Finirà in carcere chi non manda i figli a scuola: ecco cosa prevede il provvedimento approvato in via definitiva dal Parlamento

Il recente via libera della Camera dei deputati al decreto legge 121/23, noto come decreto Caivano, segna un passo importante nella lotta contro il disagio giovanile e per la sicurezza dei minori nell’ambito digitale. 

La legge sostituisce l’articolo 114 del Testo Unico della Scuola (D.Lgs 297/94), introducendo una nuova disciplina sull’esercizio dei poteri dei sindaci e dirigenti scolastici per la vigilanza sull’adempimento dell’obbligo di istruzione. Il nuovo regime sottolinea l’importanza dell’istruzione fino a 18 anni, con l’obiettivo di garantire un titolo di studio di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale.

Il sindaco, attraverso l’Anagrafe nazionale dell’istruzione (ANIST), identifica i minori non in regola con l’obbligo di istruzione e li invita a conformarsi alla legge. In assenza dell’ANIST, i dirigenti scolastici sono tenuti a fornire al sindaco i dati sui minori iscritti. Inoltre, essi monitorano la frequenza scolastica, segnalando assenze prolungate e, in caso di mancata ripresa delle attività didattiche, notificano il sindaco per un’eventuale azione legale.

La legge prevede sanzioni severe per chi elude l’obbligo di istruzione. In caso di mancata iscrizione o assenze ingiustificate prolungate, si prevede la reclusione fino a due anni per i responsabili del minore. Questo rafforza il principio di responsabilità educativa all’interno delle famiglie e della società.

Interessante notare l’abrogazione dell’articolo 731 del codice penale, sostituendo una multa fino a 30 euro con misure più stringenti. Il decreto stabilisce inoltre che l’assegno di inclusione, parte del Decreto Lavoro, non sarà trasferibile alle famiglie dei minori inadempienti all’obbligo scolastico. La condanna definitiva per mancato adempimento comporta la sospensione dell’assegno fino alla regolare frequenza scolastica.

La stretta collaborazione tra sindaci e dirigenti scolastici, il potenziamento del ruolo di vigilanza e le severe sanzioni per il mancato adempimento sottolineano un impegno più forte nella lotta contro la povertà educativa e per la tutela dei diritti dei minori. Resta da vedere l’effettiva attuazione di queste norme e il loro impatto sul sistema educativo nazionale.

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