Fedez, se la convivenza con la malattia riscrive le regole dei social

di Aldo Grasso

Il cantante e Chiara Ferragni hanno deciso di raccontare la loro vita su Instagram: ora irrompe il male come una frattura che deve però essere necessariamente condivisa

Le stories dei Ferragnez fanno parte della nostra vita, sono entrate nel nostro “ambiente” così come un tempo i rotocalchi, raccontando le storie d’amore dei divi, infiorite di chissà quali invenzioni, ci introducevano in un mondo fiabesco; così come la tv per anni ci ha proposto “Casa Vianello”, senza pretendere dai noi troppe distinzioni tra realtà e finzione. Adesso, l’“ambiente” virtuale in cui viviamo tende a farci credere che tutto sia prossimità (non realtà, ma prossimità) per cui apprendiamo con inquietudine che la malattia è entrata nella vita di Fedez. La nostra prima risposta è la condivisione, secondo le regole della rete. Fatalmente, la malattia rappresenta una frattura nella trama narrativa dell’esistenza dei Ferragnez che, fino a qualche giorno fa, era solo esplosione di gioia, glamour nazional-popolare, lusso democratico, business esteso. Ora sono arrivate le lacrime, ora l’annuncio: «Ho un problema di salute che comporta un percorso importante».

Davanti alla malattia, chiunque di noi si trova a dover costruire una nuova narrazione che presuppone una revisione di convinzioni e aspettative, un cambio del punto di vista sugli eventi e talvolta un faticoso processo di reinterpretazione di sé stessi. Figuriamoci per chi, come Fedez e Chiara Ferragni hanno deciso di trasformare la propria vita in un racconto quotidiano, con tutte le regole di una narrazione instagrammata. Raccontare la propria malattia non è mai facile, alcuni preferiscono il silenzio. Ma nel rapporto tra i Ferragnez e i loro followers il silenzio è il primo escluso: può durare qualche giorno (come è successo) ma poi esplode. La condivisione è necessaria non soltanto per ricevere quel calore che è una delle componenti principali per superare ogni ostacolo ma, in termini di comunicazione, è il solo requisito per non appiattire tutto il racconto su quell’unico stato d’animo. Quando noi comunichiamo alle persone più vicine una malattia lo facciamo perché essa non rimanga un evento sospeso, privo di giustificazione (perché proprio a me?), un colpo di dadi del destino. Lo facciamo per riconnettere la malattia a tutti gli altri elementi che caratterizzano la nostra vita, la sola possibilità di una elaborazione e di una accettazione. A maggior ragione, questo processo investe chi vive di comunicazione, che si pone a modello della vita degli altri. È così che diventiamo tutti meta-fisici, nostro malgrado.

18 marzo 2022 (modifica il 18 marzo 2022 | 16:14)

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, 2022-03-18 17:35:00, Il cantante e Chiara Ferragni hanno deciso di raccontare la loro vita su Instagram: ora irrompe il male come una frattura che deve però essere necessariamente condivisa , Aldo Grasso

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