Lex sindaca Marta Vincenzi in cucina per i poveri. È la mia chance

di Dino Martirano

I servizi sociali dopo la condanna per l’alluvione di Genova del 2011. L’impegno in mensa e l’assistenza alle donne vittime di violenza. Rispedisco al mittente l’umiliazione. Ma l’umilt bene prezioso

L’umiliazione che ho dovuto subire la rispedisco al mittente, mentre l’umilt la considero preziosa. Non posso certo ringraziare i giudici ma non sono sicura che sarei riuscita a compiere questo stesso percorso di ricostruzione al fianco degli altri… Sono stata preside, presidente di Provincia, sindaco e in questi ruoli ho sempre favorito il gioco di squadra, agendo da vertice del coordinamento, da numero uno. Questa esperienza, invece, mi ha dato la possibilit di essere utile restando nell’ombra, con un ruolo secondario, pur muovendomi sempre con passione ed intelligenza. Ecco, non ringrazio certo i giudici, anche perch ritengo sbagliata in radice l’ordinanza che mi riguarda, ma, paradossalmente, mi stata data una chance, una possibilit. E io ho dovuto fare i conti con me stessa perch questo il segreto per non cadere in depressione. Le parole di Marta Vincenzi sgorgano come un fiume in piena che per, con il passare delle stagioni e con l’assottigliarsi delle emozioni, ha assunto ormai un andamento meno impetuoso. I fatti risalgono al 2011 quando Genova fu colpita da una terribile onda d’urto di pioggia e fango che spazz le strade di alcuni quartieri arroccati tra la montagna e il mare e si port via anche la vita di sei persone, tra le quali due bambine.

Il processo

Lei, sindaco della citt in quei drammatici frangenti, ha poi subito un processo e una condanna per omicidio colposo plurimo e disastro colposo che sta ancora scontando ai servizi sociali. In pratica, l’ex sindaca di Genova per la quale i giudici hanno individuato una responsabilit oggettiva per l’alluvione del 2011, all’et di 75 anni ha messo se stessa di nuovo al servizio della citt per riparare il conto ancora aperto con la giustizia. E lo fa tutti i giorni preparando i pasti per chi ne ha bisogno e accogliendo le donne che si rivolgono a uno storico centro antiviolenza. E tutto si sta consumando tra le case del Polcevera dove nei primi Anni 70 era iniziato il cammino di una giovane studentessa di filosofia, figlia di operai, iscritta alla sezione del Pci intitolata al partigiano Jori di Rivarolo: Erano gli anni in cui eravamo innamorati di Berlinguer e la sezione contava pi di 1.500 iscritti….

Ora Marta Vincenzi ripercorre quelle strade con i volontari dell’associazione Antonio De Negri, un sacerdote che ha avuto un ruolo importante in questo quartiere popolare: Collaboro con la mensa di Vallata per la preparazione dei pasti che un tempo andavano a 25-30 persone e che ora sono diventate 70, sono soprattutto anziani e componenti di famiglie numerose. Alcuni di noi, periodicamente, fanno il giro dei supermercati che ci offrono i prodotti, altri cucinano. Quando Marta Vincenzi ha presentato il suo progetto, poi accolto dai giudici della Sorveglianza che l’hanno affidata ai Servizi sociali, ha fatto molta attenzione a non invadere ambiti che aveva gi conosciuto quando aveva un ruolo istituzionale (sindaco, presidente della Provincia, parlamentare europeo eletto con 149mila preferenze): Avevo paura di non trovare il tono giusto, temevo di essere fastidiosa….

La Casa di Pandora

Il secondo ambito di volontariato scelto da Marta Vincenzi quello della Casa di Pandora intitolata a Margherita Ferro, storica attivista per i diritti delle donne: Qui svolgo un ruolo di segretariato sociale e di filtro con le donne che hanno subito violenza e che spesso devono organizzare una uscita da una dimensione famigliare molto problematica. Il terzo impegno sociale dell’ex sindaca Vincenzi con l’Auser che cura progetti di cittadinanza attiva al servizio degli anziani: Il volontariato fa bene soprattutto a chi lo fa perch restituisce un capitale umano migliore. Come mi vedono oggi i miei concittadini? Non saprei – si schermisce – per so che nel mio quartiere non posso entrare in un bar senza che qualcuno si faccia avanti per pagarmi il caff. E so anche che le persone che mi fermano e magari mi abbracciano non lo fanno perch hanno secondi fini, come ti pu capitare invece se sei sindaco o parlamentare. E poi c’ il partito, la politica e tutto quel mondo dal quale, ora, Marta Vincenzi si sente separata da una distanza siderale: Diciamo che quella che chiamavamo base si sempre dimostrata solidale. I vertici, invece, sono scappati via a gambe levate. D’altronde il Pd non c’ pi dai tempi della defenestrazione di Prodi. Io non mi riconosco pi nella sinistra di questo Paese. Sento molto disagio. Per so anche che serve l’impegno di tutti per un’opera di ricostruzione.

13 gennaio 2023 (modifica il 13 gennaio 2023 | 17:04)

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