Elezioni Usa di midterm 2022, cosa sono e perché sono importanti

di Viviana Mazza

Che cosa decidono le elezioni di metà mandato? Quali sono i temi che contano? E, soprattutto, chi vincerà? Tutte le domande e le risposte

Oggi, martedì 8 novembre, si vota in tutti gli Stati Uniti per le legislative di metà mandato: le elezioni di midterm. I seggi aprono a orari differenti secondo lo Stato: ill primo, anche per fuso orario, è il Vermont, dove si vota dalle 5 di mattina locali (le 11 di mattina italiane). Gli ultimi ad aprire sono i seggi di vari Stati dell’Ovest tra cui la California, dove si vota dalle 7 locali (le 16 italiane). I seggi restano aperti dalle 12 alle 14 ore.

Che cosa si decide alle elezioni di midterm?

L’8 novembre in America si decide il controllo di tutti e 435 i seggi della Camera, di 35 seggi sui 100 del Senato (il mandato è di sei anni) e di 36 su 50 governatori. Non solo: ci sono in ballo anche 27 poltrone di segretari di stato e migliaia di parlamentari statali e funzionari locali. In cinque Stati viene chiesto anche agli elettori di esprimersi sul diritto all’aborto (California, Michigan e Vermont voteranno per garantirlo, Kentucky e Montana potrebbero limitarlo). Miterm (metà mandato) perché avvengono a metà del mandato presidenziale.

Chi vincerà?

Al momento i democratici hanno la maggioranza sia alla Camera, con 222 contro 213 seggi, che al Senato

(spaccato a metà ma con la vicepresidente Kamala Harris a fare da ago della bilancia). Tutti i sondaggi e gli esperti prevedono che il controllo della Camera passerà ai repubblicani: ciò su cui si dibatte è se la vittoria sarà molto ampia o più contenuta. Il Senato resta invece in bilico. Molto dipende da pochi Stati: Pennsylvania, Georgia, Arizona, Nevada, dove i candidati dei due partiti si fronteggiano in testa a testa più o meno serrati, e tra gli Stati in qualche modo in bilico è possibile includere anche North Hampshire e Wisconsin.

Per quanto riguarda i governatori, le sfide sono più idiosincratiche: competitive quelle in Arizona, Michigan, Wisconsin, Nevada, Pennsylvania, ma anche storie particolari come quella della governatrice democratica che tenta la rielezione in Kansas o il caso dell’Oregon, dove un governatore repubblicano potrebbe vincere per la prima volta in quarant’anni, e quello del Maryland che eleggerà sicuramente il suo primo governatore nero. Storicamente, il partito che controlla la presidenza -attualmente i democratici – non ha buoni risultati alle elezioni di midterm e il presidente Joe Biden ha un tasso di approvazione basso, intorno al 41%. I candidati in corsa negli Stati in bilico non lo vogliono al loro fianco durante la campagna elettorale, con l’eccezione della Pennsylvania dove il presidente è nato e ha trascorso i primi dieci anni della sua vita: molti preferiscono che ad appoggiarli nei comizi sia invece l’ex presidente Obama.

Perché le elezioni di midterm sono importanti

Perché senza il controllo della Camera e del Senato il partito del presidente rischia la paralisi legislativa, tanto più in un clima politico divisivo come quello attuale. Per esempio verrebbe impedito il passaggio di una legge che tuteli il diritto all’aborto a livello federale. Se i repubblicani prendono il controllo di una o di entrambe le camere, potrebbero anche avviare una serie di indagini contro i democratici al fine di provare incompetenza o errori, per esempio, nel ritiro dall’Afghanistan o nella gestione da parte dell’Fbi e del dipartimento della Giustizia del sequestro di file top secret che Trump da presidente aveva sottratto portandoli nella sua residenza in Florida. Biden e la sua famiglia sarebbero tra gli obiettivi principali, insieme a Anthony Fauci, il virologo consulente della Casa Bianca sotto Trump e poi Biden.

Alcuni repubblicani hanno anche promesso di mettere Biden sotto impeachment come accaduto due volte a Trump durante la sua presidenza. Il controllo del Senato include inoltre il potere di approvare i giudici federali, fino a quelli della Corte suprema. I repubblicani possono usarlo per bloccare le nomine di Biden (Obama nel 2016 dovette lavorare con un Senato a guida repubblicana, che bloccò la sua nomina per la più alta Corte, Trump invece fu in grado di nominare tre dei nove giudici che la compongono attualmente, proprio grazie al controllo del Senato).

