «Qualcuno fermi Letta, con le sue dichiarazioni: “All’ambasciata russa hanno festeggiato a caviale e vodka” o “il suicidio collettivo della politica italiana”. Adesso basta! Forse la colpa è il caldo di questi giorni». Il centrodestra si vedrà mercoledì prossimo e Matteo Salvini fa un omaggio al fondatore di Forza Italia: «Ho una certezza: Silvio Berlusconi con tutto quello che ha fatto in Italia e nel mondo può aspirare a qualsiasi incarico». 24 luglio 2022 (modifica il 24 luglio 2022 | 21:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-24 19:43:00, Letta e il cantiere di «Democratici e progressisti», senza i 5 Stelle (su cui la scelta è «definitiva e irreversibile»). Calenda e Bonino presentano lunedì i punti del programma. E Brunetta lancia il «rassemblement repubblicano», Alessandra Arachi