Franceschini: «Attenti alla destra. Difenderò con i denti il Patto per Napoli e il 40% del Pnrr al Sud»

l’intervista Mezzogiorno, 30 agosto 2022 – 08:32 Il ministro: «Io candidato qui, la Cultura darà lavoro» di Angelo Agrippa «La nostra non è soltanto una sfida elettorale, ma è una battaglia per il futuro di Napoli. La destra vuole smantellare il Patto per Napoli, il pacchetto di risorse costruito per rilanciare questa bellissima capitale del Mediterraneo. Noi lo difenderemo con i denti fino alla fine. Lo abbiamo voluto con Manfredi, che sedeva accanto a me in Consiglio dei ministri, e lo difenderemo». Dario Franceschini, ministro della Cultura, è candidato capolista al Senato a Napoli. No, dice di non sentirsi assolutamente un paracadutato, anche perché dal 2014, da quando è impegnato nella missione governativa, la sua attenzione è stata concentrata sulla valorizzazione dell’intero sistema monumentale, artistico e museale della Campania. Perché ha deciso di candidarsi a Napoli? «In questi anni mi sono reso conto della grande chance offerta dalla sfida culturale e turistica: poter creare lavoro fornendo il giusto valore al recupero della bellezza e far rimanere qui i tanti giovani appassionati, legati alla città. E questo lo dico al di là delle cose che si ripetono in campagna elettorale. Ma davvero vorrei avere l’onore di rappresentare Napoli in parlamento e darle la voce che merita». Quali sono gli esempi ed i modelli da seguire? «Il Modello Pompei è ormai riferimento internazionale di impegno produttivo e concreto. Un esempio di come si possa rilanciare, con le risorse europee, un sito unico e importante, grazie alla sinergia tra istituzioni. E la riforma della gestione dei siti culturali, credo abbia valorizzato particolarmente un territorio ricchissimo qual è quello napoletano e campano. Quando sono arrivato, l’80% dei flussi turistici internazionali non si spostava a sud di Roma e soltanto il 20% aveva come destinazione il Mezzogiorno, benché qui al Sud vi siano ricchezze culturali, artistiche, paesaggistiche e naturali straordinarie. Noi abbiamo investito tantissimo sul recupero del patrimonio culturale della Campania per produrre crescita e lavoro». Perché Pompei non rimanga un modello isolato, per quanto internazionalmente apprezzato, ma diventi ingranaggio di un sistema organizzato, cosa manca? «Non esiste città al mondo in grado di offrire un ventaglio infinito di attrazioni — di arte, storia, archeologia, tradizioni, paesaggi, mare, musica, teatro, cibo, modo di vivere — più di Napoli. Una volta ci si recava in un luogo per visitarlo. Oggi il turismo reclama condizioni più ampie: deve essere esperenziale, immersivo. E Napoli, su questo, è imbattibile. Tuttavia c’è bisogno di vera sinergia tra istituzioni e privati. Bisogna crederci, perché investire in cultura non è soltanto un dovere morale, ma è soprattutto una grande opportunità economica, come dimostrano gli esempi di Pompei, del Mann, di Capodimonte, del Parco archeologico dei Campi flegrei». Franceschini, la destinazione del 40 per cento delle risorse del Pnrr al Sud resta un tema centrale della campagna elettorale. Anche perché le incertezze provengono non soltanto da una parte politica, ma anche dalle pressioni esercitate sulle forze di governo dalle regioni settentrionali. Tajani ha detto che garantirà lui per la propria parte. Lei può farlo per il centrosinistra? «In quel 40% vi sono risorse indispensabili per il Mezzogiorno. Se vi sarà un governo di centrosinistra, tutto questo sarà tutelato. La destra, invece, leggo che continua a non avere una posizione univoca: c’è chi vorrebbe smontare tutto e chi, invece, a parole dice di assumersi un impegno solenne per garantire il mantenimento della quota del 40% al Sud. Bisogna ricordare che Salvini e la Lega non hanno mai perso di vista il baricentro dei loro interessi principali: che era e resta il Nord». Ma il rischio di vedere polverizzata questa grande opportunità resta alto, anche per i vincoli delle verifiche europee e le scadenze temporali? «Sicuramente, oltre alle verifiche europee vi è anche il rischio di ritrovarsi con un governo incapace di rispettare i tempi del cronoprogramma, finendo per perdere tutta la rata del Pnrr». Quello del Pnrr è un tema connesso al lungo dibattito sull’autonomia differenziata, data la divaricazione di posizioni emersa all’interno degli schieramenti. Bisogna rilevare, tra l’altro, che il presidente dell’Emilia, Bonaccini, sembra più allineato alle posizioni dei governatori leghisti del Nord. Di questo pass o non si va incontro ad una fase caotica, nella quale sono i territori a contare più dei partiti? «L’autonomia è uno strumento che può essere usato con buon senso, ma anche in modo distorto, tanto da aumentare le diseguaglianze. Ma consegnarlo nelle mani di forze politiche che hanno le loro radici profonde in alcune aree del paese, significherebbe cedere ad esse la possibilità di dividere ancora di più l’Italia. Il Sud presenta margini di crescita molto più ampi del Nord ed è soltanto puntando sul Mezzogiorno che l’Italia potrà venire fuori dalla crisi». Il presidente De Luca ha polemizzato con lei sia sul contratto del direttore del San Carlo, sia per la bocciatura delle norme urbanistiche sul paesaggio. Ora come sono i vostri rapporti? «Abbiamo avuto qualche discussione, come capita in politica. Ma dopo ci siamo visti più volte e collaboriamo proficuamente, con lui come con il sindaco di Napoli, Manfredi. Abbiamo obiettivi comuni, legati alla valorizzazione di questo territorio». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 30 agosto 2022 | 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-30 06:33:00, Il ministro: «Io candidato qui, la Cultura darà lavoro»,

Pietro Guerra

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