Fedriga (Lega): «L’autonomia è una priorità. E il Pnrr è da aggiustare»

di Marco Cremonesi

Il presidente del Friuli-Venezia Giulia: «L’errore della sinistra è demonizzare l’avversario. Hanno iniziato con Berlusconi ma non mi pare abbia portato molto bene»

Presidente, Enrico Letta dice che esiste «un evidente rischio di stravolgimento della democrazia del nostro Paese».

«È l’errore che la sinistra compie da sempre, il demonizzare l’avversario. Hanno iniziato con Berlusconi ma non mi pare gli abbia portato molto bene: è una cosa poco producente per loro e inutile per il Paese. Un dibattito acceso sui temi è salutare, la denigrazione degli avversari è profondamente sbagliata».

Tra meno di una settimana, il 13 settembre, uscirà nelle librerie l’opera prima di Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni: Una storia semplice (Piemme), 142 pagine di lettura interessante perché efficace nel descrivere che cosa significhi essere un politico che deve prendere decisioni importanti in anni complicati. Una storia personale in cui i dubbi, le preoccupazioni e le paure vengono raccontati senza ritrosie. Non per nulla, il libro inizia con un viaggio nel cuore della notte per la prima riunione dei collaboratori del governatore dopo l’innesco dell’epidemia che ci ha cambiato la vita.

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Che cosa è cambiato, da quella notte?

«È cambiato il mondo. Ma di buono c’è che si è anche molto rafforzato il rapporto tra i governatori. Nell’ordinario, ciascuno cerca di portare l’acqua al suo mulino. Con l’emergenza, è nato uno spirito di squadra che prima non c’era, o c’era molto meno. Oggi lo vediamo funzionare in tante circostanze: le regioni si aiutano senza che nessuno si tiri indietro. Il che ci dimostra anche quanto si sia evoluto il sistema delle autonomie».

Nel suo libro, lei parla della necessità di una riforma istituzionale che consenta ai governi di governare. A cosa pensa?

«Non è che ci siano grandi alternative: l’elezione diretta del capo dello Stato o l’elezione diretta del premier. Ma entrare in questo merito non è il mio. A me, pare che il modello delle Regioni garantisca una stabilità e un arco temporale adeguato. Anche il più bravo dei premier ha bisogno di tempo per dimostrare di esserlo: l’attuale sistema taglia le gambe a qualsiasi governo. E sulla scena internazionale, peggio ancora: agli incontri si vedono ministri e premier che hanno rapporti personali di fiducia reciproca di lunga data. Con noi, dicono “vediamo chi arriva stavolta dall’Italia…”».

I sondaggi attribuiscono al centrodestra una netta vittoria. È un vantaggio avere un governo dello stesso schieramento? In fondo, criticare le decisioni sarà più difficile…

«Non voglio fare previsioni assolute. Certamente continuerà l’atteggiamento collaborativo e responsabile che abbiamo visto fino a qui: da quando sono presidente sono cambiati tre governi, ma non quell’atteggiamento. Io, mi auguro che il punto dell’autonomia venga portato a casa il prima possibile».

È nel programma, ma già oggi i dubbi, anche nel centrodestra, non mancano. Non la preoccupa?

«Come ha detto lei, è nel programma. Un programma non è scritto come una norma di legge, ma si dice chiaramente che all’interno dell’unità nazionale si proseguirà con l’autonomia differenziata. Dico di più: io mi auguro che se il Pd sarà all’opposizione, su questo decida di collaborare. Così come è già accaduto con l’Emilia-Romagna».

C’è chi parla di riscrivere il Pnrr e chi dice che non va toccato. Lei cosa ne pensa?

«Siamo sempre lì: vaccini a qualunque costo o i vaccini che uccidono, mascherine sempre o mascherine mai… Il Pnrr è stato scritto in un momento molto diverso dall’attuale, senza guerra, inflazione, esplosione dei costi di energia e materie prime. E dunque un interrogativo dobbiamo porcelo. Ma una cosa è riscriverlo, che davvero poi non prenderemmo più niente, altra cosa è aggiustarlo dove serve».

I no vax hanno messo una svastica sulla sua foto…

«Che devo dirle… farà parte delle responsabilità di governo. D’altronde, le decisioni — che sono state difficili — tutti noi governatori le abbiamo prese nell’unico modo possibile: ascoltando il parere delle istituzioni responsabili. Non ci sono molte altre strade».

Come si supera il complottismo?

«Questa ondata è ormai un problema democratico. Ciascuno si forma la propria convinzione come vuole, se no saremmo in Cina o in Russia. Ma il far circolare menzogne diventa un problema di libertà. Io davvero non so come possa essere risolto. Forse, se c’è chi dice che due più due fa cinque, bisognerebbe fargli studiare la matematica».

7 settembre 2022 (modifica il 7 settembre 2022 | 23:34)

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, 2022-09-07 21:41:00, Il presidente del Friuli-Venezia Giulia: «L’errore della sinistra è demonizzare l’avversario. Hanno iniziato con Berlusconi ma non mi pare abbia portato molto bene», Marco Cremonesi

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