La meraviglia e la complessit delle parole composte, che ci regalano sempre rivelazioni sui livelli pi profondi del significato, aiutandoci in qualche modo anche ad usarle meglio. Una di queste fastidio, tanto comune nel nostro linguaggio quotidiano, quanto altezzosa e superba nella sua origine.
I componenti di un impiccio. Il fastidio un disagio entrato prestissimo nell’italiano (il dizionario di Tullio De Mauro lo attesta gi nella seconda met del XIII secolo). Erede diretto del latino fastidium, composto di fastŭs orgoglio, alterigia, disprezzo e taedium noia, disgusto, avversione. Difficile immaginare una miscela altrettanto arrogante per la nascita di una parola tanto comune.
Le sfumature di una insofferenza. L’intensit di questa sensazione di disturbo pu variare molto e l’italiano usa il fastidio in modo molto spregiudicato per esprimere diversi tipi di disagio. Il fastidio pi forte quella particolare avversione che proviamo per persone che proprio non ci vanno a genio. Qualcosa di meno dell’ostilit aperta e qualcosa di pi dell’antipatia.
La definizione di un modello. La noia tale che il fastidio si insediato nei nostri discorsi per definire tutto ci che provoca disagio, Specialmente al plurale creare dei fastidi a qualcuno equivale a impegnarsi per procurare delle scocciature, descrivere uno screzio, uno scontro. Come segnalano molti dizionari esiste anche una variante eufemistica avere dei fastidi legali per descrivere senza clamore la situazione di chi ha guai con la giustizia.
Ai confini della leggerezza. Ma non necessario finire sotto processo per doverlo usare: c’ un fondo di gentilezza quando domandiamo ti d fastidio la finestra aperta?. E c’ sempre la volont di non drammatizzare quando utilizziamo questa parola per descrivere un lieve disturbo fisico: Avverto fastidio al muscolo quando piego la gamba, un po’ di tempo che ho dei fastidi al fegato. Descriviamo sempre un malessere che ancora non ha i connotati per trasformarsi in un malore, in compenso gi una seccatura.
Un aggettivo oggettivo. Forse la fortuna maggiore questa parola l’ha raggiunta con l’aggettivo fastidioso. Applicabile senza difficolt ad una lettura, a un lavoro, a una grana da risolvere. Perfetto per descrivere l’effetto che ci provocano mosche e zanzare ma adatto perfino a sintetizzare le bizze di un bambino particolarmente molesto il bambino stato fastidioso tutta la giornata (esempio Treccani). A ricordarci lo spazio che si conquistato nel nostro parlare ci pensano i tanti diminutivi che gli sono fioriti intorno come fastidiosllo, fastidiostto, fastidiosccio; o il peggiorativo fastidiosccio. Insomma, un corollario di espressioni per la fastidiosit, o fastidiosaggine. Che a quanto pare ci circonda. Fastidiosamente.
Un garbuglio di verbi. Per descrivere la procurata seccatura, il dare fastidio non c’ solo il verbo infastidire. Pur con fortuna minore esiste anche sfastidiare, con una particolarit in pi che non sfuggita alle attenzioni dell’Accademia della Crusca. Nel 2002, il linguista Nicola De Blasi, rispondendo al quesito di un lettore, scriveva: A complicare le cose si poi aggiunta una sorta di collisione con una forma identica, un altro sfastidiare, che per ha il significato opposto di ‘togliere il fastidio’ (…) : in un caso s- ha valore intensivo (come in sbattere, sfuggire, sgambettare, sgocciolare, sguazzare), mentre nell’altro caso ha valore negativo privativo (come in sconnettere, sgarbato, sganciare, sguarnire, slegare). A questo proposito, in conclusione, va notato che sfastidiare con valore negativo (“togliere il fastidio”) sembra ormai uscito dall’uso: possibile che proprio tale circostanza possa ora contribuire a una maggiore circolazione di sfastidiare con significato intensivo − “infastidire (molto)” −, in particolare nella comunicazione espressiva e spontanea.
Questione di volont. Abbiamo capito che il fastidio pu nascere in modo assolutamente innocente (se il vento forte ci infastidisce possiamo al massimo prendercela con Eolo, il dio dei venti). Ma pu essere anche il risultato di una precisa determinazione. Le persone fastidiose possono essere poco consapevoli, raramente sono innocenti. Esiste poi il fastidio decisamente procurato: il caso di chi protesta ed determinato ad attirare la nostra attenzione. Ci danno fastidio? Certo e lo fanno apposta. Bisognerebbe impedirglielo? Quando esagerano, non c’ dubbio. Certo difficile immaginare qualcuno che sta bene, soddisfatto e non ha problemi, e all’improvviso si mette a protestare. Se lo fa esisteranno dei motivi. Quindi ha ragione? Assolutamente no. Ma potremmo reagire in un modo assolutamente raro di questi tempi. Potremmo ascoltare.
7 giugno 2023 (modifica il 7 giugno 2023 | 09:05)
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