Resistenza agli antibiotici: il rischio che non funzionino più contro le infezioni è davvero vicino?

Esiste un’altra epidemia oltre a Covid. È quella dei batteri resistenti agli antibiotici. Lenta e silente. In corso da decenni in tutto il mondo, ma che non fa notizia. Eppure uccide. Se il farmaco perde di efficacia le infezioni diventano sempre più difficili da curare, soprattutto nei pazienti con un sistema immunitario indebolito (come gli anziani) o compromesso da altre malattie. Uno studio pubblicato su Lancet a gennaio 2022 stima in oltre 1,2 milioni i morti attribuiti direttamente a infezioni da germi multiresistenti e in quasi 5 milioni quelli in cui la colonizzazione dei superbatteri ha contribuito a determinare il decesso. In Italia le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzati in ambito ospedaliero degli 8 patogeni sotto sorveglianza europea (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter species), responsabili di gravi polmoniti, sepsi, meningiti e infezioni urinarie, sono tra le più elevate.

18 novembre 2022 | 10:29

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, 2022-11-18 11:03:00, Prendendo il farmaco quando non serve o in dosi in tempi diversi da quelli indicati, esercitiamo una pressione selettiva nei confronti dei microbi che favorisce l’emergere e il diffondersi di ceppi resistenti. Così riduciamo le possibilità di difesa nostre e degli altri, in particolare dei soggetti più deboli, Chiara Daina

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