F1, Leclerc subisce il colpo al Gp Spagna ma si rialza: «Bisogna guardare avanti»

di Daniele Dallera

La Ferrari si rompe sul circuito di Barcellona, il grido del monegasco «No, no…» sembra certificare la resa. Ma poi ritrova la grinta di chi è convinto di poter vincere il titolo

Quell’urlo «No power, no power…» di Charles Leclerc rivela tutto, la delusione, la frustrazione, la rabbia del campione ferrarista lanciato verso la vittoria. Al 28esimo giro del Gran premio di Barcellona, ogni mossa, ogni azione, perfetta fino a quel momento terribile, una fine maledetta, prematura, inaspettata, perché si pregustava già la festa Rossa di Leclerc. Invece la Formula 1 a volte mostra il ghigno del tradimento e stavolta a ingannare è la Ferrari che si rompe, che si affloscia come un sofficino, sul più bello. Un cazzotto sotto la cintura, quei colpi che un destino scorretto talvolta prepara: difficile reagire, ma la faccia di Leclerc fa pensare bene, non è un uomo che si arrende, si arrabbia, questo è giusto, comprensibile, ma non è ragazzo che cede, che va in crisi. Sa bene come comportarsi, così tutta la squadra, a cominciare da Binotto, dai suoi uomini, tecnici e ingegneri, che dovranno prima capire e poi risolvere il problema: motore, power unit, è lì che è nato il tradimento della Ferrari.

Un guaio serio. Ci si può consolare col fatto che anche i rivali hanno i loro pensieri, lo testimonia il vincitore, il solito Max Verstappen che ha vissuto un mezzo inferno, ha urlato anche lui, ai suoi uomini, colpa di quell’ala ballerina, il DRS, che non fa giudizio, che funziona e non funziona, si apre e non si apre, innervosendo il campione del mondo. Meraviglioso, ad alta tensione, il duello per il 2° posto con George Russell al 25esimo giro, quando nessuno poteva prevedere il crack di Leclerc, arrivato tre giri dopo. Bene, anzi male per Verstappen, quel sorpasso su Russell non è andato a buon fine, il pilota inglese gli ha chiuso ogni spazio, non ha ceduto assolutamente la posizione. Talento, coraggio e faccia tosta hanno sostenuto Russell, aiutato, bisogna ricordarlo, da quell’ala, dal DRS, che non scattava puntuale sulla macchina di Verstappen. Lo testimonia anche il sorpasso fin troppo facile qualche giro dopo di Perez su Russell. Difficile essere compagno di Verstappen, lo sa bene Perez che come un soldatino ha eseguito l’ordine di squadra, più che giustificato, più che motivato, di lasciar passare il capitano, Max Verstappen. Leader del Mondiale di F1: anche questo sorpasso deve ingoiare Charles Leclerc, in classifica generale, ora indietro di 6 punti.

Che giornata maledetta, dopo una pole position faticosa ma bellissima, prepotente, dopo una partenza perfetta, un dominio durato solo 28 giri. «Bisogna guardare avanti», non lo urla, ma lo dice con voce ferma e occhi cattivi Charles Leclerc: Montecarlo, casa sua, la migliore occasione per far vedere che la Ferrari sa come reagire, la migliore situazione per ritrovare Carlos Sainz, dopo il riposino al via dove è stato scavalcato da Russell e Perez, l’uscita di pista in mezzo alla ghiaia (là dove è finito anche Verstappen, ma con una differenza sostanziale: l’olandese ha poi vinto il gran premio). La Ferrari, e pure Leclerc, hanno bisogno di un altro Carlos Sainz, il quarto posto alle spalle di Perez e Russell è un brodino fastidioso di questi tempi. La Ferrari ha bisogno di ben altre urla, così diverse e lontane, da quel «No, No…» .

22 maggio 2022 (modifica il 22 maggio 2022 | 22:08)

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, 2022-05-22 18:44:00, La Ferrari si rompe sul circuito di Barcellona, il grido del monegasco «No, no…» sembra certificare la resa. Ma poi ritrova la grinta di chi è convinto di poter vincere il titolo, Daniele Dallera

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