Fondazione Agnelli: scuola destate in zone fragili accelera lapprendimento di due mesi in matematica e 3 e mezzo in italiano

I dati emersi oggi, 8 febbraio, a proposito di un progetto, Arcipelago Educativo, organizzato dalla Fondazione Agnelli sono molto interessanti. Il programma ha organizzato percorsi didattici in zone difficili, ad alto tasso di fragilità, nell’ottica del contrasto alla dispersione scolastica.

Arcipelago Educativo nell’estate 2020 ha coinvolto 450 ragazze e ragazzi per 12 settimane in 6 città (Torino, Milano, Venezia Marghera, Aprilia, Napoli e Bari). Le attività sono state realizzate nell’ambito di 16 isole educative, 8 centri educativi in quartieri ad alto tasso di povertà educativa e coinvolgendo 13 scuole nell’individuazione dei bisogni formativi degli studenti più fragili.

L’edizione 2022 del progetto, che ha coinvolto complessivamente più di 1.000 bambine, bambini e adolescenti tra i 9 e i 14 anni, è stata realizzata in collaborazione con 41 scuole primarie e secondarie di primo grado in 17 diversi Istituti Comprensivi di Torino, Milano, Venezia-Marghera, Aprilia (LT), Ancona, Napoli, Rosarno (RC), Bari e Palermo, a partire dall’individuazione, da parte dei docenti, dei minori maggiormente a rischio e dalla definizione congiunta con gli educatori dei piani di apprendimento individuali in funzione del rientro a scuola a settembre.

Come si è svolta la valutazione d’impatto e quali sono stati i risultati del progetto? Sia gli allievi che in estate hanno partecipato alle attività di Arcipelago Educativo (722) sia quelli che non vi hanno partecipato (ma che hanno potuto beneficiare dell’intervento in autunno) e facevano parte del gruppo cosiddetto ‘di controllo’ (316) hanno effettuato alla fine delle lezioni a giugno un test per misurare le loro conoscenze in Italiano (grammatica e comprensione del testo) e Matematica (aritmetica e geometria). A tutti è stato riproposto lo stesso test alla chiusura delle attività di Arcipelago Educativo, appena prima o appena dopo che le scuole riaprissero i battenti. La differenza fra i risultati dei due gruppi nei due test ha permesso di capire se e quanto l’intervento sia stato efficace. Gli esiti sono stati positivi e superiori alle attese.

Risultati significativi

L’analisi condotta da IRVAPP ci dice che le studentesse e gli studenti partecipanti al progetto non soltanto hanno evitato le perdite di apprendimento che avrebbero subito in assenza dell’intervento, ma grazie a questo hanno raggiunto un livello di conoscenze superiore a quello rilevato dal test alla fine dell’anno scolastico precedente. In particolare, mentre chi non ha goduto dell’intervento estivo ha perso terreno in tutte le materie testate (da molto poco in grammatica a molto in aritmetica), chi invece ha partecipato alle attività di Arcipelago Educativo ha guadagnato sistematicamente in tutte le materie (e soprattutto in comprensione). L’intervento ha dunque più che compensato le perdite estive e i risultati sono stati significativi (anche in senso statistico) in entrambi gli ambiti disciplinari, con un progresso stimato corrispondente a circa 2 mesi di apprendimento in Matematica e a 3,5 mesi in Italiano.

 L’auspicio è che questa esperienza, oggi valutata in modo rigoroso nel suo effettivo impatto, possa contribuire ad attivare un piano organico di apertura estiva delle scuole a partire dai territori più svantaggiati, come presidi territoriali per il gioco, l’apprendimento, la socialità e la fruizione culturale, in collaborazione con il terzo settore, e che possa rappresentare un utile contributo metodologico per quanti sono impegnati nel contrasto alla povertà educativa, in un periodo particolarmente critico per i bambini e gli adolescenti a causa degli effetti della crisi economica e delle pandemia”, ha detto Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. 

Il Piano Estate di Bianchi

Quanti sono i giovani che hanno partecipato al Piano Estate 2022? Meno di quelli che le scuole avevano pensato di ospitare. Come abbiamo già scritto, il progetto avrebbe raccolto pochissime adesioni dagli insegnanti di ruolo: la maggior parte di chi ha dato disponibilità, anche secondo il FattoQuotidiano.it, sarebbero docenti precari. E non di rado le scuole sono state costrette a rivolgersi a privati, soprattutto cooperative.

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