Queste elezioni sono significative anche in vista delle presidenziali del 2024. La scelta del segretario di Stato (si vota anche per questa posizione in 27 Stati) di solito non suscita grande attenzione mediatica, ma stavolta sì: sono figure cruciali per la certificazione del voto. Furono funzionari come i segretari di Stato (anche repubblicani) a fare da muro alle richieste di Trump di «trovare altri voti» e alle sue accuse a Biden di aver rubato le elezioni nel novembre 2020. In corsa per queste posizioni ci sono ora molti sostenitori dell’ex presidente. Il risultato del voto dell’8 novembre potrebbe inoltre essere significativo per la politica estera, specialmente in Ucraina . Kevin McCarthy, deputato repubblicano della California che con tutta probabilità sarà il prossimo speaker della Camera, ha detto che non darà all’Ucraina un «assegno in bianco», mettendo dunque in dubbio così l’entità futura degli aiuti militari e umanitari in un periodo di crisi economica e inflazione che pesa sull’elettorato americano.

Quali sono i temi che contano per gli elettori?

I democratici hanno visto migliorare i sondaggi dopo la storica sentenza della Corte suprema che lo scorso giugno ha abolito la protezione federale per il diritto all’aborto, ma il vantaggio si è quasi del tutto dissipato. L’aborto resta uno dei temi importanti per gli elettori democratici (prioritario per il 29% secondo un sondaggio Cnn), insieme all’economia (27%), mentre il 71% dei repubblicani e il 53% degli elettori indipendenti considera questa elezioni — come l’ha definita il governatore della Georgia Kemp – una “pocketbook election”, un voto sul portafoglio.

Anche le accuse di debolezza nel mantenimento della sicurezza e dell’ordine o di promuovere riforme troppo progressiste a favore dei criminali hanno avuto un ruolo importante negli attacchi dei candidati repubblicani contro i rivali democratici. La minaccia alla democrazia, evocata da Biden come ragione per andare alle urne, può avere peso per l’elettorato democratico, ma secondo i sondaggi pur essendo questa una preoccupazione bipartisan, i sostenitori dei due partiti hanno idee diverse su cosa costituisca un pericolo per la democrazia (anche Trump afferma che l’obiettivo è salvare l’America).

Il ruolo di Trump?

Trump che, secondo alcune anticipazioni dovrebbe annunciare ufficialmente il 14 novembre la discesa in campo per la presidenza nel 2024, ha appoggiato diversi candidati nelle sfide ancora in bilico, come Mehmet Oz in Pennsylvania, Herschel Walker in Georgia, Blake Masters in Arizona. Ha offerto il suo appoggio anche in molte sfide per la Camera aiutando candidati pronti a negare o a diffondere disinformazione sulle elezioni del 2020. Alcuni candidati repubblicani, come lo stesso Oz, hanno puntato sul suo appoggio più durante le primarie che nelle elezioni generali (tendono a prevalere candidati più moderati) e in Georgia il governatore repubblicano Brian Kemp che ha rotto con Trump dopo il 2020 si è fatto supportare da Mike Pence invece che dall’ex presidente, ma quest’ultimo mantiene una base solida e leale di elettori.

Potrebbero esserci violenze seggi?

Secondo un sondaggio di Washington Post e Abc News, nove su dieci americani sono preoccupati per la crescente violenza politicamente motivata nel Paese. In attesa dell’8 novembre, le cassette per il voto anticipato sono la nuova ossessione dei complottisti. Sono stati segnalati vigilantes armati che vanno a presidiarle e in alcuni casi fotografano e filmano chi deposita le schede elettorali: sostengono che vogliono evitare che le stesse persone votino più volte. I funzionari elettorali in diversi Stati — Pennsylvania, Arizona, Ohio in particolare — mettono in guardia sui tentativi di intimidire gli elettori e minare la fiducia nel sistema elettorale che si stanno intensificando man mano che si avvicina l’8 novembre.

Quegli stessi funzionari cercano però anche di rassicurare l’elettorato che non c’è nessun pericolo nell’andare a votare. Solo in Pennsylvania si sono dimessi 50 su 67 supervisori a capo di seggi elettorali dopo minacce a loro o alle loro famiglie. L’Fbi e il dipartimento di Homeland Security hanno inviato task force, programmi di formazione e meccanismi per lanciare l’allarme via sms per tentare di alleviare le paure degli scrutatori.

7 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 12:01)

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, 2022-11-08 10:38:00, Che cosa decidono le elezioni di metà mandato? Quali sono i temi che contano? E, soprattutto, chi vincerà? Tutte le domande e le risposte, Viviana Mazza

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