Fare didattica con la robotica educativa: le tabelline. VIDEO TUTORIAL

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Nello scorso articolo ho parlato di come sia possibile fare didattica con la robotica educativa. Ora andiamo nello specifico. Ecco un esempio di come sia possibile imparare le tabelline o rinforzarne l’apprendimento con l’apina Bee Bot e Cubetto. Proposta consigliata da una seconda primaria in poi.

Fare coding con Cubetto … che passione! Come valutare

Usare questi strumenti per imparare o potenziare l’apprendimento delle tabelline è utile, divertente, motivante e ludico. Pochi e semplici passaggi per portare la nostra classica lezione da tradizionale ad una lezione interessante e laboratoriale.

Si possono usare indistintamente i due robottini: la Bee Bot e Cubetto (l’uno, l’altro, entrambi o robot alternativi come DOC, ad esempio).Il laboratorio si divide in varie parti, organizzate e gestite dall’insegnante che fa da coordinatore, regista e accompagnatore del percorso.

Prima fase: la costruzione delle griglie

Si può partire dalla costruzione delle griglie, tabelle, reticolati (comunque si voglia chiamarli), cartelloni che abbiano caselle quadrate di 14/15 cm per lato. Il tabellone può avere la forma classica di una tabella o di un percorso lineare.

Dopo aver creato lo sfondo adatto all’esigenza, si sceglie il modo in cui operare: scrivere in ogni casella una moltiplicazione ( 4 x 5 = ad esempio), oppure il prodotto finale (20).

Si può decidere di fare un tabellone unico che raccolga tutte le tabelline o più cartelloni per ogni tabellina. Tutto può essere creato dai bambini: disegni, operazioni, numeri, didascalie, anche durante il laboratorio di arte, in modo da rendere il progetto interdisciplinare nonché un compito autentico da inserire nella programmazione annuale. Arte e immagine, educazione civica, tecnologia e matematica in un unico progetto.

Seconda fase: preparare i robottini

Dopo aver controllato che le batterie siano a posto (Cubetto ha bisogno di 6 batterie classiche da 1.5v e l’apina ha un carica batteria integrato a corrente; uno per il prodotto singolo, una docking station per una ricarica multipla), i robottini sono pronti per l’utilizzo.

Terza fase: organizzazione del lavoro

Gli insegnanti, a questo punto, si occuperanno di dividere la classe o il gruppo di bambini in carico, in tanti gruppi quanti sono i robot a disposizione.

Per un lavoro senza tempi di attesa troppo lunghi che potrebbero spazientire i bambini e rendere il laboratorio faticoso, si consiglia di formare gruppi da 4, massimo 5 alunni per isola di apprendimento, opportunamente predisposta.

Quarta fase: assegnazione dei ruoli e partenza

Il docente, l’educatore o l’adulto di riferimento assegnerà agli allievi del gruppo un ruolo:un istruttore che farà la domanda al compagno, a voce o grazie all’ausilio di carte-gioco e l’esecutore che svolgerà il compito usando il robot.

L’ istruttore potrebbe chiedere al compagno il risultato di una operazione: ”Quanto fa 2 x 3 ?” e l’esecutore dovrebbe raggiungere la casella del risultato decidendo il percorso da fare in modo autonomo, quindi con un semplice percorso formato da poche caselle oppure complicare il tutto allungando il percorso, ma raggiungendo comunque la casella desiderata. L’istruzione potrebbe essere più complessa, ad esempio: “ non puoi andare sulle caselle nere o non devi passare sulla casella che indica un altro risultato e via dicendo. L’istruzione può essere detta oralmente o attraverso carte preparate dalla classe in cui si indicano le

domande che l’istruttore deve fare. A queste carte si può accompagnare un percorso che aiuti il ragionamento formato da frecce che, posizionate dai bambini, aiutano l’esecutore a raggiungere la meta.

Il processo al contrario porta al medesimo obiettivo.

Se la domanda è “quale moltiplicazione mi occorre per arrivare al prodotto finale 20?”, il bambino dovrà raggiungere il quadrato che indica la moltiplicazione 4 x 5.

Gli alunni lavorano, in questo modo, prevalentemente a coppia, mentre l’altra coppia attende il proprio turno non senza aver acquisito conoscenze e imparato attraverso l’osservazione dell’operato dei compagni.

E’ solo uno degli esempi per poter mettere in atto una strategia che li porti al risultato. Molte volte sono proprio i bambini ad avere le idee migliori e ad ampliare l’offerta.

Una progettazione insieme agli alunni è sicuramente la maniera migliore per ottenere risultati più ottimali, proprio perché sono coinvolti in prima persona nella realizzazione del progetto.

Quinta fase: verifica

Il laboratorio può essere costruito anche per verificare l’apprendimento delle tabelline con una rubric creata a posta per l’occasione e la compilazione della stessa dopo ogni laboratorio.

La documentazione

Per concludere, questo, come in tanti altri laboratori, una documentazione che non sia solo opera dei docenti sarebbe un’altra opportunità offerta ai ragazzi. La possibilità di imparare a documentare i lavori con foto, testi, didascalie, presentazioni, video, usando solo carta e penna oppure imparando a gestire le numerose app e software che il web mette a disposizione anche gratuitamente.

Nel tutorial vediamo alcuni passaggi per provare a costruire questo tipo di laboratorio.

Nel prossimo articolo si prosegue col fare didattica con le nuove tecnologie, questa volta si parla di fiabe.

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