Estate. Compiti sì, compiti no. Quali compiti? Lettera

Inviato da Anna Conti – È solo un “tormentone” che riemerge ogni estate quello dei “compiti delle vacanze” o può essere visto anche come una lente attraverso cui emergono i tratti della scuola in cui si crede?

La questione, forse, più che “compiti sì o no” potrebbe essere: quali consegne proporre perché il lungo tempo estivo possa diventare un’occasione per fare esperienze formative diverse?
In fondo non è che un corollario rispetto al modo di impostare la propria didattica nella quotidianità dell’intero anno scolastico.

Se si è cercato di portare avanti una didattica attiva, partecipativa che stimoli il pensiero creativo e il pensiero critico, si sente come una nota stonata un eserciziario di consegne anonime e standardizzate.
Io insegno da molti anni nella Primaria e mi sono accorta, come molti, quanto la motivazione sia “conditio sine qua non” principalmente durante l’anno ma forse anche nell’offerta di attività per le vacanze.

E così, in accordo con le colleghe di team, abbiamo fornito a ciascuno dei nostri alunni un “Taccuino dell’esploratore” in cui annotare esperienze significative a livello interdisciplinare.
Inoltre, avendo da tempo deciso di privilegiare la lettura, ho proposto loro sia l’incentivazione alla scelta libera di libri, sia la proposta di un libro condiviso. Quest’anno ho individuato “Io sono soltanto un cane” di Jutta Richter.

Alle mie alunne e ai miei alunni ho indirizzato una “Caccia al tesoro” dentro il libro con domande, ricerche specifiche di elementi grammaticali o lessicali, brevi occasioni di scrittura e di disegno che mettano in relazione il romanzo con i loro vissuti estivi.

La finalità è, come ha recentemente scritto Alessandro D’Avenia, “un approccio alla lettura attivo e creativo, come leggere con una matita in mano, sottolineare ciò che ci colpisce e annotarlo in un diario. Questo non solo arricchisce la nostra esperienza di lettura, ma ci consente di rispondere attivamente alla chiamata del libro”.
Per la terza proposta ho attinto al “lascito buono della DAD” che ci ha permesso di familiarizzare con piattaforme che ci consentono di tenere vivi canali di comunicazione anche quando la scuola è chiusa.
E allora ho lanciato, per la serie “Scatti d’autore”, la sfida di pubblicare sulla piattaforma le fotografie più belle della loro estate con didascalie documentate e commenti personali.

Come si può osservare, la mia è una semplice alternativa che ha l’ambizione di stimolare curiosità, riflessione, creatività e di sfruttare l’estate anche come occasione per imparare, forse senza nemmeno accorgersi.

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