Dopo diversi anni (nei cinque della prima presidenza Macron non se ne era mai discusso) il Collège torna ad essere oggetto del dibattito pubblico in Francia. In recenti dichiarazioni e interviste il nuovo ministro dell’educazione nazionale Pap Ndiaye, in carica dal maggio 2022, ne ha parlato come dell’anello debole della scuola francese (l’homme malade du système, ha detto).
Nella precedente legislatura, a suo giudizio, l’allora ministro Jean-Michel Blanquer aveva dedicato molta attenzione alla scuola primaria e alla secondaria superiore e poca al Collège. Ma è proprio in questa fascia quadriennale del sistema educativo francese (articolata in 3 cicli, dagli 11 ai 15 anni d’età: il primo anno è di consolidamento, il secondo e terzo anno costituiscono il ciclo centrale, il quarto è di orientamento) che a giudizio del franco-senegalese Ndiaye – professore di storia dell’emigrazione a Science Po – affondano le radici delle difficoltà incontrate dagli studenti delle fasce sociali più deboli, e in particolare dagli immigrati, nella prosecuzione degli studi.
Tali difficoltà, soprattutto in matematica, francese e inglese, si manifestano precocemente, già all’inizio del Collège, ben prima che gli studenti arrivino alla licenza (brevet), e poi esplodono nel primo anno di secondaria superiore.
Le prove sostenute all’inizio della scuola secondaria superiore, in particolare in matematica e francese mostrano, infatti, che alcuni alunni non hanno sufficiente padronanza delle abilità e delle conoscenze richieste, e che le notevoli differenze di livello rilevate sono fortemente correlate con il background sociale degli studenti.
Per ora il ministro dell’Educazione nazionale, nel mirino della destra lepenista che lo accusa di voler abbassare la qualità del sistema scolastico francese, si limita a fare riferimento alla consultazione che si svolgerà nell’ambito del Consiglio nazionale per la rifondazione (Conseil national de la refondation), il nuovo organismo di dialogo lanciato da Emmanuel Macron all’inizio di settembre. Per ora sono state proposte solo misure di limitata portata per l’inizio dell’anno scolastico, come il proseguimento del “Piano matematica” o l’implementazione del “Piano di emergenza” per migliorare il livello di inglese degli studenti del Collège. Ma Ndiaye intende puntare sulle sperimentazioni volte ad “accompagnare meglio il passaggio” tra la quinta primaria e il primo anno del Collège o per incoraggiare la “scoperta dei mestieri” da parte degli studenti del secondo anno, corrispondente alla nostra seconda media, con l’obiettivo di favorirne l’orientamento e la motivazione.
È poco, per ora, ma la stampa conservatrice già attacca violentemente il ministro, con definizioni come “le fossoyeur lettré de l’école” (il becchino colto della scuola).
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, , Pubblicato da Redazione Tuttoscuola
Dopo diversi anni (nei cinque della prima presidenza Macron non se ne era mai discusso) il Collège torna ad essere oggetto del dibattito pubblico in Francia. In recenti dichiarazioni e interviste il nuovo ministro dell’educazione nazionale Pap Ndiaye, in carica dal maggio 2022, ne ha parlato come dell’anello debole della scuola francese (l’homme malade du […]
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