Flat tax, le novità: resta solo per partite Iva Tasse al 15%, la soglia sale a 85 mila euro

La manovra

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén22 nov 2022

Flat tax, come cambia: tasse al 15% fino a 85.000 euro per Partite Iva e autonomi

Alla fine, la montagna ha partorito un topolino. La Flat tax uscita dalla prima legge di Bilancio del governo Meloni, varata nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 novembre, è risultata decisamente inferiore alle aspettative. Chi sperava di vedere introdotta in maniera più diffusa la tassa piatta al 15%, bandiera fiscale di Fratelli d’Italia, è infatti rimasto deluso. Soprattutto i dipendenti. Davanti alle scarse risorse, anche il nuovo governo è dovuto venire a patti con il programma con cui il centrodestra si era presentato all’appuntamento delle urne. E così, di fatto, ci si è dovuti limitare alla conferma della Flat tax al 15% per gli autonomi, già esistente, ma con un’aggiustatura: la soglia di ricavi o compensi che permettono il forfait sale da 65 mila a 85 mila euro.

La mini Flat tax incrementale

Una piccola novità però c’è. Nel programma di coalizione il governo aveva parlato di una Flat tax incrementale per tutti, ovvero di una tassa piatta al 15% da applicare sul reddito dichiarato in più rispetto all’anno precedente. In seguito, si era specificato meglio che il reddito in aggiunta sarebbe stato calcolato rispetto al reddito più alto raggiunto nei tre anni precedenti. Nella prima legge di Bilancio targata Meloni la Flat tax incrementale compare sì, ma solo per le variazioni di reddito significative (superiori cioè al 5%) e solo per le Partite Iva con ricavi o compensi al di sotto dei 40 mila euro. La franchigia è stata voluta dal governo per ridurre la platea degli eventuali beneficiari e quindi i costi per lo Stato. Per questi professionisti, dunque, l’aliquota agevolata è inferiore di 20 punti rispetto all’Irpef al 35% prevista per questo scaglione nel regime ordinario. Anche in questo caso, il calcolo della variazione del reddito superiore al 5% nel 2022 viene fatto confrontando l’incremento con il risultato migliore raggiunto nei tre anni precedenti.

La tagliola dei 100 mila euro

L’aumento della soglia a 85 mila euro era un intervento di cui si era sicuri da tempo. Il governo infatti aveva avviato le pratiche nelle settimane scorse e ora è in attesa dell’autorizzazione Ue. Intanto, le nuove regole partono dal primo gennaio. E tra queste c’è quella del tetto dei 100 mila euro. In pratica, chi rientra nel regime forfettario al 15% lo vedrà applicato fino agli 85 mila euro, ma se supererà i 100 mila euro, sarà immediatamente riposizionato all’interno del regime ordinario, e questo già in corso d’anno. Il meccanismo è stato introdotto perché chi supera la soglia degli 85 mila euro, rientrerebbe nell’Irpef solo coi redditi dell’anno successivo, con il rischio che l’aliquota agevolata, pensata per redditi medi e bassi, venga invece applicata anche a redditi che hanno registrato un balzo di fatturato importante da un anno all’altro. Tutto giusto, ma c’è un “ma”. Il controllo effettuato durante l’anno per evitare il superamento del tetto dei 100 mila euro potrebbe incentivare una frenata nel volume d’affari. Il professionista infatti potrebbe trovare più vantaggioso fatturare meno per non ripiombare nel regime ordinario.

Novità per i lavoratori dipendenti

Per quanto riguarda i dipendenti, al momento non si parla di Flat tax ma con la manovra per il 2023 saranno introdotte alcune novità. Innanzitutto, sarà dimezzata da 10 a 5% l’aliquota fiscale sulle voci salariali negli accordi integrativi, come ad esempio premi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione. Secondo la norma attualmente in vigore, l’agevolazione è applicata fino a un tetto massimo di 3 mila euro all’anno e solo per lavoratori con reddito fino a 80 mila euro lordi. La nuova direttiva, secondo le più recenti simulazioni, potrebbe impiegare risorse per 200-300 milioni di euro e segue quella già approvata con il decreto Aiuti quater di aumento del tetto massimo dei fringe benefit (benefici aziendali che possono essere sia beni che compensi economici sotto forma di premi, buoni spesa e/o buoni benzina) da 600 a 3 mila euro. Per il 2022 la voce di welfare aziendale potrà comprendere anche le utenze domestiche di luce, gas e acqua (come stabilito dal precedente governo Draghi) e saranno completamente esentasse per i dipendenti e deducibili per le imprese fino, appunto, a 3 mila euro.

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, 2022-11-23 08:05:00, Nella legge di Bilancio la Flat tax incrementale al 15% è stata ridimensionata rispetto alle promesse elettorali: vale solo per gli autonomi con variazioni elevate di guadagni (+5%). Cresce, invece, la soglia del forfettario da 65 mila euro a 85 mila , Massimiliano Jattoni Dall’Asén

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