Foggia, le due ipotesi sull’elicottero precipitato: guasto meccanico o disorientamento spaziale

di Leonard Berberi

L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo apre un’indagine e invia gli investigatori. L’attenzione è concentrata anche sulle condizioni meteo nella zona. Ecco cosa sappiamo

Guasto meccanico o disorientamento spaziale causato dalla scarsa visibilità, un po’ com’è successo vicino Los Angeles al pilota dell’elicottero con a bordo il cestista Kobe Bryant. Sono questi i due filoni principali su cui si concentrano le indagini sull’AgustaWestland AW109 precipitato nel Gargano. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha inviato un gruppo di esperti per raccogliere il materiale sul luogo dell’impatto, ma anche per studiare i documenti ufficiali della società, dalla manutenzione al piano di volo fino all’esperienza di chi era ai comandi in quel momento.

Le indagini

Per ora gli investigatori guardano ovviamente a tutte le ipotesi, compresa quella delle avverse condizioni meteo. In quel momento sull’area c’era maltempo, con raffiche di vento attorno ai 35 chilometri orari e pioggia, ma le condizioni — stando a chi ha avuto modo di leggere i bollettini — non sembravano proibitive per un elicottero di quelle dimensioni. I detriti sono stati trovati in una zona rurale, a Castelpagano di Apricena, dopo che la torre di controllo ha perso il contatto attorno alle 10.40. Nessuno dei siti di tracciamento dei voli è stato in grado di individuare il percorso dell’elicottero.

L’elicottero

L’elicottero — con marche di identificazione I-PIKI — ha ricevuto il certificato di navigabilità di tipo «standard» da parte dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) nel novembre 2020, stando ai documenti ufficiali. L’elicottero risulta assemblato nel 2001 ed è stato utilizzato in passato da altri società ed enti europei, pure per eventi come il Gran Premio di Formula uno.

La dinamica

I piloti del volo dalle Isole Tremiti a Foggia, stando alle prime informazioni raccolte, non avrebbero lanciato alcun allarme, segno che qualcosa potrebbe essere successo all’improvviso, come ad esempio un guasto meccanico grave che ne ha compromesso il volo. Ma il silenzio, spiegano gli esperti, può essere dovuto anche al fatto che la scarsa — o quasi nulla — visibilità potrebbe non aver fatto capire ai piloti di aver perso i riferimenti spaziali cruciali per procedere.

Il sospetto

Per questo una delle ipotesi è il disorientamento spaziale: è una situazione in cui i piloti sono sottoposti a diverse forze accelerative che, unite a una situazione problematica (come appunto la scarsa visibilità o il maltempo), possono dare origine a sensazioni illusorie che rendono impossibile capire dove ci si trovi. In questi casi le informazioni degli strumenti a bordo aiutano, ma è anche vero che in qualche occasione questi dati causano una maggiore confusione perché in contrasto con le sensazioni dei piloti.

Il precedente

Il disorientamento spaziale è la causa principale dello schianto dell’elicottero del cestista Kobe Bryant nel gennaio 2020. Una volta dentro il fronte nuvoloso e senza alcun punto di riferimento geografico il pilota ha perso l’orientamento indicando, erroneamente, al controllore di volo che stava riprendendo quota per uscire dal fronte nuvoloso, ma nella realtà l’elicottero stava precipitando. Secondo le statistiche internazionali presi i soli incidenti causati dal disorientamento spaziale nell’80% dei casi questi sono dovuti al tipo I (disorientamento non riconosciuto) su un totale di tre categorie.

lberberi@corriere.it

5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 18:29)

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