Scopre che fidanzata conosciuta in chat era un uomo e si suicida

di Ferruccio Pinotti

Il giovane aveva intrecciato una relazione in rete durata un anno, con 8mila messaggi scambiati. Le indagini a carico di un 64enne sono state però archiviate: contestata solo la «sostituzione di persona» (e una multa di 825 euro). «Non gli ha chiesto soldi». Ma la famiglia del ragazzo non ci sta

Si è suicidato a 24 anni dopo aver scoperto che la relazione avviata in rete era inesistente e che la ragazza con cui avrebbe costruito un futuro d’amore era in realtà un cinico 64enne, impegnato in un gioco di potere psicologico e di manipolazione. Il dramma è avvenuto a Forlì dove un padre e una madre hanno trovato il figlio Daniele, impiccato nella soffitta della loro abitazione, il 23 settembre 2021. Un anno è passato, ma ora i genitori di Daniele lottano per avere giustizia, per ottenere giustizia nei confronti del 64enne di Forlimpopoli.

Il messaggio d’addio

Un uomo incontrato sul web e che poi sulla chat di whatsapp si firmava Irene, postando immagini di una 20enne bellissima, ma inesistente. E che in un anno di relazione virtuale ha scambiato con Daniele 8mila messaggi d’amore promettendo matrimonio e figli. La fine del sogno è avvenuta quando Daniele si è imbattuto, su un altro sito, nelle immagini della «sua Irene». Chiede spiegazioni, ma il 64enne taglia corto e con durezza scarica Daniele. Che, in una spirale di disperazione, s’impicca. Lasciando una commovente lettera di addio ai famigliari: «Non ve l’ho mai detto, ma vi voglio un mondo bene…».

La controversa decisione della Procura

L’aspetto sconvolgente della vicenda è che la Procura ha archiviato il reato (articolo 586 del codice penale) di «morte come conseguenza di un altro reato» (inizialmente ipotizzato) e contestato al 64enne solo il ben più modesto reato di «sostituzione di persona». Non essendoci stata estorsione di denaro la Procura ha ritenuto in giugno di chiedere l’archiviazione di quello che appare come il reato principale. La Procura ha invece chiesto e ottenuto per il 64enne un decreto penale di condanna per sostituzione di persona, ma la condanna è stata convertita in una sanzione pecuniaria di 825 euro. L’uomo potrebbe in teoria essere incriminato ai sensi dell’articolo 586 del codice penale. Esso recita: «Quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dell’articolo 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate».

L’opposizione

Il problema è che la dottrina prevalente considera tale reato come una particolare fattispecie di aberratio delicti, mentre la giurisprudenza si è espressa in maniera non concorde. Il nodo sta infatti nella presenza di un rapporto di conseguenzialità tra il delitto doloso e l’evento mortale. L’avvocatessa Sabrina Mancini del foro di Forlì, che tutela la famiglia del ragazzo, precisa al Corriere: «Abbiamo presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e siamo in attesa dell’udienza. Abbiamo presentato una corposa relazione del professor Cristiano Barbieri dell’università di Pavia».

Le foto rubate a una modella e le promesse d’amore

Daniele aveva studiato all’Istituto Geometri e, terminata la scuola, lavorava nell’impresa edile del padre. Evidentemente la sua rete relazionale era molto debole, e il ragazzo — come poi è apparso nel corso di un servizio delle Iene apparso martedì su Italia 1 — il giovane ha intrecciato una relazione virtuale con una ragazza poi risultata inventata, tal «Irene Martini» che sul suo profilo esibiva foto da sogno (si è poi scoperto rubate dai profili social di una modella). La relazione virtuale, che si è dipanata in migliaia di messaggi e a volte si protraeva fino a 17 ore di chat al giorno, è durata per più di un anno ed era costituita da sinceri messaggi amorosi da parte di Daniele, contraccambiati dal profilo falso. A un certo punto sono emerse però le fragilità emotive e sentimentali del ragazzo, tanto che più volte nei messaggi il giovane ha fatto balenare i suoi propositi suicidari nel momento in cui il rapporto, sempre virtuale, si incrinava a causa del sospetto del sospetto di essere stato raggirato, facendo emergere in Daniele segni di disperazione per la distruzione di una figura che sembrava perfetta.

L’accusato: «Non è colpa mia»

Dopo la tragedia, la famiglia ha scoperto la truffa di cui è stato vittima il ragazzo. Il 64enne ha spedito a Daniele messaggi con altri due finti nomi, «Braim», fratello fasullo di Irene, e «Claudia», amica del cuore della ragazza inesistente. A dramma avvenuto, i genitori risalgono all’uomo, di Forlimpopoli; e lo denunciano ai carabinieri. Incalzato sulle sue responsabilità, l’uomo ha reagito con veemenza: «Se quel ragazzo era uno squilibrato che colpa ne ho io». Ma l’inviato delle Iene Matteo Viviani lo ha messo sotto pressione e l’uomo difendendosi ha replicato: «Era uno scherzo… Non volevo che finisse così». Le stesse dichiarazioni rese ai carabinieri nella primavera scorsa. Ma l’avvocatessa della famiglia della vittima ha replicato: «Daniele gli aveva detto che voleva suicidarsi, ma a nostro parere l’indagato non ha fatto nulla per evitare questa tragedia». Al Resto del Carlino il 64enne ha dichiarato: «Sono stanco, mi stanno rovinando la vita».

Fenomeno in crescita

In attesa degli sviluppi giudiziari, il caso solleva la questione della fragilità emotiva di tante persone, giovani ma anche meno giovani, che si affidato al dating on line per trovare l’anima gemella. Nel mondo anglosassone e soprattutto in grandi città come Londra e New York si stima che l’80% degli incontri avvenga attraverso siti specializzato o comunque tramite i social della Rete.

3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 20:36)

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, 2022-11-03 19:30:00, Il giovane aveva intrecciato una relazione in rete durata un anno, con 8mila messaggi scambiati. Le indagini a carico di un 64enne sono state però archiviate: contestata solo la «sostituzione di persona» (e una multa di 825 euro). «Non gli ha chiesto soldi». Ma la famiglia del ragazzo non ci sta , Ferruccio Pinotti

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