L’esperto del Cnr: «Nelle Marche evento estremo e imprevedibile. Il nuovo data center di Bologna ci aiuterà»

di Massimo Sideri

Bernardo Gozzini, direttore del centro Cnr-Lamma: «Dobbiamo sviluppare quello che si chiama Now clearing, le previsioni sul momento per seguire l’evoluzione in tempo reale di ciò che ci anticipano i modelli e ridurre il margine di errore tra previsione e realtà»

«Quello che stupisce è la quantità di acqua e precipitazioni che si concentrano sempre di più in poche ore, un’intensificazione che stiamo registrando negli ultimi anni: teniamo conto che in 6-7 ore nelle Marche è caduto quello che normalmente si distribuisce in 4-5 mesi nelle stesse aree». Bernardo Gozzini è uno dei maggiori esperti sul clima e sul meteo e dirige il centro Lamma-Cnr che dal punto di vista operativo fornisce le previsioni metereologiche per la regione Toscana ma grazie ai modelli del Cnr lavora sul cambiamento climatico e il miglioramento dell’affidabilità delle previsioni.

Eventi come la bomba d’acqua nelle Marche sono prevedibili dai vostri modelli climatici e dal monitoraggio meteorologico oppure dobbiamo abituarci alla loro imprevedibilità?
«La concentrazione delle piogge in un territorio vulnerabile come il nostro sono molto impattanti sulle persone. Peraltro nello stesso tempo — visto che il 2022 sarà ricordato per la siccità nel Centro Nord Italia — non riusciamo a trattenerle. Dal punto di vista del cambiamento climatico non c’è una variazione nel cumulato stagionale: cade la stessa quantità di acqua ma in modalità molto diversa, come è accaduto ora nelle Marche. I modelli metereologici mondiali che si basano su equazioni e algoritmi hanno una risoluzione spaziale che gira a 9 km di risoluzione, che vuol dire che abbiamo un punto ogni 9 chilometri. E’ come se avessimo solo cubi il cui lato è pari a 9 km. Il modello deve dunque mediare anche l’orografia».

Il risultato è che non possiamo prevedere?
«Oggi posso vedere che ci sono gli ingredienti che potrebbero portare a un temporale molto forte ma ho difficoltà a sapere dove e quando. Questo è un livello di incertezza legato al modello. Ieri per esempio era previsto un flusso Sud Occidentale che ha attraversato il Mediterraneo. Sono arrivate correnti umide miti che davano luogo a linee di instabilità, favorevoli per sviluppo dei temporali, ma molto difficili da individuare: il modello faceva descriveva un fenomeno che avrebbe dovuto concentrasi sulla Toscana e non andasse a superare l’appennino. Peraltro nella tarda mattinata. Un errore non banale».

L’intelligenza artificiale potrà aiutare la riduzione di questo grosso margine di errore?
«Proprio in Italia, a Bologna, entrerà in funzione il nuovo data center del centro europeo sul clima che si trova a Reading. Con questo nuovo centro potremo ridurre la risoluzione a 5 km, ma ancora non basterà. Dobbiamo sviluppare quello che si chiama Now clearing, le previsioni sul momento per seguire l’evoluzione in tempo reale di ciò che ci anticipano i modelli e ridurre il margine di errore tra previsione e realtà. In questo il valore dell’uomo rimane molto importante in territori come l’Italia dove la conoscenza del microclima e l’orografia complessa possono fare la differenza».

16 settembre 2022 (modifica il 16 settembre 2022 | 15:28)

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, 2022-09-16 13:29:00, Bernardo Gozzini, direttore del centro Cnr-Lamma: «Dobbiamo sviluppare quello che si chiama Now clearing, le previsioni sul momento per seguire l’evoluzione in tempo reale di ciò che ci anticipano i modelli e ridurre il margine di errore tra previsione e realtà», Massimo Sideri

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