Fontana: «Il nostro premier se vinciamo? Più delle persone contano le idee. E Matteo non rischia il posto»

di Cesare Zapperi

Il vicesegretario della Lega: «È stata una grande sofferenza sostenere Draghi. I nostri ministri hanno lavorato bene ma in un governo di unità nazionale hanno potuto incidere relativamente. Ma non siamo pentiti»

Voi leghisti avete mandato a casa Draghi e ora chiedete che intervenga sulle bollette. Non è un controsenso?
«Il governo è ancora in carica — risponde Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega — e
a farlo cadere è stato il M5S , non la Lega. Visto il momento straordinario si chiede che faccia tutto ciò che è possibile per venire incontro alle famiglie ma soprattutto alle imprese. Le bollette sono lievitate a livelli insostenibili».

Servono tanti soldi.
«È necessario uno scostamento di bilancio . Come per il Covid, ci troviamo in una situazione ultra-emergenziale. O si interviene subito o rischiamo di perdere il sistema produttivo».

Quanti miliardi servono?
«Per noi almeno 30. Guardate che se non li mettiamo subito rischiamo di doverne spendere molti di più se l’economia crollerà».

Draghi non è d’accordo.
«La discussione è aperta. Noi siamo pronti e vedo che anche altri partiti lo sono».

Non vi conveniva lasciare governare Draghi e poi raccoglierne il testimone a lavoro fatto?
«La situazione non sarà tranquilla neanche in primavera e chissà per quanto altro tempo. Tra Covid e guerra c’è stato un cambio di paradigma. Per questo è importante avere un governo legittimato da una investitura popolare».

Siete pronti ad essere guidati da Meloni premier?
«Dovesse prendere più voti degli altri l’indicazione potrebbe essere quella. Ma attenzione che più delle persone contano le idee. Qui c’è molto da sistemare»
.

A cosa si riferisce?
«Abbiamo pensato per anni che non avremmo avuto problemi sul fronte energetico. E così abbiamo scartato il nucleare e smesso di estrarre gas . La globalizzazione è bella ma ci rende fragili. Basta che una autocrazia come la Russia faccia le bizze e siamo nei guai».

Si dà per scontato che Meloni sarà il futuro premier. Lei teme problemi in Europa?
«Non credo. Per me il tema è diverso. In Europa il centrodestra è in difficoltà. Francia e Germania hanno governi di altro colore. Il Ppe è in crisi. Io da tempo mi batto per creare un gruppo unico tra quello delle Identità (dove è la Lega) e i Conservatori (presieduto da Meloni)».

Ma non si realizza?
«Ci sono leader che pensano di perdere potere se cambiano gruppo…».

A destra vi resta Orbán.
«No, i Paesi che contano sono Francia e Germania. E l’Italia deve capire che può contare di più se lavora in sintonia sulla politica estera con francesi e tedeschi».

Sull’immigrazione Salvini e Meloni non sono allineati.
«Per noi resta valida la politica dei decreti sicurezza che varò Salvini quand’era ministro dell’Interno ».

Conviene avere anche lo stesso ministro?
«Dipenderà dal risultato nelle urne. Certo servirà un ministro presente e coraggioso. Salvini lo è stato».

Dove siete più distanti da Fratelli d’Italia?
«Noi abbiamo grande attenzione alle identità locali e alla autonomia, loro hanno una storia nazionalista e centralista. Sulla nostra battaglia storica per l’autonomia differenziata mi aspetto qualche attrito ma sono sicuro che troveremo la quadra».

La Lega oggi vale la metà di FdI. Preoccupato?
«Vediamo dopo il voto. Comunque quando è nato il governo gialloverde la Lega era la metà del M5S, eppure i ministri leghisti si sono fatti valere e sentire molto di più».

Com’è stato possibile scendere così dal 32 per cento?
«Attendiamo i dati reali prima di fare analisi. La Lega conquista consensi quando è protagonista e si fa sentire. I nostri elettori ci vogliono vedere in azione, non amano vederci nel gruppo».

Quindi, è stato un errore sostenere il governo Draghi?
«È stata una grande sofferenza. I nostri ministri hanno lavorato bene ma in un governo di unità nazionale hanno potuto incidere relativamente. Ma non siamo pentiti».

Sotto quale soglia Salvini rischia il posto?
«Non corre alcun rischio. Fare il segretario della Lega è molto difficile e lui sta facendo bene. Oggi i sondaggi ci danno al 12-13%? Bene, sarà comunque il secondo miglior risultato nella storia della Lega. È un merito che nessuno gli può togliere. Prima di Salvini il massimo era stato il 10%».

Letta e Conte sono venuti in Veneto per rubarvi voti.
«La nostra gente non ama chi arriva da paracadutato. Quanto a Letta, non conquisterà il Veneto ma nemmeno l’Italia».

31 agosto 2022 (modifica il 31 agosto 2022 | 23:50)

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, 2022-08-31 22:50:00, Il vicesegretario della Lega: «È stata una grande sofferenza sostenere Draghi. I nostri ministri hanno lavorato bene ma in un governo di unità nazionale hanno potuto incidere relativamente. Ma non siamo pentiti», Cesare Zapperi

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