Eva Kaili e le ammissioni dopo l’arresto: «Sapevo dei soldi a casa mia»

di Giuseppe GuastellaTrova conferme anche a Bruxelles la versione dell’avvocato dell’eurodeputata greca che aveva raccontato delle prime parole della sua cliente dopo l’arresto: aveva ammesso che, presa dal panico, aveva chiesto a suo padre di mettere 600 mila euro in valigia e portarli via Lo aveva detto dalla Grecia l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos che Eva Kaili aveva subito confessato agli inquirenti dopo l’arresto. Confessato che aveva fatto parte delle macchinazioni attribuite al suo compagno Francesco Giorgi e ad Antonio Panzeri a favore di Qatar e Marocco? No, aveva ammesso ciò che non poteva che ammettere, e cioè che sapeva della montagna di soldi che si trovavano a casa sua, ma che erano di Giorgi, non suoi, e che era stata lei, presa dal panico, a chiedere a suo padre di mettere 600 mila euro in valigia e portarli via. Ora arriva la conferma anche da Bruxelles. «Tutto è successo in quelle ore, quando ho visto i soldi, non ho avuto una risposta convincente sulla loro origine e ho subito chiesto che uscissero di casa. Mio padre si è preso la responsabilità di essere il corriere perché non c’era nessun altro», aveva dichiarato il 15 dicembre Michalis Dimitrakopoulos riportando dalla Grecia le dichiarazioni fatte dalla sua cliente al giudice istruttore Michel Claise nelle ore successive all’arresto. Era il modo dell’indagata di spiegare come mai suo padre venerdì era stato sorpreso dalla polizia mentre usciva di fretta dal Sophitel di Bruxelles trascinandosi un trolley zeppo di banconote. Saranno le stesse cose che con certezza ripeterà giovedì di fronte ai giudici che dovranno esaminare la sua richiesta di scarcerazione come hanno fatto lunedì scorso con gli altri indagati che erano ancora in cella, l’ex deputato europeo e fondatore della ong Fight impunity Antonio Panzeri, il compagno della Kaili Giorgi, che è stato assistente di Panzeri all’europarlamento e lo è per l’eurodeputato Andrea Cozzolino, oltre ad essere «socio» di Panzeri nella guida della ong, ed infine Niccolò Figà Talamanca, segretario dell’altra ong finita in questa vicenda, la No peace without justice. Dei tre uomini, solo il terzo è stato scarcerato, ma con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Come rivela stamattina il quotidiano Le Soir, l’eurodeputata (è stata destituita dalla vice presidenza) aveva tentato di avvertire Panzeri e altri due europarlamentari di ciò che stava accadendo in casa sua con la presenza della polizia federale. Anche Panzeri avrebbe fatto alcune ammissioni. Avrebbe dichiarato che Marc Tarabella era il destinatario di «regali provenienti dal Qatar». Tarabella è il parlamentare belga di origini italiane perquisito venerdì alla presenza della presidente del parlamento europeo Metsola, fatta arrivare di corsa da Malta per presenziare all’atto giudiziario come impone la Costituzione del Belgio. Il legale di Tarabella ha smentito qualsiasi azione a favore del Qatar. 20 dicembre 2022 (modifica il 20 dicembre 2022 | 11:51) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-20 09:02:00, Trova conferme anche a Bruxelles la versione dell’avvocato dell’eurodeputata greca che aveva raccontato delle prime parole della sua cliente dopo l’arresto: aveva ammesso che, presa dal panico, aveva chiesto a suo padre di mettere 600 mila euro in valigia e portarli via, Giuseppe Guastella

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